Costruiamo la Qualità
dell’integrazione
Qualche spunto di riflessione per gli
Incontri in preparazione al 5° Convegno di Rimini 2005
(torna all'indice informazioni)
Care Amiche e cari Amici,
siamo compagni di strada in un percorso che si chiama Integrazione degli
alunni disabili, e per questo vorremmo ragionare di Qualità. Per
farlo seriamente diciamoci alcune cose, che sono certamente presenti in
tanti di noi, ma che è bene condividere in maniera esplicita.
La Qualità, come altri traguardi mobili della vita, non è
un bene da cercare e consumare in solitudine. Al pari del benessere: o
è sociale o è falso. Ma anche l’apprendimento, il
lavoro, la legalità… o sono “insieme”, o il loro
valore è nullo.
Se parliamo di Qualità dell’Integrazione scolastica, dovrebbe
essere scontato che essa sia strettamente correlata ad un gruppo, ad un’azione
collettiva, condivisa. Integrazione è sempre contatto, contaminazione
e intreccio di elementi anche solitamente vissuti come opposti: conservazione
e proposta innovativa,
tecniche didattiche avanzate e normalità del fare scuola, evitare
le medicalizzazioni e cooperare con i medici, evitare l’isolamento
e valorizzare l’autonomia, esigere competenze sempre più
alte negli insegnanti specializzati per l’integrazione ed evitare
le deleghe e l’abuso di appoggio.
Abbiamo bisogno di futuro con radici forti nel passato, nel passato delle
migliori stagioni dell’Educazione Attiva e Democratica, che può
ringiovanirsi, riformarsi e reinvestirsi nel futuro.
La Qualità dell’Integrazione non è un dato acquisito
una volta per tutte. Viviamo in una stagione in cui, anche in nome di
qualche presunta qualità, si possono attuare selezioni e discriminazioni
nuove. Ma ancora oggi, la ricerca quotidiana di Qualità dell’Integrazioni
è un potente generatore di senso professionale e umano, e non solo
per gli insegnanti. Oggi dobbiamo studiare attentamente l’evolversi
dell’Integrazione, con un occhio alla tutela dei diritti degli alunni
disabili, faticosamente conquistati, che non devono perdersi sulla strade
delle riforme. L’altro occhio deve guardare sempre più da
vicino alle Qualità dei processi di integrazione, puntando ad alcuni
obiettivi che, secondo noi, sono fattori costitutivi di una buona Qualità:
1. Raccogliere e valorizzare i buoni frutti (per tutti) dell’Integrazione
L’Integrazione è un vantaggio competitivo per la qualità
delle scuole (che andrebbe valutata tenendo ben conto anche di questo
aspetto e non solo dei livelli di apprendimento degli alunni), ma si deve
capire bene, e dimostrare chiaramente, che tipo di vantaggio sia e per
chi.
2. Trasformare l’Integrazione in Inclusione
L’integrazione potrebbe riguardare soltanto gli alunni disabili,
l’inclusione risponde invece in maniera individualizzata ai vari
e diversissimi Bisogni Educativi Speciali, mostrati da sempre più
alunni. E questo sarà possibile soltanto con un miglioramento metodologico,
sul piano organizzativo e delle risorse della didattica ordinaria.
3. Integrare le risorse speciali nella normalità, facendola diventare
“speciale normalità”
Le specificità e specialità tecniche, che vent’anni
e più di ricerca applicata hanno definito, vanno valorizzate nel
loro migliorare le qualità inclusive del normale fare scuola. In
questo modo, anche gli alunni con complessi Bisogni Educativi Speciali
(ad esempio l’autismo) potranno trovare una normalità
divenuta più speciale, più adeguata alle loro necessità.
4. Programmare globalmente (Progetto di vita) e agire localmente (Piano
Educativo Individualizzato)
Teniamo l’attenzione anche su dimensioni più ampie della
vita dell’alunno, sia in senso esistenziale che di partecipazione
sociale, da pensare con la famiglia e la comunità e da far vivere
nella programmazione individualizzata accanto agli obiettivi scolastici.
5. Rendere esigibili e disponibili buone prassi
L’alunno disabile e la sua famiglia devono essere sicuri che anche
nella loro scuola sono definiti, esistono e sono realmente esigibili livelli
essenziali minimi, strutturali e di processo, di Qualità dell’integrazione.
Questi livelli di Qualità devono essere buone prassi strutturate,
istituzionali, sicure e stabili su tutto il territorio nazionale, e non
affidati all’aleatorietà del buon cuore e della dedizione
di qualche docente o dirigente.
Ci sarebbero molti altri temi, e tanti altri ne segnalerete voi, e ne
discuteremo a Rimini a Novembre. Dobbiamo fare molte cose, ma soprattutto
dobbiamo farle insieme! Grazie
Grazie.
Andrea Canevaro e Dario Ianes
(Direzione scientifica del convegno)
Informazioni
Silvia Dalla Zuanna
E-mail: silvia.dallazuanna@erickson.it
Centro Studi Erickson
Tel. 0461 950690 / 0461 950747
20/05/2005
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