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15 ottobre 2004

COMUNICATO STAMPA

Servizi socio sanitari territoriali. E’ l’ora delle risposte

Il Gruppo Solidarietà, con due distinte note, ha chiesto alla Zona territoriale 5 e ai Comuni dell’Ambito territoriale risposte su questioni che nonostante l’estrema urgenza continuano a rimanere del tutto bloccate.


SULLA COMUNITÀ PER DISABILI DA REALIZZARE A MORRO D’ALBA (LA DELIBERAZIONE È DEL 2001) È CALATO DI NUOVO UN INQUIETANTE SILENZIO. IL GRUPPO SOLIDARIETÀ E L’ASSOCIAZIONE IL MOSAICO HANNO DI NUOVO COMUNICATO CHE SE ENTRO BREVE NON VERRANNO COMUNICATI I TEMPI DI APERTURA DELLA STRUTTURA ATTIVERANNO FORME PUBBLICHE DI PROTESTA.
Sempre sui problemi della disabilità da mesi il Gruppo Solidarietà chiede alla zona sanitaria risposte in merito al funzionamento delle Unità Multidisciplinari. La Zona territoriale non si è mai degnata di una risposta. Così più volte ha scritto il Gruppo “Non si capisce come funzionano nei tre distretti, quali operatori ne facciano parte, come si realizza la presa in carico. Come soprattutto vengono esercitate le funzioni assegnate loro dalla normativa regionale. L’impressione è quella di un assoluto caos organizzativo. Chiediamo pertanto formalmente alla Zona sanitaria 5 di comunicarci con quali modalità stanno funzionando le UM e come nei tre distretti sono organizzate per l’espletamento delle funzioni loro assegnate”.

LO SCORSO LUGLIO UN COMUNICATO STAMPA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI JESI ANNUNCIAVA L’APERTURA DI UN CENTRO DIURNO PER MALATI D’ALZHEIMER. UN SERVIZIO IMPORTANTISSIMO PER IL NOSTRO TERRITORIO. NULLA SI È PIÙ SAPUTO. IL GRUPPO SOLIDARIETÀ CHIEDE DI CONOSCERE I TEMPI DI ATTIVAZIONE E LE MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO IN PARTICOLARE APERTURA, TIPOLOGIA DI PERSONALE, COSTO RETTA.

Silenzio anche riguardo la residenzialità riguardante gli anziani non autosufficienti. Nessuna risposta è stata data a quanto il Gruppo ha più volte richiamato e denunciato: “l’attivazione dei posti letto di lungodegenza non può considerarsi in alternativa a quelli delle RSA. Ribadiamo pertanto che l’attuale previsione regionale di posti di RSA, largamente sottostimata, non ha ragione di essere ridotta. Questi ultimi, quelli attivati e da attivarsi, devono soltanto tornare alla funzione assegnata dalla normativa vigente. Per fare questo è evidente che non possono continuare ad esercitare impropriamente una funzione lungodegenziale e dunque deve essere fortemente modificato il loro modello organizzativo. Ma il dato rilevabile all’interno delle strutture assistenziali (che andrebbe ulteriormente differenziato secondo le diverse tipologie), non deve farci dimenticare il bisogno dei nuclei familiari che si fanno carico di gravi situazioni di non autosufficienza e su queste andare ad una programmazione che investa anche la risposta domiciliare e diurna (così come diventa del tutto indispensabile provvedere a politiche abitative che tengano conto dei bisogni di queste persone). In particolare sollecitiamo nuovamente sullo specifico dei servizi domiciliari la verifica sullo stato dei servizi domiciliari, ribadiamo la richiesta di attivazione del servizio di riabilitazione all’interno della prestazioni in ADI e di quello di igiene alla persona”.

Gruppo Solidarietà