(indice Voce sul sociale)
Gruppo Solidarietà, Via S. D'acquisto 7, 60030 Moie di
Maiolati (AN), Tel. e fax 0731.703327. grusol@grusol.it
Lì, 25 agosto 2002
- Alla nuova amministrazione Comune di Jesi
E p.c. - Ai Comuni dell'Ambito Territoriale
- Al Commissario Straordinario Asl 5
Di seguito formuliamo alcune proposte e richieste, riguardanti interventi
e servizi per cittadini in difficoltà.
Si ringrazia per l'attenzione e si inviano cordiali saluti.
Gruppo Solidarietà
Proposte e richieste alla nuova amministrazione
La seguente piattaforma riprende ed amplia alcuni punti già sottoposti ai candidati
sindaci in occasione delle elezioni dello scorso maggio. Ha come riferimento
i bisogni e le esigenze dei cittadini più in difficoltà così come emergono dal
lavoro ventennale dell'associazione.
Con l'avvio del Piano sociale regionale, la nuova amministrazione inizia, di
fatto il proprio lavoro, avendo come riferimento - per quanto riguarda gli interventi
di assistenza sociale - non solo il territorio del proprio comune ma quello
dell'intero ambito nella sua qualità di Comune capofila. In attesa delle indicazioni
regionali riteniamo necessario che si preveda l'avvio a livello di ambito di
gestioni associate dei servizi (in analogia con quanto avviene con i servizi
domiciliari e diurni per l'handicap), definendo lo strumento gestionale più
appropriato. Ci auguriamo pertanto - in questo confidiamo che la regione Marche
offra chiarezza di indicazioni - che l'ambito territoriale possa diventare il
luogo di effettivo governo di tutti i servizi a titolarità comunale secondo
la logica: un territorio , un governo.
Per quanto invece attiene ad altri settori (lavoro, casa, trasporti, tempo libero,
sport, ..) si chiede di operare scelte che permettano anche alle persone più
in difficoltà di fruire dei servizi rivolti a tutti i cittadini. Ciò determinerebbe
sicuramente un minor ricorso agli interventi di assistenza sociale. In particolare
chiediamo che ogni intervento dell'amministrazione promuova percorsi di integrazione
e non di separazione. Ciò, naturalmente, riguarda tutti i settori della vita
sociale: dalla scuola al lavoro, dal tempo libero ai trasporti, ecc.. . Per
quanto poi riguarda gli interventi sociali si chiede di dare priorità
a tutti gli interventi di sostegno alla domiciliarità al fine di ritardare e
contenere il ricorso alla istituzionalizzazione. Quando questa non può evitarsi
la scelta è quella di piccole comunità residenziali inserite nei normali contesti
abitativi.
La programmazione dei servizi. Ribadiamo la necessità che per singoli
ambiti di intervento ci si doti di personale con compiti di programmazione.
Riteniamo inoltre indifferibile la definizione di accordi con la ASL 5 in tutti
gli interventi e servizi nei quali interagiscono figure professionali della
ASL (handicap, minori, anziani, ….). Ricordiamo la particolare situazione del
nostro territorio nel quale alla titolarità degli interventi sociali da parte
dei Comuni corrisponde una pressoché totale assenza di figure sociali. Tutto
ciò in assenza di accordi interistituzionali.
Per tutti i servizi socio assistenziali e socio sanitari chiediamo che vengano
approvati Regolamenti di funzionamento. Con chiarezza per ogni singolo servizio
dovranno essere definiti i criteri di accesso, le modalità di ammissione ed
eventualmente di dimissione, le attività svolte, tempi di apertura, la partecipazione
degli utenti e dei loro familiari, i criteri per l'eventuale partecipazione
al costo, la definizione delle procedure per poter effettuare reclami, la predisposizione
di liste di attesa ed ogni altra informazione sul funzionamento degli stessi.
Adozione della Carta dei servizi sociali per tutti i servizi erogati. Tali criteri
e definizioni dovranno valere a livello di ambito territoriale (assistenza domiciliare,
assistenza economica, ecc…). Attivazione di un effettivo servizio di segretariato
sociale (prestazione rientrante tra quelle essenziali, art. 22 legge 328).
Si chiede inoltre:
- di dare attuazione alle indicazioni contenute all'art. 2, comma 3 della legge
328/2000 nel quale si stabilisce che i soggetti in condizioni di povertà
o con limitato reddito o con incapacità totale o parziale di provvedere alle
proprie esigenze per inabilità di ordine fisico e psichico, con difficoltà di
inserimento nella vita sociale attiva e nel mercato del lavoro, nonché i soggetti
sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria che rendono necessari interventi
assistenziali, accedono prioritariamente ai servizi e alle prestazioni erogati
dal sistema integrato di interventi e servizi sociali.
- di voler dare attuazione alle indicazioni dell'art. 1, comma 6 in merito alla
partecipazione, delle associazioni sociali e di tutela degli utenti nella
programmazione degli interventi e servizi sociali, all'interno dello strumento
del Piano di Zona.
- il rispetto dei contenuti del d. lgs 130/2000 riguardo agli utenti (persone
con handicap permanente grave di cui all'articolo 3 della legge 104/1992, nonché
a soggetti ultrasessantacinquenni la cui non autosufficienza fisica o psichica
sia stata accertata dalle Aziende Unità Sanitarie) per i quali si
prevede la partecipazione al costo dei servizi sul solo reddito del richiedente,
come recepito parzialmente dalla delibera comunale n. 10 del 18.1.2002. Ribadiamo
la richiesta di impegno perché i contenuti del decreto legislativo 130/2000
nella parte sopra riportata sia applicata per tutto l'Ambito territoriale.
Per tutti i soggetti adulti e anziani malati non autosufficienti si chiede
un preciso impegno nei confronti sia dell'Azienda sanitaria che della regione
a garanzia del diritto alla tutela della salute, cessando l'improprio trasferimento
di competenze dalla sanità all'assistenza. In particolare dopo l'emanazione
del DPCM 29.11.2001, sui Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria riguardanti
le prestazioni sociosanitarie si chiede una forte presa di posizione perché
la Regione Marche avvii, in fase di applicazione, un processo di negoziazione
con gli enti locali sui quali potranno ricadere pesanti oneri sanitari. Si chiede
altresì una forte sollecitazione alla Regione perché metta fine ad una situazione
di permanente illegittimità consentendo il ricovero presso strutture assistenziali
(autorizzate solo per l'accoglienza di soggetti autosufficienti) anche di soggetti
malati e non autosufficienti.
Per quanto riguarda specifici interventi si propone quanto segue.
Handicap. Ferma restando la prospettiva che ogni servizio ed intervento
debba avere come riferimento la massima integrazione sociale e che - come già
detto - occorre potenziare una politica sociale (casa, trasporti, sport, lavoro,
….) attenta ai bisogni dei soggetti con maggiore difficoltà, si sottolineano
i seguenti punti.
- Servizi socio assistenziali. Garantire l'effettiva titolarità
della programmazione attraverso figure professionali stabili appartenenti ai
Comuni. Definire con chiarezza obiettivi, tipologia di utenza, ecc… di ogni
servizio, con una chiara distinzione tra interventi e servizi, nella prospettiva
della massima integrazione sociale. Urgentissimo è il rinnovo dell'accordo di
programma per i servizi extrascolastici scaduto il 31.12.2000, nel quale è assolutamente
necessario far assumere alla Azienda sanitaria oneri che gli competono in tutti
i servizi (domiciliari, diurni, residenziali) riguardanti persone con grave
disabilità. E' inoltre necessario armonizzare le norme contenute nei Regolamenti
dei Servizi, nell'Appalto e nella parte generale dell'accordo di programma scaduto
il 31.12.2000.
- Residenzialità. Avviare in tempi rapidissimi la prevista comunità
alloggio di Morro D'alba, prevedere la realizzazione di un'altra nel territorio
di Jesi per arrivare ai necessari complessivi 12-15 posti letto per tutto l'ambito
territoriale. Si segnala inoltre che la regione Marche a causa del mancato avvio
di alcune delle strutture finanziate con la l. 162/98 dispone di somme non utilizzate.
Tali somme, su specifica richiesta, potrebbero essere utilizzate per la struttura
di Morro D'Alba.
- Centri diurni. Così come stabilito dai regolamenti in vigore
prevedere che i Centri diurni ospitino soggetti che abbiano adempiuto l'obbligo
scolastico e per i quali non è possibile prevedere idonee forme di integrazione
lavorativa (e in questa prospettiva adeguino le attività interne). Evitare dunque
inserimenti di soggetti che potrebbero beneficiare di inserimenti in luoghi
di lavoro. Verifica della compatibilità tra programmazione individualizzata
e di struttura. Rivalutare l'adeguatezza degli ambienti in cui sono ubicati
i CD per verificarne l'appropriatezza (spazi, barriere architettoniche, ….).
- Servizi domiciliari. Evitare che in particolare gli interventi
di assistenza educativa per soggetti con deficit intellettivo si riducano a
badanza o intrattenimento, attraverso una verifica accurata della compatibilità
degli obiettivi del progetto educativo individualizzato con quello del servizio;
avviare sperimentazioni del servizio di aiuto personale (l. 104/92 e
162/98), per soggetti con esclusivo grave deficit motorio. Il servizio può essere
erogato direttamente dall'ente locale oppure con l'affidamento (autogestione)
all'utente del servizio attraverso l'erogazione di un contributo economico.
- Per quanto riguarda altri interventi, riteniamo che l'attività del CEM
(centro educazione motoria) debba essere ridefinita e riveduta; per gli utenti
dei Centri Diurni l'attività motoria deve essere ricondotta al proprio interno
e diventare in maniera chiara un servizio erogato dalla struttura, che mantiene
in carico l'utente anche nei periodi in cui lo stesso fruisce di altri interventi
(vedi CEM). Con chiarezza devono essere definiti gli obiettivi di altri interventi
presenti o con avvio previsto a breve (Centro agricolo, Terrecotte, Mostra mercato).
- Trasporto. Garantire la possibilità di accesso a servizi di
trasporto (taxi o mezzi attrezzati) anche per i soggetti incapaci di utilizzare
(impossibilità di salire) mezzi pubblici.
- Integrazione lavorativa. Avvio del SIL (Servizio di integrazione
lavorativa), già deliberato ed ora da rendere operativo. Ribadiamo la necessità
che sia definito un percorso finalizzato al lavoro (pieno o protetto). In assenza,
automaticamente anche soggetti che potrebbero essere avviati verso percorsi
lavorativi finiscono nella stragrande maggioranza verso circuiti assistenziali.
Ribadiamo la contrarietà a interventi che definiamo "ibridi" nei quali possono
convivere attività lavorative e attività educativo assistenziali. Ci riferiamo
in particolare a: Laboratorio Terrecotte e Mostra Mercato e alle attività connesse
con il Centro Agricolo.
- Attività sportiva e tempo libero. Garantire l'accessibilità
di tutte le strutture sportive sia per l'attività sportiva che come spettatori.
Sostenere l'inserimento all'interno delle società sportive attive nel territorio
anche di soggetti disabili per la pratica dell'attività sportiva sia a livello
amatoriale che agonistico.
- Informazioni sui diritti e sui servizi. Spesso gli utenti e
i loro familiari non hanno sufficiente conoscenza rispetto alle possibilità
di accesso ai servizi così come dei diritti di cui godono. Opportuno sarebbe
al proposito la creazione di uno sportello informativo.
Adulti e anziani non autosufficienti. In particolare l'obiettivo da percorrere
è quello di evitare o ritardare il ricorso alle strutture residenziali. Ciò
richiede un potenziamento dei servizi domiciliari e la creazione di servizi
diurni. Diventa pertanto necessaria l'attivazione di un compiuto servizio di
cure domiciliari che possa effettivamente proporsi come alternativa alla istituzionalizzazione.
Indispensabile è l'immediata erogazione degli interventi di igiene alla persona
all'interno dei servizi di cure a domicilio. Servizio che attualmente non viene
erogato dalla azienda sanitaria. Si chiede inoltre l'impegno perché all'interno
di tutto l'Ambito Territoriale venga attivato il Servizio di assistenza domiciliare.
Inoltre chiediamo:
- l'impegno perché l'ASL assuma parte degli oneri del costo retta per tutti
gli anziani cronici non autosufficienti impropriamente (in quanto non hanno
autorizzazione per ospitare malati non autosufficienti) ricoverati presso le
Case di riposo del territorio. Attualmente, ad eccezione dei posti letto convenzionati
a Jesi (quelli presso la Casa di Riposo di Cupramontana non sono stati autorizzati
dalla regione Marche) , solo per alcuni soggetti (con identiche condizioni di
salute) vengono riconosciuti costi sanitari all'interno della retta;
- avviare la procedura di valutazione della condizione di non autosufficienza
per tutti gli anziani che nel territorio della ASL 5 usufruiscono dei servizi
domiciliari e residenziali e contestuale cessazione del ricovero presso queste
strutture di soggetti malati e non autosufficienti compresi malati mentali;
- l'utilizzazione delle 3 RSA presenti nel territorio conformemente alla autorizzazione
ricevuta (accoglienza di malati non autosufficienti stabilizzati) e attivazione
da parte della Azienda sanitaria dei p.l. di Riabilitazione e lungodegenza;
chiarezza con la stessa ASL riguardo i posti letto classificati come RSA che
dovranno realizzarsi presso l'attuale ospedale Murri. Per ogni cambio di funzione
(gestione post acuzie) dovrà essere richiesta l'autorizzazione regionale, senza
subdole modifiche. Permanendo - in contrasto con le leggi vigenti - l'utilizzo
delle tre RSA con funzione di gestione della post acuzie si chiede di prevedere
che la degenza - come per le strutture che gestiscono la stessa tipologia di
utenza - sia a completo carico del fondo sanitario anche dopo il novantesimo
giorno di degenza.
- realizzazione di un Centro diurno per soggetti con malattia di Alzheimer o
altre forme di demenza a titolarità sanitaria
Per quanto riguarda le persone con patologia psichiatrica si sollecita:
- utilizzo da parte della ASL, come da autorizzazione ricevuta e come confermato
finalmente anche dalla lettera della regione Marche dello scorso 19.7., della
Comunità protetta per malati mentali di Via Tabano; sollecitazione alla costituzione
da parte della Asl di comunità a dimensione familiare al fine di ridurre e azzerare
i ricoveri presso la Casa di cura di Villa Jolanda;
- cessazione di ricoveri presso strutture assistenziali di soggetti con gravi
patologie psichiatriche che richiedono permanenti interventi educativi, terapeutici
e riabilitativi.
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