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Lì, 7 maggio 2002
- Ai candidati Sindaci Comune di Jesi


Di seguito formuliamo alcune proposte, che se condivise, chiediamo di essere sottoscritte. Si ringrazia per l'attenzione e si inviano cordiali saluti.

Gruppo Solidarietà

Proposte ai candidati sindaci del Comune di Jesi

In occasione delle precedenti elezioni il Coordinamento Volontariato della Vallesina aveva formulato una serie di proposte riguardanti gli interventi rivolti alla popolazione più svantaggiata.
In premessa si chiedeva: "L'attuale strutturazione dell'assessorato permette di assumere con pienezza la piena titolarità delle funzioni socio assistenziali? E' il Comune di Jesi in grado di effettuare una valida programmazione socio assistenziale? Richiedevamo poi di "stipulare con l'ASL 5 protocolli operativi per ogni servizio socio sanitario, invitando l'amministrazione comunale ad avviare da subito con la ASL 5 un percorso volto a definire con chiarezza le rispettive competenze. Purtroppo a distanza di quattro anni queste domande hanno trovato, a nostro parere, una parzialissima risposta, ed anzi pare che dopo un timido tentativo iniziale si sia del tutto rinunciato a percorrere la strada della definizione delle competenze e delle responsabilità (comprese quelle economiche) all'interno degli interventi e dei servizi socio sanitari. Problemi che ora si riproporranno in termini di ambito territoriale. Le proposte e indicazioni che seguono avranno pertanto come riferimento un territorio nel quale Jesi assume il ruolo di capofila.
Ribadiamo in premessa che gli interventi rivolti ai soggetti più in difficoltà non devono avere come competenza esclusiva il settore dei "servizi sociali"; la politica sociale di un territorio (lavoro, trasporto, casa, tempo libero, ecc…), ha il dovere di occuparsi di tutti i cittadini, secondo le proprie competenze, compresi quelli svantaggiati. Riteniamo pertanto che due aspetti abbiano assoluta priorità: la programmazione dei servizi a titolarità comunale ed il rapporto con l'azienda sanitaria.

L'effettiva titolarità della funzione. Ribadiamo la necessità che per singoli ambiti di intervento ci si doti di personale con compiti di programmazione. E', a nostro avviso, impensabile continuare ad essere titolari di interventi nei quali la competenza tecnico programmatoria è delegata ad operatori di un altro ente. Non si può inoltre prescindere dalla definizione di accordi con la ASL 5 in tutti gli interventi e servizi nei quali interagiscono figure professionali della ASL (handicap, minori, anziani, ….).
Ciò dovrà valere per tutto l'ambito territoriale. In questo quadro è necessario la ridefinizione delle funzioni dell'Istituzione, a partire dalla verifica delle deleghe assegnate (immigrazione, assistenza economica, domiciliare).
Chiediamo che in tutti i servizi socio assistenziali e socio sanitari vengano approvati Regolamenti di funzionamento. Con chiarezza per ogni singolo servizio dovranno essere definiti i criteri di accesso, le modalità di ammissione ed eventualmente di dimissione, le attività svolte, tempi di apertura, la partecipazione degli utenti e dei loro familiari, i criteri per l'eventuale partecipazione al costo, ed ogni altra informazione sul funzionamento degli stessi.
In particolare si chiede il rispetto dei contenuti del D. lgs 130/2000 riguardo agli utenti per i quali si prevede la partecipazione al costo dei servizi sul solo reddito del richiedente, come recepito parzialmente dalla delibera comunale n. 10 del 18.1.2002.
Rapporto con l'azienda sanitaria. Per tutti i soggetti adulti e anziani malati non autosufficienti si chiede un preciso impegno nei confronti sia dell'Azienda sanitaria che della regione a garanzia del diritto alla tutela della salute, cessando l'improprio trasferimento di competenze dalla sanità all'assistenza. In particolare dopo l'emanazione del DPCM 29.11.2001, sui Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria riguardanti le prestazioni sociosanitarie si chiede una forte presa di posizione perché la Regione Marche avvii, in fase di applicazione, un processo di negoziazione con gli enti locali sui quali ricadranno pesanti oneri sanitari. Si chiede altresì una forte sollecitazione alla Regione perché metta fine ad una situazione di permanente illegittimità consentendo il ricovero presso strutture assistenziali (autorizzate solo per l'accoglienza di soggetti autosufficienti) anche di soggetti malati e non autosufficienti.

Di seguito si formulano alcune proposte riguardanti sia i servizi in generale che per settori di intervento.

Handicap
- Servizi socio assistenziali
. Garantire l'effettiva titolarità della programmazione attraverso figure professionali stabili appartenenti ai Comuni. Definire con chiarezza obiettivi, tipologia di utenza, ecc… di ogni servizio, con una chiara distinzione tra interventi e servizi, nella prospettiva della massima integrazione sociale. Urgentissimo è il rinnovo dell'accordo di programma per i servizi extrascolastici scaduto il 31.12.2000, nel quale è assolutamente necessario far assumere alla Azienda sanitaria oneri che gli competono in tutti i servizi (domiciliari, diurni, residenziali) riguardanti persone con grave disabilità.
- Residenzialità. Avviare in tempi rapidissimi la prevista comunità alloggio di Morro D'alba, prevedere la realizzazione di un'altra nel territorio di Jesi per arrivare ai necessari complessivi 12-15 posti letto per tutto l'ambito territoriale.
- Centri diurni. Così come stabilito dai regolamenti in vigore prevedere che i Centri diurni ospitino soggetti che abbiano adempiuto l'obbligo scolastico e per i quali non è possibile prevedere idonee forme di integrazione lavorativa (e in questa prospettiva adeguino le attività interne). Evitare dunque inserimenti di soggetti che potrebbero beneficiare di inserimenti in luoghi di lavoro. Verifica della compatibilità tra programmazione individualizzata e di struttura. Rivalutare l'adeguatezza degli ambienti in cui sono ubicati i CD per verificarne l'appropriatezza (spazi, barriere architettoniche, ….).
- Servizi domiciliari. Evitare che in particolare gli interventi di assistenza educativa per soggetti con deficit intellettivo si riducano a badanza o intrattenimento, attraverso una verifica accurata della compatibilità degli obiettivi del progetto educativo individualizzato con quello del servizio; avviare sperimentazioni del servizio di aiuto personale (l. 104/92 e 162/98), per soggetti con esclusivo grave deficit motorio. Il servizio può essere erogato direttamente dall'ente locale oppure con l'affidamento (autogestione) all'utente del servizio attraverso l'erogazione di un contributo economico.
- Per quanto riguarda altri interventi, riteniamo che l'attività del CEM (centro educazione motoria) debba essere ridefinita e riveduta; per gli utenti dei Centri Diurni l'attività motoria deve essere ricondotta al proprio interno e diventare in maniera chiara un servizio erogato dalla struttura, che mantiene in carico l'utente anche nei periodi in cui lo stesso fruisce di altri interventi (vedi CEM). Con chiarezza devono essere definiti gli obiettivi di altri interventi presenti o con avvio previsto a breve (Centro agricolo, Terrecotte, Mostra mercato). In particolare si chiede di evitare ogni ibrido e ambiguità in questi servizi con attività lavorative (ci riferiamo al rapporto tra Laboratorio di Terrecotte e Mostra mercato).
- Trasporto. Garantire la possibilità di accesso a servizi di trasporto (taxi o mezzi attrezzati) anche per i soggetti incapaci di utilizzare (impossibilità di salire) mezzi pubblici.
- Integrazione lavorativa. Avvio del SIL (Servizio di integrazione lavorativa), già deliberato ed ora da rendere operativo.
- Attività sportiva e tempo libero. Garantire l'accessibilità di tutte le strutture sportive sia per l'attività sportiva che come spettatori. Sostenere l'inserimento all'interno delle società sportive attive nel territorio anche di soggetti disabili per la pratica dell'attività sportiva sia a livello amatoriale che agonistico.
- Informazioni sui diritti e sui servizi. Spesso gli utenti e i loro familiari non hanno sufficiente conoscenza rispetto alle possibilità di accesso ai servizi così come dei diritti di cui godono. Opportuno sarebbe al proposito la creazione di uno sportello informativo.

Adulti e anziani non autosufficienti
- Nei servizi domiciliari si chiede di attivarsi perché l'azienda sanitaria eroghi gli interventi di igiene alla persona all'interno dei servizi di cure a domicilio. Servizio che attualmente non viene erogato. Si chiede inoltre l'impegno perché all'interno di tutto l'Ambito territoriale venga attivato il Servizio di assistenza domiciliare;
- impegno perché l'ASL assuma parte degli oneri del costo retta per tutti gli anziani cronici non autosufficienti impropriamente (in quanto non hanno autorizzazione per ospitare malati non autosufficienti) ricoverati presso le Case di riposo del territorio. Attualmente, ad eccezione dei posti letto convenzionati a Jesi e quelli presso la Casa di Riposo di Cupramontana, solo per alcuni soggetti (con identiche condizioni di salute) vengono riconosciuti costi sanitari all'interno della retta;
- avviare la procedura di valutazione della condizione di non autosufficienza per tutti gli anziani che nel territorio della ASL 5 usufruiscono dei servizi domiciliari e residenziali e contestuale cessazione del ricovero presso queste strutture di soggetti malati e non autosufficienti compresi malati mentali;
- utilizzazione delle 3 RSA presenti nel territorio conformemente alla autorizzazione ricevuta (accoglienza di malati non autosufficienti stabilizzati) e attivazione da parte della Azienda sanitaria dei p.l. di Riabilitazione e lungodegenza; chiarezza con la stessa ASL riguardo i posti letto classificati come RSA che dovranno realizzarsi presso l'attuale ospedale Murri. Per ogni cambio di funzione (gestione post acuzie) dovrà essere richiesta l'autorizzazione regionale, senza subdole modifiche.
- realizzazione di un Centro diurno per soggetti con malattia di Alzheimer o altre forme di demenza a titolarità sanitaria
- utilizzo da parte della ASL, come da autorizzazione ricevuta, della Comunità protetta per malati mentali di Via Tabano, per l'accoglienza di soggetti che abbiano superato la fase acuta e post acuta della malattia;

Minori. Potenziamento e promozione dell'affidamento familiare a scopo educativo.