Gruppo Solidarietà
Via Fornace, 23
- 60030 Moie di Maiolati Sp. AN- ITALY
tel/fax 0731703327
grusol@grusol.it
 
Il materiale presente nel sito può essere ripreso citando la fonte
Home page - Indietro

(indice Voce sul sociale)

- Al Gruppo di lavoro "Residenzialità - Handicap"

Lì, 22.4.2001

Oggetto: Servizio residenziale per l'handicap nella Vallesina

Quale contributo all'attività del Gruppo di Lavoro sulla questione in oggetto, puntualizziamo, se pur in modo schematico, le nostre posizioni, al fine di poter definire un percorso condiviso e nella speranza di realizzare il miglior servizio possibile a fronte di esigenze verificate.
Anche in riferimento a quanto emerso nell'incontro dello scorso 31 marzo, riteniamo possibile affrontare la risposta al problema della residenzialità con due soluzioni, in tempi diversi:


La risposta alle emergenze (residenzialità temporanee e/o permanenti)
E' ipotizzabile la realizzazione di una struttura per un massimo di 5-6 posti letto (con i requisiti della civile abitazione, con l'adeguamento (servizi igienici) in caso di presenza di carrozzine). Tale risposta, riteniamo possa essere messa in atto in tempi brevi (qualche mese) e risponderebbe come emerso dall'incontro del 31 marzo, alle situazioni che richiedono urgentemente la risposta (circa 4). Riteniamo tale soluzione la più naturale e meno traumatizzante per ogni tipo di soggetto. Vale la pena ricordare che queste persone vivono da sempre in famiglia e a quel modello pensiamo importante riferirci.


2) L'ulteriore e successiva risposta
Una seconda risposta riguarda sia il "dopo di noi", che il "durante noi". Ha tempi di realizzazione più lunghi pur rimanendo necessario definire subito progetti e percorsi.
Ribadiamo la nostra preferenza per una struttura da 8-10 posti letto (compresi 2 posti per le emergenze) in rete con gli altri servizi della gestione associata (stessa titolarità), anch'essa da realizzare nei normali contesti abitativi.
Si può pensare ad un'utenza con diversi livelli di gravità e dunque livelli diversi di autonomia. Fissati standard minimi di funzionamento, essi dovranno poi essere successivamente rapportati alle diverse situazioni dei soggetti ospitati (la valutazione in ingresso andrà a ridefinire, in particolare, i bisogni assistenziali).
Pensiamo dunque ad una realtà abitativa vicina al modello comunitario/famigliare che eviti il più possibile il pericolo del cronicario omogeneo e spersonalizzante (vedi RSA o la più in generale riposta marchigiana che richiama le strutture ex. art. 26/833). Il modello di riferimento dovrebbe essere quello delle comunità alloggio realizzato nel progetto biennale della regione Marche.
Per tale motivo pensiamo non sia opportuno che a tale residenza siano annessi altri servizi (CD, laboratori ecc.); che rischierebbero di produrre un luogo nel quale si concentra la risposta ad ogni esigenza della persona. Siamo naturalmente consapevoli che dimensionamento ed ubicazione, ecc.. sono condizioni necessarie ma non sufficienti ad evitare una logica istituzionalizzante (mancanza di progetto personalizzato, presenza di rapporti interpersonali significativi, effettivo radicamento nel territorio, ecc ….).

Ovviamente, per quanto ci riguarda abbiamo a cuore che vengano rispettati alcuni elementi che riteniamo fondanti (progetto, obiettivo, dimensionamento, formazione degli operatori, ecc..); è del tutto evidente che, nessuna preclusione abbiamo (ne potremmo averla) riguardo il soggetto che andrà poi a gestire direttamente la struttura.

Disponibili a per quanto riterrete opportuno porgiamo cordiali saluti.


Gruppo Solidarietà