(indice Voce sul sociale)
Gruppo Solidarietà, Via S. D'acquisto 7, 60030 Moie di
Maiolati (AN), Tel. e fax 0731.703327. grusol@grusol.it
15 marzo 2002
- Presidente e componenti Conferenza dei sindaci ASL 5
e p.c. - Direttore Generale ASL 5
- CGIL - CISL - UIL Jesi
- Assessore regionale alla sanità
- Assessore regionale ai servizi sociali
Oggetto: Riunione Conferenza dei sindaci. Servizi sanitari
e socio sanitari nel territorio della ASL 5.
Lo scorso 26 gennaio questa associazione ha inviato alla direzione della ASL
5 e ai Comuni ricompresi nell'ambito territoriale la propria posizione rispetto
al documento riguardante la riorganizzazione dei posti letto. Considerato che
nel Consiglio Comunale di Jesi dello scorso 8 marzo dedicato ai problemi della
sanità dalla relazione del direttore generale non sono emerse nuove indicazioni,
si ribadisce quanto sostenuto nella lettera sopra indicata e si spera che tali
indicazioni possano essere sostenute dalla Conferenza dei Sindaci. Riassumendo
si chiede:
- l'attivazione dei posti letti di riabilitazione ospedaliera (previsti in 31
dal PSR) e di lungodegenza (31 anche questi) fornendo la piena garanzia che
per questi ultimi non si tratti di semplice cambio di nome;
- chiarezza sull'attivazione dei posti letto extraospedalieri da realizzare
al Murri a completamento di quelli già attivi nelle tre strutture disattivate
dalla funzione ospedaliera del 1992 (Cupramontana, Filottrano, Montecarotto).
Infatti nonostante che i posti da attivare vengano definiti come RSA, rimangono
notevoli perplessità circa l'effettiva attivazione di queste strutture, considerando
che da dieci anni le RSA presenti (e così classificate) vengono utilizzate per
tutto meno che per questa funzione. In particolare dato l'utilizzo di queste
strutture finora assimilabile alla funzione riabilitazione lungodegenza, con
costi ridotti di almeno un terzo, appare assai improbabile che l'azienda sanitaria,
senza forti pressioni, attivi interventi che determinano una maggiore spesa.
Si chiede inoltre che vengano definite importanti questioni riguardanti:
1) Handicap
a) chiarezza sui tempi di attivazione della residenza per persone in
situazione di handicap da realizzarsi presso il Comune di Morro D'Alba;
b) definizione della partecipazione al costo dei servizi attualmente erogati
(Centri diurni e assistenza educativa) da parte dell'Azienda sanitaria. Inspiegabilmente
i Comuni continuano a non pretendere la partecipazione al costo dei servizi;
una partecipazione, ricordiamo, dovuta;
c) rinnovo dell'Accordo di Programma (scaduto il 31.12.2000) che oltre a definire
le competenze economiche, dovrà ridefinire i termini della programmazione dei
servizi, che permangono in una situazione di totale indefinizione.
2) Anziani non autosufficienti
a) assunzione degli oneri spettanti da parte della ASL 5 rispetto agli interventi
di igiene alla persona all'interno dei servizi ADI. Ricordiamo che attualmente
tale servizio non viene erogato. Estensione del SAD in tutti i Comuni dell'ambito
territoriale;
b) assunzione da parte dell'ASL 5 di parte degli oneri del costo retta per tutti
gli anziani cronici non autosufficienti impropriamente (in quanto non hanno
autorizzazione per ospitare malati non autosufficienti) ricoverati presso le
Case di riposo del territorio. Ricordiamo che ad eccezione dei posti letto convenzionati
a Jesi e quelli in via di definizione presso la Casa di Riposo di Cupramontana,
solo per alcuni soggetti (con identiche condizioni di salute) vengono riconosciuti
costi sanitari all'interno della retta. Ciò appare del tutto iniquo ed inaccettabile.
Non si tratta dunque come affermato nell'ordine del giorno del Consiglio Comunale
di Jesi dello scorso 8 ottobre di chiedere alla ASL 5 di mantenere gli impegni
(…) rispetto "ai posti di lungodegenza" (mai termine è stato usato più impropriamente;
lo ricordiamo ancora, la lungodegenza è una funzione ospedaliera) per "garantire
gli equilibri economici dell'Istituzione Centro Servizi Sociali". Si tratta
di chiedere un impegno attraverso l'assunzione di oneri a tutela della salute
dei cittadini;
c) avviare la procedura di valutazione della condizione di non autosufficienza
(come peraltro indicato nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale
di Jesi il 26 ottobre 2001) per tutti gli anziani che nel territorio della ASL
5 usufruiscono dei servizi domiciliari e residenziali (quelli diurni purtroppo
non sono stati attivati).
d) utilizzazione delle 3 RSA presenti nel territorio conformemente alla autorizzazione
ricevuta (accoglienza di malati non autosufficienti stabilizzati).
3) Malattia mentale
l'utilizzazione della Comunità Protetta di Via Tabano che nonostante sia stata
autorizzata dall'assessorato ai servizi sociali (non quello alla sanità) della
regione Marche per interventi di natura socio-educativa, continua a rivendicare
una competenza riabilitativo terapeutica (finalmente in data 7 marzo 2002 la
regione ha chiesto alla ASL 5 chiarimenti a riguardo). Ciò determina, come più
volte abbiamo fatto notare, conseguenti ricoveri a termine per tutte le persone
ricoverate e nel caso, come quasi sempre accade, di impossibilità di ritorno
al domicilio, ricoveri ancora una volta presso le case di riposo o addirittura
il ritorno verso strutture come quella di Villa Jolanda. Non vogliamo ripetere
quanto sia necessario avere nel territorio delle piccole strutture residenziali
per l'accoglienza di malati che non possono rientrare in famiglia. Va fatto
notare inoltre che per gli stessi soggetti il passaggio verso le Case di Riposo
cambia totalmente il quadro degli oneri. A parte infatti alcuni posti convenzionati
presso la casa di Riposo di Jesi, in tutti gli altri casi si ha una retta a
totale carico dell'assistito, dei suoi familiari o del Comune di residenza.
Dispiace, nonostante, le nostre ripetute sollecitazioni, che tale questione
non sia mai stata formalmente assunta né dal Comune di Jesi, né dalla Conferenza
dei Sindaci.
4) Applicazione D. lgs 130/2000
l'applicazione delle indicazioni del Decreto legislativo 130/2000 nella parte
in cui si stabilisce che le prestazioni erogate a domicilio o in ambiente
residenziale a ciclo diurno o continuativo, rivolte a persone con handicap permanente
grave di cui all'articolo 3 della legge 104/1992, nonché a soggetti ultrasessantacinquenni
la cui non autosufficienza fisica o psichica sia stata accertata dalle Aziende
Unità Sanitarie" verrà presa in considerazione la situazione economica del solo
assistito e non quella del nucleo familiare o dei parenti "tenuti agli alimenti.
Ribadiamo la richiesta a tutti i Comuni della Vallesina di voler seguire le
indicazioni contenute nella delibera del 18 gennaio scorso del Comune di Jesi,
volta ad una prima applicazione del D.Lgs 130. Facciamo notare che tutti gli
interventi rivolti ai soggetti sopra indicati prevedono la partecipazione al
costo da parte della Azienda sanitaria e stupisce veramente che i Comuni continuano
a non pretendere dalla stessa gli oneri di spettanza.
Riteniamo infine inderogabile l'adozione tra Azienda sanitaria e Comuni dell'ambito
territoriale di un strumento volto a definire competenze e responsabilità in
tutti gli interventi di natura socio sanitaria. Ricordiamo che i Comuni ricorrono
stabilmente per la gran parte dei loro interventi ad operatori dell'Azienda
sanitaria (in particolare assistenti sociali) senza che sia presente una chiara
definizione dei rapporti. Ciò determina una permanente situazione di indefinizione.
Augurandoci che la Conferenza possa assumere un effettivo ruolo di promozione
di indirizzo nella prospettiva della tutela dei soggetti più deboli, inviamo
distinti saluti
Gruppo Solidarietà
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