(indice Voce sul sociale)
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Lì, 6 novembre 2005
- Assessore ai servizi sociali Regione Marche
- Dirigente Servizio “Politiche sociali”
Oggetto: Osservazioni sulla Linee guida per la riorganizzazione
degli ambiti territoriali.
Più volte questa associazione è intervenuta in merito al ruolo e alla
funzione dell’ambito sociale ed alla sua configurazione giuridica auspicando
un passaggio da ambito di coordinamento ad ambito di gestione (cfr. note
del 6.11.2002 e del 29.11.2004). Con le recenti bozze di Linee guida
per la riorganizzazione istituzionale degli ambiti territoriali sociali,
la regione marche, a nostro avviso, opportunamente si è incamminata in
questa direzione.
Si ritiene infatti non rinviabile - dopo la fase di sperimentazione -
un passaggio, attraverso tempi decisamente rapidi, alla nuova configurazione
giuridica dell’ambito (in questo senso auspichiamo che vengano definiti
tempi entro i quali tale processo deve realizzarsi). Un prolungamento
dell’attuale situazione (coordinatore e staff senza responsabilità gestionali,
associazionismo discrezionale all’interno degli AT, ecc …), non può che
alimentare una situazione di confusione a tutto danno del sistema territoriale
dei servizi sociali. L’obiettivo, “Un territorio, un governo”, deve essere
percorso, a nostro avviso, senza ulteriori rinvii.
La presenza di gestione associate è, infatti, condizione per la realizzazione
di reti territoriali di servizi.
In questo senso con l’assunzione di responsabilità anche gestionali del
Coordinatore, ci pare importante che venga con maggior precisione caratterizzato
il profilo tecnico e dunque le competenze di questa figura, che si configura
non più solo come facilitatore ma soprattutto come una figura “dirigenziale”.
Un passaggio che riteniamo, con rapidità, dovrebbe trovare opportuna collocazione
all’interno della legge di riordino regionale dei servizi sociali; nella
nostra regione è ancora vigente, seppur in larghissima parte abrogata,
la legge 43/1988 e nei fatti il Piano sociale regionale del 2000-2002
si è posto come norma di riordino; successivamente, attraverso delibere
di giunta, sono stati approvati i provvedimenti sull’attuazione del Piano
(attivazione Ambiti, UPS, piani di zona, ecc…).
Si esprimono invece perplessità riguardo l’indicazione regionale che opta
in maniera decisa verso la “Convenzione intercomunale con creazione di
un ufficio comune”. Non si entra nel dettaglio tecnico della proposta.
Ci pare però di ravvisare dal documento un eccessivo timore verso altre
forme associative ritenute, troppo pesanti, dalle quali sembrerebbe
uscire ridotto il livello di rappresentanza politica a favore di uno sbilanciamento
verso la componente gestionale. Facciamo solo notare che la proposta della
Convenzione, ha i suoi rischi nell’assunzione di un ruolo molto forte
del comune capofila rispetto agli altri comuni dell’ambito e che proprio
nella sua leggerezza si può ipotizzare una difficoltà e una debolezza
proprio nel percorso che vuole portare al rafforzamento del sistema locale
dei servizi sociali. Riguardo invece alla rappresentanza politica ci sembra
che nelle forme Consortili tale rappresentanza continua ad essere espressione
delle municipalità e dunque non sembra venir meno il “ruolo politico forte
e diretto degli amministratori comunali”.
Per parte nostra ribadiamo la convinzione che il governo territoriale
dei servizi sociali debba avere, ovviamente, una chiara distinzione tra
livello politico e livello tecnico. Ciò che è essenziale è la chiarezza
tra i due livelli e soprattutto la necessità che a livello territoriale
siano ben identificabili gli interlocutori politici così come la conduzione
tecnica.
Cordiali saluti
Gruppo Solidarietà
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