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Articolo pubblicato sul numero 244, 3/2023
luglio-settembre 2023

Persone con demenza nelle residenze per anziani delle Marche. Quante, dove e con quale assistenza

Fabio Ragaini

Gruppo Solidarietà

Tipologia: Articolo


Nelle residenze sociosanitarie delle Marche sono 2.587 le persone con demenza ricoverate (in totale il 41% nei posti convenzionati) a fronte di 649 posti specificatamente dedicati. Il 34% (1.938 persone) è ricoverato in posti non dedicati. Ma il dato sostanziale è ancora più pesante. Non più della metà dei posti indicati sono effettivi.

Lo scorso 28 marzo il Gruppo Solidarietà ha scritto al Presidente della giunta regionale e ai Commissari delle Aziende sanitarie una lettera nella quale portava all’attenzione la situazione dell’assistenza residenziale rivolta alle persone con demenza, si metteva in evidenza come, a fronte di una enorme domanda, seppur non quantificata con dati regionali, i posti convenzionati, oltre ad essere inadeguati, fossero anche per la gran parte formali e non sostanziali. Successivamente, in data 5 aprile, il consigliere Mastrovincenzo (PD) riprendendo i contenuti della lettera presentava una interrogazione a risposta scritta, nella quale chiedeva di conoscere: - quante persone con demenza sono ricoverate nelle strutture residenziali della regione Marche;  - come si intende evitare il paradosso che posti convenzionati e dunque dedicati non siano tali; - quali interventi si intendono intraprendere per garantire l’effettiva offerta di posti dedicati e specializzati.
Nella risposta della regione Marche del 12 maggio vengono fornite alcune risposte. Non tutte quelle richieste, ma largamente sufficienti a confermare l’intollerabile distanza, non solo in termini quantitativi, tra necessità e qualità della risposta. Una distanza che viene, ora, finalmente “bollinata”.

Quanti posti convenzionati complessivi di RP e RSA anziani (comprese demenze). Sono 6286. Nelle RP 4.981 e 1.305 nelle RSA.

Quanti posti convenzionati di RP e RSA per persone con demenza. Sono 649. Nelle RP 599, in 55 strutture e 50 nelle RSA, in 3 strutture (riteniamo che nelle RSA i posti dedicati/effettivi siano di più).

Quante sono le persone con demenza ricoverate in queste strutture? Sono 2587. Nelle RP 2.107 e 580 nelle RSA. Complessivamente il 41% dei ricoverati nei posti convenzionati. Di questi, 1938 sono in un posto non dedicato/appropriato: 1.508 (34,4%) nelle RP e 430 (34,2%) nelle RSA.

Posti non convenzionati e non autosufficienti in posti per autosufficienti. Fin qui il dato rispetto ai posti convenzionati per non autosufficienti. Ma a questi dobbiamo aggiungere quelli presenti nei posti non convenzionati e in quelli per autosufficienti. Prendendo a riferimento il dato del 41%, se ne possono stimare circa 300 in quelli non convenzionati e 400 in quelli per autosufficienti (2.000 posti, di cui 50/60% occupato da non autosufficienti e circa 40% con demenza). In totale circa 700 che aggiunti ai 1.938 portano a circa 2.600 persone con demenza ricoverate in posti non dedicati.

Perché il numero è ancora più alto. Ma il numero dei posti effettivi/sostanziali è molto più basso di quelli indicati, che sono solo formalmente attivati. Si può stimare che l’offerta effettiva dedicata sia inferiore  almeno il 35% rispetto a quella indicata.  Ciò significa che, rispetto ai 649 posti indicati, sono operativi circa 450 posti. Si possono stimare dunque almeno 3.000 persone con demenza ricoverate nelle residenze della Regione. Di queste, solo circa il 15% sono ricoverate in posti dedicati.

Questo “dentro”. Poi c’è il “fuori”: la lista d’attesa. Questi  numeri, purtroppo, non dicono ancora tutto della distanza tra domanda e offerta. A fine 2021 la Regione certificava una lista di attesa nelle RP/RSA di 2.500 persone. Solo il 15%, risulterebbero in lista per demenza. Un dato che appare fortemente sottostimato. Ad esempio, nel 2022 il Distretto di Jesi indicava che il 50% degli anziani in lista di attesa nelle sole RP era costituito da persone con demenza. Se ne possono aggiungere almeno altri 1.000.

La rilevazione del dato. Il dato rilevato ed oggi comunicato risulta prodotto dalla recente comunicazione effettuata dalle singole strutture, a seguito di una richiesta della Regione. Significa che ad oggi la regione Marche non aveva il quadro della situazione delle persone con demenza ricoverate nelle residenze.

Posti convenzionati o anche dedicati? Prima di andare a verificare la programmazione regionale, torniamo sulla situazione dei posti dedicati che però non sono tali. Come si può verificare, la Regione non ha risposto alla domanda: come si intende evitare il paradosso che posti convenzionati, e dunque dedicati, non siano tali? La questione è infatti cruciale. A fronte della sproporzione del rapporto tra domanda e offerta, la risposta regionale afferma: “Nell’ambito della completa rivalutazione multidimensionale degli ospiti presenti nelle sopracitate strutture, prodromico alla nuova richiesta di ri-autorizzazione che le strutture stesse dovranno presentare secondo i nuovi manuali di autorizzazione e accreditamento, si provvederà a riqualificare l’attuale offerta di residenzialità prevedendo appropriati posti letto per le persone affette da demenza secondo le effettive necessità esistenziali 1" È del tutto evidente che aumentare il numero dei posti, così come è stato fatto finora, non affronta alla radice il problema. Non c’è solo carenza di posti dedicati, ma molti di quelli tali lo sono formalmente ma non sostanzialmente. Convenzionare, come si è fatto fino ad oggi, qualche unità di posto per demenze all’interno delle strutture è programmaticamente insensato e se risponde a qualche interesse non è certo quello delle persone con demenza e delle loro famiglie.

Cosa prevede la programmazione regionale? Dalla più “antica” alla più recente: la più antica è il Piano di fabbisogno del 2017. La Dgr 1105 prevedeva la contrattualizzazione di 1.100 posti per anziani con demenza (800 di RP e 300 di RSA). Attualmente saremmo al 59% di quelli previsti. Mancherebbero, rispetto alla programmazione 450 posti, ma come abbiamo visto sopra il numero rimane comunque straordinariamente basso (1.938 le persone con demenza nei posti convenzionati per anziani non dedicati, ipotizzabili altri 600 negli altri posti).  Il Piano sociosanitario recentemente approvato  non offre alcuna indicazione.

Residenzialità dedicata ma non solo. Chi ha letto fin qui non crediamo abbia bisogno di molti commenti. Non c’è solo l’evidenza della inadeguatezza della risposta che, non dimentichiamolo, provoca sofferenza nelle persone e si traduce nella negazione del diritto alla cura. C’è anche tutta la disattenzione, la trascuratezza, la noncuranza, di un sistema dei servizi, che dimostra anche una grave inadeguatezza etica. È grave e triste non solo non dare risposte adeguate, ma non curarsi di verificare se quelle poche che proponi diano risultati. Ritorna ancora una volta il totale disinteresse sugli esiti dei servizi. Come funzionano quei pochi posti dedicati? Sono adeguati?

Abbiamo affrontato il solo aspetto dell’assistenza residenziale, ma la questione deve essere affrontata ad un livello più generale. Per chi si impegna a mantenere a domicilio una persona con demenza severa il compito, a fronte della scarsità dei sostegni, è improbo. Chi ricorre alla istituzionalizzazione, deve fare i conti con la realtà che abbiamo descritto. Occorre un investimento non solo in termini di risorse economiche, ma anche organizzativo e progettuale. Oggi, va detto, è totalmente assente. Sul versante residenziale sarebbe inaccettabile un aumento dei posti che non passasse attraverso una riorganizzazione del sistema di offerta, a partire dalla revisione dei criteri di autorizzazione. I posti dedicati devono essere tali e non una finzione.



1 Forse per un refuso si intendeva “assistenziali”. Ma la definizione necessità esistenziali sembra decisamente migliore.


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