Data di pubblicazione: 21/09/2022
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Serve fare i piani di zona dei servizi sociali?

La legge 328/2000 (all’art. 19) ha introdotto i Piani di Zona dei servizi sociali come atto ordinario di programmazione periodica dei Comuni o dei loro Enti gestori dei servizi sociali; ma se si osserva quale sia l’attuale stato di produzione ed utilizzo di questi piani si rileva una enorme differenza nei diversi territori, sia regionali sia locali, da governi locali che adottano con continuità questo strumento di programmazione ad altri territori che da molti anni non lo usano per nulla. Gioca un ruolo sicuramente importante l’azione che le Regioni mettono in opera sul tema, tra i due estremi di Regioni che hanno assunto atti dedicati a questa programmazione e gestiscono sia procedure di raccordo con i governi locali sia supporti dedicati, e Regioni che invece poco o nulla hanno investito sul tema, o nel tempo lo hanno abbandonato. Ma in questo articolo si intende discutere questo snodo: ammesso che si consideri il Piano di Zona uno strumento rilevante per il governo locale dei servizi, che cosa può rendere difficile adottarlo con continuità? E dunque quali miglioramenti possibili merita individuare? (..) Programmare implica conoscere e gestire informazioni, e la programmazione locale dovrebbe non eludere dunque diverse piste di lavoro: Individuare meglio (anche nel dibattito tecnico scientifico) gli indicatori che davvero servono a monitorare l’efficacia della programmazione dei servizi, ad esempio per misurare “risultati di benessere delle persone”, e non solo “aumenti degli interventi e degli utenti”. Ed approfondire quali domande è utile farsi per programmare, ad esempio: “quali sono i tempi di risposta non adeguati?”, “quali sono i bisogni sui quali non si riesce a intervenire?”, “quali sono i trend dell’incidenza (i nuovi casi) su problemi diversi?”, “come rilevare miglioramenti di benessere”? Approfondisci su welforum. Vedi anche, I Piani di zona. Virtuale e reale nei servizi sociosanitari, una riflessione seppur datata (2010), che evidenziava alcune criticità della programmazione sociale locale. Dello stesso autore vedi in Appunti sulle politiche sociali, n. 2/2022, Riforme per la non autosufficienza: ma quali?

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