(indice Voce sul sociale)
Coordinamento Assessori sociali dei comuni capofila
Indicazioni e proposte per la bozza di linee guida
regionali sui Piani di zona 2005-2007
Gli assessori ai servizi sociali dei Comuni sopra i 15.000 abitanti, recentemente
esteso a tutti i Comuni capofila degli ambiti sociali, esprimono le seguenti
indicazioni e proposte sulla bozza di linee guida regionali sui Piani
di zona 2005-2007:
Il Coordinamento degli Assessori comunali ai servizi sociali ritiene di
dover svolgere un ruolo, in ambito ANCI, che non è solo quello del confronto
e dell’approfondimento, ma è anche quello di organismo referente della
Regione nella costruzione della pianificazione sociale e della rete dei
servizi integrati sociali e socio-sanitari. Occorre pertanto trovare luoghi
e momenti di confronto periodici, anche informali, in cui gli Assessori
sociali possano dialogare con la Regione al fine di migliorare gli interventi
previsti.
La bozza di linee guida per la stesura del piano di zona 2005-2007 non
affronta il tema della gestione dei servizi sociali di ambito. In realtà
sono maturi i tempi per affrontare la questione tenuto anche conto che
la pianificazione sociale di zona ha bisogno di una gestione unitaria
e che alcuni ambiti hanno già cominciato a ragionare di questi aspetti.
A questo proposito la Regione, cogliendo l’occasione delle linee guida,
dovrebbe fornire degli indirizzi proprio al fine di promuovere una gestione
unitaria dei servizi sociali a livello di ogni singolo ambito. Spetterebbe
poi ai comuni scegliere lo strumento per la gestione unitaria fra quelli
previsti dalla normativa vigente ed in particolare dal Decreto legislativo
267/2000 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali)
a cui si deve aggiungere anche le Aziende pubbliche di servizi alla persona
(APSP).
Spetta al Governo definire i Livelli essenziali delle prestazioni sociali
che però ancora non vi ha provveduto. In questa situazione, diverse regioni
italiane per non perdere questi anni nella costruzione della rete dei
servizi sociali, hanno individuato alcune priorità relative alla realizzazione
di interventi e servizi da prevedere in tutti gli ambiti sociali. Sarebbe
opportuno che anche la Regione Marche desse l’esplicita indicazione che
ogni Piano di zona preveda la realizzazione di taluni interventi e servizi
in modo tale da avviare gradualmente la costruzione di una rete completa
di servizi integrati.
Le linee guida danno indicazioni modeste e poco significative per l’integrazione
socio sanitaria. Inoltre, la connessione che viene proposta tra piano
sociale e piano della salute appare non appropriata. Naturalmente questo
collegamento va realizzato ma il collegamento privilegiato, la vera integrazione,
va realizzata tra il piano sociale d’ambito ed il piano di attuazione
territoriale (PAT) dei distretti sanitari. Affinché l’integrazione socio-sanitaria
possa svilupparsi occorre infine che la regione definisca (ovviamente
non nelle linee guida) le regole dell’integrazione con l’approvazione
regionale, anche con modifiche migliorative, dell’allegato 1C del DPCM
29/11/2001 sui LEA (Prestazioni socio-sanitarie). Inutile continuare a
parlarne se prima non avviene questo passaggio. Le quote di partecipazione
delle Zone Territoriali (ex ASL) al pagamento dei servizi socio-sanitari
devono essere definite uniformemente in tutta la Regione con un accordo
con gli enti locali e i loro organi di rappresentanza. Oggi, si registrano
grandi differenze nel territorio regionale.
Gli enti locali vivono una situazione di grave incertezza relativamente
alla disponibilità delle risorse, comprese quelle provenienti dalla regione.
Tale incertezza aumenterà con il Piano sociale di zona 2005-2007 che deve
misurarsi con un arco temporale triennale in assenza totale di informazioni
sulle risorse disponibili. Per questo occorre che la regione:
Ripartisca tempestivamente le risorse del sociale;
Fornisca delle indicazioni sulle risorse regionali triennali da inserire
nei piani sociali di zona.
Occorrerebbe depurare le linee guida di quelle indicazioni rivolte alla
stessa regione (figure professionali, trattative sindacali, adempimenti
regionali, ecc.) comprese le valutazioni erronee sull’ISEE (le linee guida
affermano erroneamente che il decreto ISEE sarebbe scaduto e che il Governo
dovrebbe approvare un nuovo testo).
2 dicembre 2004.
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