|
Gruppo
Solidarietà Via D'Acquisto, 7 - 60030 Moie di Maiolati Sp. AN- ITALY tel/fax 0731703327 grusol@grusol.it |
|||
Il
materiale presente nel sito può essere ripreso citando la fonte |
||||
(torna all'indice informazioni) Il 19 gennaio è toccato anche al Tribunale di Cagliari.
Piovono sul Ministero dell’Istruzione sempre più spesso sentenze e ordinanze
di tribunali a causa dell’integrazione scolastica dei disabili. Pardonne:
a causa della finta integrazione scolastica. Come si sa, il tema
è vecchio, ma ahimè attualissimo: a metà degli anni 70, in pieno periodo
di contestazione e di battaglie per i diritti civili, la scuola era investita
da una grande voglia di rinnovamento. Fu in questo clima che una illuminata
legge, la 517, diede finalmente attuazione all’art. 3 della costituzione,
secondo il quale anche ai disabili, perché cittadini, hanno il diritto
di avvalersi delle scuole pubbliche, con personale qualificato, per provvedere
alla propria istruzione. Erano tempi in cui alla scuola era riconosciuto
anche un valore di promozione sociale, forse perché non si era ancora
persa del tutto la memoria di quando in Italia eravamo un paese semi analfabeta,
o forse perché era ancora vivo il messaggio di ‘maestri’ quali don Milani.
Su questa strada la scuola mosse i passi e, in mezzo a molti problemi,
vi furono lodevoli esperienze; tra gli insegnanti, molti si convinsero
che l’integrazione ha un grande valore sul piano educativo sia per gli
alunni disabili che per i normali. All’inizio degli anni ’90 arrivò, la
104: insuperata legge che fece si che quello che era il mondo della sofferenza
e dell’assistenza, venisse trasformato in mondo del diritto al sapere,
al comunicare, alla salute, al vivere: la scuola, il lavoro, la salute,
il tempo libero, ... la società, diventarono così, campi in cui anche
i disabili potevano godere delle stesse opportunità degli altri. Per anni
la scuola è stata tra le istituzioni sociali quella che ha fatto meglio
l’integrazione dei disabili. Primato culturale riconosciuto in tutto il
mondo alla scuola italiana. Ci si attendeva un’espansione della cultura
dell’integrazione e delle pari opportunità. Si chiedeva che la scuola
mantenesse, senza cali di tensione (né tanto meno di risorse), il primato
e alle altre strutture che la emulassero, preservando quello che la scuola
aveva fatto. Invece…. |