Festa dei nonni 2007: libertà
e normalità nella città per tutti.
(torna all'indice informazioni)
Il quarto appuntamento con la festa dei nonni che si celebra il 2 ottobre
è da sempre occasione per il Comitato Scientifico del Gruppo di
Ricerca Geriatrica di Brescia –centro di studi clinici e sociali
che collabora a livello internazionale con i più prestigiosi centri
che studiano i problemi degli anziani- per riflettere con la società
civile riguardo al significato che la festa dei nonni può avere
per migliorare la vita delle persone non più giovani.
Infatti non deve essere una celebrazione retorica o commerciale, ma un
momento di assunzione di responsabilità, con impegni precisi da
parte dei singoli e delle comunità organizzate.
Il 2 ottobre deve essere la festa di tutti, perché i nonni contengono
la nostra storia, sono importanti per il presente, rappresentano una speranza
per il nostro futuro. Sono, in altre parole, i rappresentanti più
“completi” della nostra società.
La giornata ha tonalità festose, quelle di una gratitudine espressa
attraverso le parole degli affetti e dei piccoli doni rivolti alle persone
anziane che ciascuno ha attorno a sè: nella famiglia, nel caseggiato,
nel quartiere, tra gli amici. Ma le manifestazioni personali di amore
assumono maggiore significato se sono collocate all’interno di una
logica più ampia, di scelte di vicinanza e di servizio che rendono
concrete le manifestazioni di affetto.
Il principale impegno verso gli anziani è permettere loro di vivere
in libertà e normalità. E’ importante costruire una
città nella quale le persone di ogni età (ma anche di ogni
cultura, razza, condizione di salute o economica) possano vivere senza
costrizioni o legami o comportamenti particolari a causa dello loro specifica
condizione. Ma la garanzia di normalità e libertà impegna
tutti ad alcune scelte precise, di seguito schematicamente presentate
sotto forma di interrogativi retorici:
1. perché a settantacinque anni si deve avere paura a scendere
in strada per timore di scippi o rapine?
2. perché da vecchi si deve aver l’impressione di essere
“sopportati” nei servizi sanitari, perché di fastidio
ad una medicina che vuole celebrare solo i suoi successi, senza adattarsi
ai bisogni di chi ha tante malattie, spesso difficili da curare?
3. perché l’anziano che vuole continuare a vivere in famiglia
si trova in grande difficoltà per la dimensione degli alloggi,
che non gli permettono di restare con figli e nipoti?
4. perché si discute con insistenza di quanto costano le persone
anziane, come se il dono di una vita lunga fosse una sorta di maledizione,
che si fa pesare sulla testa di chi non è più giovane?
5. perché a livello nazionale non si trovano i soldi per finanziare
i servizi alle persone non autosufficienti, in modo da offrire loro servizi
gratuiti e di alto livello qualitativo, anche come segno di rispetto verso
chi ha lavorato per una vita intera e merita la restituzione –almeno
parziale- di quanto ha dato?
6. perché non si costruiscono le condizioni perché tutti
gli anziani possano svolgere attività adeguate alle loro condizioni
di salute, continuando –se vogliono- a lavorare? Una terza età
diffusamente attiva permetterebbe la crescita di una “terza economia”
che produce ricchezza per il paese e quindi anche per quella parte di
anziani bisognosi di assistenza.
Queste domande richiedono risposte pronte e specifiche: chi ha responsabilità
di studio e di elaborazione di progetti per migliorare la qualità
della vita delle perone anziane il 2 ottobre deve sentirsi impegnato.
Non è possibile che il dono di una vita lunga venga sprecato! La
nostra società deve sentire l’orgoglio di predisporre risposte
ai molti interrogativi che oggi accompagnano la vita degli anziani, con
un impegno generoso e intelligente che vede coinvolti molti diversi attori,
in modo da creare attorno ai problemi dei “nonni” un ottimismo
realistico e costruttivo, e non solo un’atmosfera -pur importante-
di affetti e di attenzioni.
Gruppo di Ricerca Geriatrica
Via Romanino 1 25122 Brescia
www.grg-bs.it segreteria@grg-bs.it
|