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Associazione Antigone: Indagine sulla qualità
della vita dei detenuti In Italia 20 settembre 2005 - Associazione Antigone
Da oggi il sistema penitenziario italiano è in
parte fuorilegge. In un cdrom dell’associazione Antigone viene pubblicata
la mappa delle illegalità. Carcere per carcere le violazioni alla
legge. Il lavoro di osservazione diretta ha riguardato le condizioni di
vita materiale di un numero di detenuti superiore al 50% dell’intera
popolazione reclusa.
Ecco alcuni dati:
L’89,4% dei detenuti non ha doccia nella propria cella.
Il 69,31% dei detenuti non ha acqua calda in cella.
Il 60% delle detenute non ha il bidet nella propria cella.
Il 12,8% dei detenuti vive in carceri dove nelle celle il bagno non è
situato in un vano separato ed è invece collocato vicino al letto.
L’82,6% dei detenuti vive in carceri dove non vi sono cucine ogni
200 persone ristrette.
Il 55,6% dei detenuti vive in carceri dove non sono consentiti colloqui
in spazi all’aria aperta.
Il 29,3% dei detenuti non può direttamente accendere le luci dall’interno
della propria cella in quanto vive in camere dove gli interruttori sono
situati solo all’esterno.
Il 7,69% dei detenuti vive in carceri dove nelle celle non c’è
sufficiente luce naturale in quanto vi sono schermature alle finestre.
Il 18,4% dei detenuti vive in celle dove anche durante la notte vi è
luce intensa e non c’è luce fioca o attenuata.
Il 64,39% dei detenuti vive in carceri dove non c’è neanche
un mediatore culturale.
Era il 20 settembre del 2000 quando entrava in vigore il nuovo Regolamento
di esecuzione dell’ordinamento penitenziario. Niente di rivoluzionario,
solo norme di buon senso che avevano lo scopo di migliorare la qualità
della vita delle persone detenute. La qualità del vitto, la vivibilità
degli spazi, l’igiene personale, la pulizia dei locali, la supervisione
del magistrato di sorveglianza erano solo alcuni dei punti affrontati
in questa chiave dal nuovo testo. In particolare, due articoli transitori
finali, il 134 e il 135, fissavano in cinque anni il tempo lasciato a
disposizione dell’amministrazione penitenziaria per eseguire una
serie di lavori strutturali sugli edifici carcerari in modo da adeguare
questi ultimi ad alcuni parametri fissati all’interno del Regolamento
stesso (art. 7 e art. 13 commi 1 e 3). Si richiedeva cioè che si
ristrutturassero le carceri italiane, quasi sempre collocate in edifici
inadeguati a garantire una qualità della vita soddisfacente, così
da eliminare ovunque i servizi igienici delle celle dal medesimo vano
in cui è situato il letto, collocandoli in un’apposita stanzina
annessa; da fornire i servizi igienici stessi di acqua calda, di doccia
e anche di bidet nel caso si trattasse di istituto o sezione femminile;
da dotare ogni istituto di un numero di cucine tale che ognuna di esse
non dovesse servire più di duecento detenuti, nonché di
locali idonei alla consumazione dei pasti. Ovvie considerazioni di igiene
e di riservatezza spinsero gli estensori del nuovo Regolamento a formulare
l’articolo relativo ai servizi igienici, così come ovvie
considerazioni di efficienza e pulizia, in un ambito tanto primario quanto
quello alimentare, portarono alla previsione di un numero limitato di
utenti per cucina. A fronte di tanto buon senso, molto poco è stato
fatto nei cinque anni trascorsi dall’entrata in vigore del Regolamento
per eseguire nelle carceri i lavori di ristrutturazione previsti. Negli
scorsi mesi l’associazione ha svolto un lavoro di monitoraggio che
ha portato a produrre un cd rom che verrà presto inviato a tutte
le autorità istituzionali e le forze politiche.
Il cd rom è pubblicato in occasione della scadenza dei cinque
anni per l’adeguamento. Sono state monitorate con visite dirette
tutte le carceri italiane che ospitano più di 400 detenuti, per
un totale che supera già di per sé il 50% della popolazione
penitenziaria complessiva. Per non trascurare totalmente la rilevazione
relativa a quelle regioni nelle quali non si trova alcun istituto che
superi la soglia numerica prescelta, abbiamo comunque valutato il carcere
più popoloso della regione stessa, compilando le relative schede.
Ne emerge un quadro generale di illegalità diffusa, con piccole
e fortunate oasi nelle quali il Regolamento viene, ma mai del tutto, rispettato.
“E’ evidente – dichiara Patrizio Gonnella, presidente
di Antigone - da tutto ciò come gli interventi diretti a migliorare
la vita dei detenuti, quali quelli richiesti dal Regolamento del 2000,
non abbiano occupato i pensieri dell’attuale amministrazione della
giustizia".
Per riepilogare in Italia ci sono 207 carceri. Al 31 agosto 2005 erano
presenti 59.649 detenuti, di cui 56.806 uomini e 2.843 donne, a fronte
di una capienza regolamentare di 42.959 unità. Ci sono quindi 16.690
detenuti in più rispetto ai posti letto regolamentari. Gli immigrati
sono 19.071, di cui 3.346 tossicodipendenti. I detenuti tossicodipendenti
costituiscono, invece, il 28% circa della popolazione carceraria, di cui
il 3% risulta essere in trattamento metadonico. I detenuti alcool-dipendenti
sono il 2,4% e quelli affetti da Hiv il 2,6. I poliziotti penitenziari
sono 45.126, di questi 36.268 lavorano nelle carceri. 551 sono gli educatori,
rispetto ai 1.376 previsti nella pianta organica ministeriale. Il rapporto
educatore/detenuto è pari a 1 a 107. Di recente sono stati assunti
un centinaio di educatori a tempo determinato (per un anno). Gli assistenti
sociali in servizio risultano essere 1.223, rispetto ai 1.630 previsti
dalla pianta organica. Il rapporto è di 1 assistente sociale ogni
48 detenuti. Gli psicologi risultano essere circa 400, con una media di
circa 2 per ogni istituto, ma questi sono impegnati per un numero molto
limitato di ore al mese. Il rapporto psicologo/detenuto risulta comunque
di 1 a 148.
L'indagine verrà presentata il:
25 SETTEMBRE 2005 ore 21:30
FESTA NAZIONALE DI LIBERAZIONE
Via Ostiense, ex Mercati Generali
“CARCERI: UN SISTEMA FUORI LEGGE”
Ne discutono:
Carmen BERTOLAZZI
Patrizio GONNELLA
Luigi MANCONI
Sandro MARGARA
Giuliano PISAPIA
Coordina:
Arturo SALERNI
Responsabile nazionale carceri PRC
Qui di sotto alcune schede:
CASA CIRCONDARIALE DI PALERMO UCCIARDONE Detenuti presenti al 30 giugno
2005: 693 Capienza regolamentare: 383 La struttura risale al 1832 e, sia
esternamente che internamente, mostra tutti i suoi anni. Si prevede la
ristrutturazione di intere sezioni e l’adeguamento delle celle alle
norme più recenti. Le finestre delle camere di detenzione non consentono
il sufficiente passaggio di aria e luce naturale. All’interno delle
celle, che versano complessivamente in condizioni precarie, non ci sono
gli interruttori della luce. I servizi igienici, ovviamente privi di doccia
ma dotati di acqua calda, non sono situati in vani separati rispetto a
quelli dove si trovano i letti. Non è prevista un’illuminazione
di intensità attenuata durante i controlli notturni. I bagni e
le docce denotano condizioni igieniche carenti e problemi idrici. Sono
presenti spazi all’aperto per i colloqui. Non ci sono mediatori
culturali. Il carcere di Palermo Ucciardone non si è adeguato alle
disposizioni del Regolamento.
CASA CIRCONDARIALE DI BARI Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 591 Capienza
regolamentare: 311 Tutte le sezioni dell’istituto sono sovraffollate.
Le finestre delle celle consentono luminosità e aerazione a sufficienza.
Non ci sono interruttori della luce all’interno delle camere di
detenzione. I servizi igienici delle celle, naturalmente privi di doccia,
sono collocati nei medesimi vani in cui si trovano i letti. Qualche cella
ha il bidet. Le docce, esterne alle celle, non funzionano bene e sono
in pessime condizioni (su otto postazioni, solo quattro sono utilizzabili).
La conta notturna dei detenuti, con apertura delle celle e accensione
improvvisa della luce verso le tre di notte, viene effettuata a discrezione
della polizia penitenziaria. Il funzionamento della cucina non è
buono. La maggior parte dei detenuti consuma infatti cibo acquistato e
preparato in cella, nonostante i prodotti che si trovano allo spaccio
siano limitati e di scarsa qualità. Non ci sono spazi verdi destinati
ai colloqui. Non c’è un servizio di mediazione culturale.
In sintesi, il carcere di Bari non si è adeguato al Regolamento
né per quanto concerne i servizi igienici né per quanto
concerne le cucine.
CASA CIRCONDARIALE DI NAPOLI POGGIOREALE Detenuti presenti al 30 giugno
2005: 2135 Capienza regolamentare: 1359 L’anno di costruzione dell’istituto
è il 1908. Le condizioni generali dell’edificio, sia esterne
che interne, sono insoddisfacenti e determinano una scarsa vivibilità.
Nell’istituto mancano adeguati spazi per la socialità. Nelle
celle convivono fino a 18 persone, con a disposizione un unico bagno e
un unico tavolo. Le finestre delle celle non hanno schermature. Gli interruttori
della luce sono sia interni che esterni alle camere di detenzione. Non
risulta che i controlli notturni vengano effettuati con una luce attenuata.
I servizi igienici sono collocati in un vano annesso alla camera, ma le
docce sono solo all’esterno. C’è un’unica cucina
che serve l’intero istituto. Non c’è un’area
verde. Nell’istituto non operano mediatori culturali. In breve,
il carcere di Napoli Poggioreale, per quanto riguarda i servizi igienici
e le cucine, non si è adeguato al Regolamento.
CASA CIRCONDARIALE ROMA REBIBBIA NUOVO COMPLESSO Detenuti presenti al
30 giugno 2005: 1603 Capienza regolamentare: 1188 L’istituto è
stato consegnato nel 1972. L’edificio necessiterebbe di alcuni interventi
di manutenzione, in particolare per quanto concerne l’impianto idraulico
e quello elettrico. Le finestre delle celle non hanno schermature. Le
celle sono dotate di interruttori interni per la luce. L’illuminazione
per i controlli notturni è più attenuata. I bagni delle
celle non sempre sono situati in un vano separato, e non sono forniti
di doccia né di acqua calda. La cucina unica e molto grande prepara
i pasti per tutti i 1.600 detenuti. C’è l’area verde
per i colloqui. Nell’istituto non operano mediatori culturali. In
sintesi, per quanto riguarda le docce e le cucine nel carcere di Rebibbia
Nuovo Complesso il Regolamento non è attuato.
CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 1.025
Capienza regolamentare: 481 L’edificio è del 1984. Lo stato
della facciata esterna è discreto. All’interno però
le celle, nate per essere singole, ospitano anche tre o quattro detenuti
per volta, determinando un degrado della struttura. Le finestre delle
camere di detenzione non hanno schermature. Gli interruttori della luce
sono sia interni che esterni alle celle. I controlli notturni avvengono
con un’illuminazione di intensità attenuata. I servizi igienici
interni alle celle non sono collocati in un vano separato e non sono dotati
di acqua calda né di doccia. Le docce servono l’intera sezione.
Nell’istituto ci sono due cucine. Sono presenti due mediatori culturali,
di lingua araba e albanese. E’ presente un gazebo per i colloqui
all’aperto. In sintesi, l’istituto di Bologna non si è
adeguato alle disposizioni del Regolamento per quanto riguarda i servizi
igienici e le cucine.
CASA DI RECLUSIONE DI MILANO OPERA Detenuti presenti al 30 giugno 2005:
1.390 Capienza regolamentare: 884 Le finestre delle celle presentano ancora
delle schermature, ma sono in corso lavori di ristrutturazione volti a
eliminarle. Gli interruttori della luce sono solo esterni alle celle.
I controlli notturni non vengono effettuati con una luce attenuata. I
servizi igienici sono collocati in un vano annesso alla camera, e solamente
in un’unica sezione sono dotati di doccia. Nella sezione femminile,
i servizi igienici sono forniti di bidet. Nell’istituto ci sono
tre cucine: una per la sezione femminile, una per il centro clinico e
una che serve tutti gli altri detenuti. Ci sono spazi all’aperto
per i colloqui. Non sono presenti mediatori culturali. Il carcere di Opera
risulta parzialmente adeguato al Regolamento per quanto riguarda i servizi
igienici ma non per le cucine.
CASA CIRCONDARIALE VERONA MONTORIO Detenuti presenti al 30 giugno 2005:
784 Capienza regolamentare: 564 L’istituto, costruito negli anni
’80 e inaugurato nel 1995, è una delle cosiddette “carceri
d’oro”. Costantemente sovraffollato, vede vivere fino a tre
detenuti in celle pensate originariamente come singole. Le finestre delle
camere di detenzione consentono il passaggio di sufficiente luce naturale.
Gli interruttori della luce sono collocati soltanto all’esterno
delle celle. I controlli notturni vengono effettuati con una luce di intensità
attenuata. I servizi igienici si trovano in un vano annesso alla camera,
ma non sono dotati di acqua calda, di doccia né di bidet (neanche
per le donne). Nella sezione maschile, una sola cucina funziona per circa
700 detenuti, mentre nella sezione femminile una cucina serve circa 70
detenute. L’area verde per i colloqui, pur essendoci, è in
corso di sistemazione e non è stata ancora inaugurata. C’è
un servizio di mediazione linguistico-culturale sia nella sezione maschile
che in quella femminile. In particolare, nell’istituto operano tre
mediatori di lingua rumena, araba e albanese. In sintesi, la casa circondariale
di Verona Montorio non si è adeguata alle disposizioni del Regolamento
per quanto riguarda le docce, l’acqua calda, il bidet nella sezione
femminile e le cucine.