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Lì 10 gennaio 2004

Presidente e componenti V Commissione Consiliare
Gruppi Consiliari
e p. c - Assessore alla sanità


Oggetto: Osservazioni alla proposta di Progetto Obiettivo salute mentale 2004-2006.



Le osservazioni che seguono si riferiscono ai contenuti dell'allegato 1, "Strutture operative del DSM", con riferimento alle indicazioni riguardanti la risposta residenziale.

Ricordiamo che il Piano sanitario in riferimento all'area salute mentale (Tab. 5, p. 105) indicava la realizzazione di 440 posti letto nell'intero territorio regionale (circa 3 per mille abitanti), ricompresi in tre diverse tipologie di strutture (Strutture residenziali terapeutiche, Residenze sanitarie riabilitative, Residenze protette). Lo stesso PSR indicava tra gli obiettivi prioritari da perseguire nel triennio la conclusione della realizzazione delle strutture residenziali con l'obiettivo di contrastare "ogni forma di 'nuova istituzionalizzazione' all'interno di tali strutture".

Con l'occasione non si può evitare di segnalare inoltre la grande situazione di confusione riferita alle strutture definite e classificate come RSA disabili psichici. Strutture che con tale definizione vengono autorizzate ma che nei fatti non si sa cosa siano (Rimandiamo in proposito alle note del Gruppo Solidarietà del 5 novembre, 26 novembre, 18 dicembre e a quelle del Tavolo regionale Salute mentale del 12 novembre e 22 dicembre). Strutture che prevedono partecipazioni al costo da parte degli utenti pari a circa 1000 €. Partecipazioni che come motiviamo nelle nostre note, riteniamo del tutto illegittime. Non si riesce poi a capire come l'assessorato alla sanità (lettera del 23 dicembre in risposta alle nostre note), possa affermare che "si registra un uso improprio del termine RSA psichici", quando è con tale denominazione che la regione continua ad autorizzare il funzionamento di dette strutture.

Al punto 20, "Quadro riepilogativo degli standards", si danno questi riferimenti:
c) Servizi psichiatrici diagnosi e cura ospedaliera (SPDC) e Strutture terapeutiche residenziali (STR): complessivamente un posto letto ogni 10.000 abitanti, a seconda della implementazione sperimentale delle STR;
f) Strutture terapeutiche residenziali , Strutture Riabilitative Residenziali (SRR) e Comunità Protette (CP), obiettivo tendenziale: una struttura per ogni tipologia, per ogni DSM. Posti letto: tre ogni 10.000 abitanti . I DSM già sedi di ex Ospedali Psichiatrici che abbiano attivati posti letto superiori al presente standard, programmeranno una graduale riduzione degli stessi.

Le Strutture terapeutiche residenziali sono indicate sia al punto c che al punto f, non è chiaro dunque quali posti queste strutture concorrano a determinare. Secondo le indicazioni del PSR esse dovrebbero far parte dei 440 posti letto rinvenibili nei 3 ogni 1000 abitanti e dunque dovrebbero essere tolti dal punto c). D'altra parte non pare pensabile che i SPDC possano avere una dotazione di posti letto inferiore ai circa 145 previsti.

Considerato dunque che i 440 p.l. siano dati dalla somma delle 3 strutture, il POSM non specifica: il numero di p.l. previsto per singola tipologia di struttura; gli standard di personale.
Inoltre nelle RST non si parla di moduli, ma non si dice che non possono esserci accorpamenti. Pertanto la formulazione non esclude il fatto che si possa essere in presenza di strutture accorpate. Nelle SRR e nelle RP si parla di non più di 20 p.l. per modulo. Una formulazione che sembra dunque ipotizzare la presenza di più moduli.
In linea generale si ritiene inoltre che anche se non vi fossero accorpamenti (cosa ripetiamo non esclusa), la previsione di residenze da 20 posti, sia ben lontana da una logica "comunitaria o familiare" e molto più vicina ad una logica di istituzionale (basti pensare al dimensionamento di una struttura con 20 posti letto), ben lontana dalle indicazioni del PSR di contrasto ad ogni forma di 'nuova istituzionalizzazione. Si chiede pertanto che tutte le strutture siano autonome e dunque non accorpate ad altre con una capacità recettiva non superiore ai 12 posti letto.

Si segnala inoltre che le prime due strutture indicate (RST e SRR), a completo carico del Fondo sanitario non prevedono la possibilità di degenza permanente.
Il POSM prevede che nessuna struttura con degenza permanente per soggetti con patologia psichiatrica possa essere di competenza esclusivamente sanitaria; conseguentemente tutti i malati non curabili a domicilio saranno destinati presso strutture sociosanitarie come le Residenze protette che prevedono una quota a carico del fondo sociale e dunque degli utenti. Delle stesse non viene indicato, se non in modo del tutto generico, la dotazione di personale (è però del tutto evidente che queste ultime saranno strutture caratterizzate dalla prospettiva del "mantenimento" con una prevalenza dell'assistenziale sul riabilitativo) e soprattutto definizione della ripartizione del costo retta tra sociale e sanitario.
Chiarezza inoltre deve essere fatta sulle strutture che la regione Marche intende considerare - secondo le indicazioni del DPCM 14-2-01 e del il DPCM sui LEA "a bassa intensità assistenziale". Di certo tali non possono essere considerate le Residenze protette così come indicate dal Piano. In ogni caso nella cosiddetta lungoassistenza la partecipazione economica del soggetto ricoverato deve avere come riferimento la propria condizione economica e non quella del nucleo familiare.
Se, in conclusione, può essere accettabile una differenziazione delle tipologie di offerta, del tutto inaccettabile pare invece una definizione cronologica dei tempi di permanenza e soprattutto il fatto che a prescindere dalle condizioni del soggetto vi sia un transito definitivo - ovviamente per soggetti che non possono rientrare al domicilio - verso un'unica struttura (RP).

Temi questi che ci paiono non sufficientemente chiariti dal progetto Obiettivo; temi che per la loro importanza necessitano, a nostro parere, di importanti correzioni.

Distinti saluti


Gruppo Solidarietà