Centro di ricerca per la pace di Viterbo
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Luigi Ciotti: Governare vuol dire ascoltare
la gente
"Il manifesto" del 17 febbraio 2007.
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Ascoltare, ascoltare, ascoltare. Conoscere, conoscere, conoscere. Dialogare,
dialogare, dialogare.
Ascoltare il territorio, i cittadini, le popolazioni. Conoscere i problemi
e i bisogni, sapendo che dietro di essi ci sono le persone. Dialogare,
e se serve anche litigare, ma avendo presenti le necessita' di soluzioni
e sapendo che di fronte stanno delle persone. Degli avversari anche, ma
mai dei nemici, qualsiasi cosa accada e quale che sia la distanza tra
le posizioni.
A Vicenza ascolto, conoscenza e dialogo sono stati finora stentati e insufficienti.
Certo non per sola responsabilita' di chi si trova oggi a decidere: c'erano
impegni precedenti da rispettare, equilibri che non
possono essere cambiati da un giorno all'altro, le mediazioni spesso dolorose
della politica. Non vorremmo, pero', che a causa di queste mediazioni
la politica perdesse i suoi contenuti. Quelli che la rendono alta, coerente,
rispettosa dei diritti umani e di quelli dell'ambiente, dei luoghi in
cui uomini e donne vivono; una politica attenta all'orizzontalita', capace
di sporcarsi le mani alla ricerca di soluzioni ma mai di sporcare i valori
e i principi che ne debbono stare alla base.
A partire da quelli consacrati nella Costituzione. E magari a partire
da quell'articolo 11, troppo spesso vilipeso, occultato, reso carta straccia.
Occorre oggi essere a Vicenza, con serenita' e rispetto. E con
determinazione a dire che e' indispensabile cambiare rotta, dunque cambiare
politiche. Occorre tornare al sogno di Sandro Pertini: riempire i granai,
svuotare gli arsenali. E' un sogno possibile, alla portata di mano. Ma
continuamente sospinto piu' in la' da robusti interessi economici, dalle
lobby che li sostengono e li impongono a chi ha il potere democratico
di decidere e governare.
Da poco anche l'Italia ha sottoscritto un accordo per la realizzazione
di un nuovo caccia da combattimento statunitense, lo Joint Strike Fighter,
i cui costi di produzione, solo per il nostro Paese, sono previsti in
700 milioni di euro. Quante politiche sociali, quanta lotta alla poverta',
quanta integrazione di immigrati, quanta assistenza agli anziani, quanti
asili nido in piu' si potrebbero garantire con quella somma? E quante
con le risorse utilizzate per le missioni militari all'estero?
A queste domande, e tante altre simili possibili, vorremo che rispondessero
le forze politiche, uscendo da quelle sterili polemiche, dai fastidiosi
e vuoti dibattiti, in cui talvolta paiono affaccendate.
Governare vuol dire ascoltare, conoscere, dialogare. Essere attenti e
disponibili non solo verso i potenti del mondo, ma anche verso i piccoli
della terra. Che urlano silenziosi a pochi metri da noi, nelle nostre
desolate periferie, o a qualche centimetro sulle mappe del globo, al di
la' del Mediterraneo o nei Sud del mondo. Che bussano inascoltati alle
nostre porte, sino a spellarsi le dita. Che faticano, e troppo spesso
muoiono, resi invisibili da una globalizzazione che ha reso il profitto
l'unica regola universale. Ma a cosa serve il profitto, il denaro, il
potere, se il pianeta viene ucciso giorno dopo giorno? Bisogna abbandonare
Mammona e scegliere l'uomo perche' la vita di ciascuno abbia un senso,
perche' non sia giocata
contro quella di un altro. Se si uccide per vivere, si e' in realta' comunque
morti. E questo vale per le guerre vere e per quelle che qualcuno si illude
ancora di poter combattere nelle nostre strade.
Oggi siamo a Vicenza, sapendo che anche manifestare vuol dire ascoltare,
conoscere, dialogare.
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