Data di pubblicazione: 09/04/2024
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Istruzione, inclusione, integrazione socio-culturale. Una interpretazione costituzionalmente inclusiva

Il numero sempre crescente di studenti e studentesse con necessità educative speciali che frequenta le nostre scuole impone di tornare a interrogarsi sul modello di istruzione disegnato dalla Costituzione. La tesi di fondo del presente saggio è che una «scuola aperta a tutti» possa riuscire a garantire percorsi realmente formativi solo se prende atto che ogni studente, ogni studentessa, hanno un vissuto personale che, se non adeguatamente considerato, può rendere più complesso e persino impedire l’effettività del diritto allo studio. La Costituzione richiede che, attraversata la fase dell’integrazione, oggi la scuola si impegni ad essere inclusiva, consentendo così a ciascuno studente e a ciascuna studentessa – e soprattutto a quanti convivono con situazioni di svantaggio – di riannodare il filo tra il diritto allo studio e quello sviluppo della personalità che la Costituzione stessa individua tra i compiti principali della nostra Repubblica. Approfondisci in Rivista AIC. 

"Per concludere: la povertà fattore di dilatazione degli ostacoli all’inclusione scolastica Il numero di studenti e studentesse che vivono situazioni di svantaggio e frequentano la scuola è davvero significativo. Su un totale di circa 8.360.000 iscritti, circa 338.000 convivono con la disabilità, circa 326.000 con un dsa; circa 865.000 provengono da contesti miigratori. Circa 1 milione e cinquecentomila studenti (il 18% dell’intera popolazione studentesca) ha dunque necessità educative speciali. Dati che impressionano e che però non tengono neppure conto dell’altro fattore che incide drammaticamente sui percorsi di inclusione scolastica: la precarietà economica, che declina spesso in povertà, con cui devono frequentemente fare i conti quanti già convivono con la disabilità, sono stranieri o entrano nel circuito carcerario. Povertà che innesta un circolo vizioso, perché l’assenza di percorsi inclusivi ostacola la possibilità di accedere ai gradi più alti di istruzione e a percorsi lavorativi redditizi, il che, a sua volta, perpetua le situazioni di povertà.
Sono ben noti, e da molto tempo – basti qui ricordare la Lettera ad una professoressa di Don Lorenzo Milani nel 1967, ma già Calamandrei lo evidenziava nel 1946 – i dati che evidenziano quello che ad oggi è un nesso pressoché inscindibile tra i fallimenti formativi e la presenza di situazioni di degrado e povertà, che spesso è anche povertà culturale. Il Rapporto Invalsi del 2022 rileva come il vantaggio medio per gli allievi della scuola media che provengono da una famiglia socialmente favorita sia di 8,3 punti157: in altre parole, la povertà materiale incide in modo significativo sull’apprendimento ed è spesso una delle cause determinanti dell’abbandono precoce dei percorsi scolastici. Cosa fa la scuola per gli alunni e le alunne che vivono in famiglie povere? Certo, si dirà, la Costituzione prevede che l’istruzione inferiore sia gratuita. E oggi il regime di gratuità si estende anzi fino al compimento dei sedici anni. La gratuità riguarda però soltanto il versamento di imposte e tasse per l’iscrizione e la frequenza nonché, ma soltanto per la scuola dell’obbligo, i libri. Ma, come è evidente, poter frequentare la scuola non basta: ci sono i costi per la cancelleria, la mensa, le altre attrezzature, il trasporto, il computer, la stampante, la connessione internet per fare ricerche e compiti a casa. Ancora, ci sono scuole che, nell’impossibilità di far fronte a tutte le spese, chiedono contributi “volontari” alle famiglie. Quanto incidono queste spese sulla cosiddetta gratuità dell’istruzione?"

Sommario: 1. Premessa – 2. Istruzione, integrazione e inclusione: chiarimenti definitori preliminari – 3. Le coordinate costituzionali – 4. Segue: il ruolo decisivo della giurisprudenza costituzionale nell’elevare l’inclusività della scuola a principio costituzionale – 5. La traiettoria seguita verso una istruzione piena-mente inclusiva: la fase dell’integrazione degli studenti e delle studentesse con disabilità – 6. Segue: la fase dell’integrazione degli studenti e delle studentesse straniere – 7. Dall’integrazione all’inclusione scolastica attraverso la progressiva attenzione nei confronti di studenti e studentesse con disturbi spe-cifici dell’apprendimento (DSA) e bisogni educativi speciali (BES) – 8. Verso una scuola realmente in-clusiva? Il quadro attuale – 9. Gli ostacoli quotidiani all’affermazione del diritto ad una scuola inclusiva – 10. Nuove (e coraggiose) prospettive: una istruzione inclusiva anche per le persone in stato di detenzione? – 11. Per concludere: la povertà fattore di dilatazione degli ostacoli all’inclusione scolastica. (...) D’altra parte, come scriveva Pietro Calamandrei: «Da tutta la bassura della sorte umana originaria, dall’incultura originaria dovrà ciascuno poter lanciare su, snodare il suo pic-colo stelo per arrivare a prendere la sua parte di sole e di dignità». Ma affinché ciò sia possibile, è necessario che la scuola, aderendo all’impostazione della Costituzione, sia davvero capace di essere inclusiva, sia cioè capace di cambiare e adeguarsi al contesto, pren-dendosi carico di ogni persona secondo i peculiari bisogni della stessa, ivi inclusi quelli legati alla povertà. Non è più una sfida. È una necessità.

Vedi anche

Scuola. Pratiche immunizzanti che favoriscono lo speciale e l’escludibile

Andrea Canevaro, Dario Ianes, Giovanni Merlo, Salvatore Nocera, Vittorio Ondedei, Inclusione scolastica degli alunni con disabilità e scuole speciali 

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