Aumentano di numero le vittorie in tribunale
di genitori di alunni con disabilità che chiedono più ore di sostegno, immotivatamente
ridotte dall'amministrazione scolastica. E aumenteranno ancora, perché ci sono
vari ricorsi pendenti. E' quindi opportuna una riflessione sia sul fatto in
sé che sui possibili sviluppi
di Salvatore Nocera
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Aumentano di numero le vittorie in tribunale di genitori di alunni con disabilità
che chiedono più ore di sostegno, immotivatamente ridotte dall'amministrazione
scolastica. E aumenteranno ancora, perché ci sono vari ricorsi pendenti. E'
quindi opportuna una riflessione sia sul fatto in sé che sui possibili sviluppi.
Innanzitutto è interessante osservare che il tribunale di Roma, nella sua recente
pronuncia, ha confermato la propria competenza su questa materia, trattandosi
di diritto soggettivo allo studio che non può essere compresso dalla discrezionalità
dell'amministrazione. Riportiamo anche il testo dell'ordinanza per i preziosi
riferimenti normativi e giurisprudenziali contenuti, che, pur essendo molto
tecnici, sono comprensibili ad un'opinione pubblica più ampia degli addetti
ai lavori.
Il sempre più frequente ricorso al giudice per ottenere ore di sostegno in più
viene visto da alcuni come un'incrinatura alla cultura dell'integrazione scolastica
che certamente non si basa esclusivamente sulla presenza dell'insegnante per
le attività di sostegno.Questa critica è fondata. Però è necessario osservare
che causa di questo eccessiva supervalutazione dell'insegnante per il sostegno
non è la richiesta dei genitori, ma l'annosa inattività del ministero nel formare
sull'integrazione scolastica tutti gli insegnanti curriculari che hanno in classe
alunni con disabilità.
Certamente la richiesta di sostegno da parte dei genitori sarebbe notevolmente
inferiore se essi sapessero e constatassero che anche i docenti curriculari
sono formati per occuparsi dell'integrazione dei figli e se ne occupano concretamente.
Fintanto che il ministero, d'intesa coi sindacati della scuola, non provvederà
a realizzare un piano organico e urgente di formazione di tutti i docenti curriculari,
le richieste, convalidate da ordinanze e sentenze dei giudici civili ed amministrativi,
aumenteranno in misura esponenziale.
E' vero che il Ministero ha emanato due circolari rispettivamente prot. N. 4088
del 2/10/02 e n. 78 del 2/10/03 su questo argomento. Ma si tratta di termini
così vaghi e generici da sembrare evanescenti. Invece, un progetto di formazione
on line, presentato in un interessantissimo convegno di Riva del Garda nel maggio
scorso è rimasto lettera morta.
Così facendo il Ministero spingerà sempre più i genitori a rivolgersi alla magistratura;
anzi, i genitori non si sono ancora organizzati; ma potrebbero farlo prestissimo
tramite le loro associazioni ed allora saranno dolori per il Ministero e offuscamento
per la cultura della collegialità docente nell'integrazione scolastica.
Ci si augura che al Ministero, dove sono attualmente presissimi dalla Riforma,
possano occuparsi anche di questo che non è un apsetto secondario della qualità
del sistema di istruzione e si corra subito , in modo razionale, ai ripari.
Le associazioni hanno sempre dichiarato la loro disponibilità a collaborare
per la formazione dei docenti curriculari, perché questo processo formativo
giova indubbiamente alla crescita della qualità dell'integrazione. Anzi a tal
fine hanno anche contattato i sindacati della scuola. Ma tutto purtroppo ancora
tace...
(13 febbraio 2004)
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