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Sicurezza, nordest e Corriere
della sera (torna all'indice informazioni) Nell'articolo "Il Nordest e la giustizia fai da te" (Corriere
della sera, 8 dicembre), Antonio Stella affronta il problema dei livelli
di criminalita' effettivamente misurati nel nostro paese (e nel Nordest
in particolare) e di come tali livelli siano percepiti dalla popolazione.
L'articolo di Stella e' discutibile, come tutti gli articoli, ma chiaro
ed argomentato. Fuorviante e' invece la presentazione grafica di alcuni
dati (di per se' corretti) forniti da Marzio Barbagli. Quei dati sono
contenuti nel Rapporto sulla Criminalita' in Italia, curato dal Ministero
dell'interno in collaborazione con un gruppo di lavoro presieduto dallo
stesso Barbagli, e il rapporto puo' essere scaricato dal link http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/sicurezza/ Perche' la presentazione e' fuorviante? I dati sugli omicidi sono riportati
nella forma (legittima, sia chiaro!) di "un omicidio per n abitanti".
Al dato di ogni anno viene affiancata una striscia colorata di lunghezza
proporzionale a... n. In questo modo la striscia piu' lunga (che il lettore
frettoloso immagina associata alla situazione con maggior numero di omicidi)
e', in realta', quella che corrisponde alla situazione piu' tranquilla.
Per completare l'inganno, questa striscia e' riportata in colore rosso-pericolo,
mentre le altre sono riportate in un celestino pallido e angelico. Si
noti che la striscia incriminata e' proprio quella dell'ultimo anno considerato
(il 2005). In questo modo, il lettore frettoloso si indigna per il pericolo
che assedia ormai in modo intollerabile lui e i suoi cari, e non si accorge
che il numero di omicidi per abitante e' diminuito, rispetto ai bei tempi
andati (fine '800), di un fattore 16, e rispetto all'inizio degli anni
80, di un fattore 4. Per quanto riguarda, infine, le rapine, vengono considerati, con la stessa parsimonia, i valori delle denunce presentate nel 1996 e nel 2006 (approssimativamente 31 mila, contro 50 mila: un aumento, in dieci anni, di oltre il 60 per cento). Si sorvola pero' sul fatto che nel 1991 (pochissimi immigrati presenti) le denunce per rapina erano state circa 40 mila. Qui un aumento c'e', e gli immigrati la loro parte la fanno, ma, insomma, dal '91 le rapine sono aumentate del 25 per cento; il numero di immigrati, di circa il 500 per cento... E ancora: una tabella mostra che la frequenza di rapine agli sportelli (bancari e postali) e' in Italia spaventosamente piu' alta che negli altri paesi europei. Qui si tace il fatto che - lo dice il solito Rapporto - l'apporto della criminalita' straniera per questo specifico reato e' evanescente: nel 2006, il 3 per cento del totale per le rapine in banca; il 6 per cento per quelle negli uffici postali. Si tace anche che, tra gli stranieri denunciati per rapine in banca, prevalgono i tedeschi; tra quelli denunciati per rapine agli uffici postali prevalgono gli irlandesi (ancora dal Rapporto del Mininterno). La criminalita', in Italia, e' un problema. Lo e' da sempre. Lo e', certamente,
anche quella dovuta agli stranieri che vivono in Italia. La percezione
comune dei problemi va tenuta nel debito conto per avviare l'analisi di
quei problemi e per individuare le contromisure. Ma
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