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       Tempo scaduto. Chiamata 
        a una svolta per le persone e le comunità critiche in movimento (torna all'indice informazioni)
 C’è un tesoro in Italia che abbiamo costruito noi, noi che siamo 
        le comunità critiche e le persone che da tempo hanno deciso che il mondo 
        può e deve essere migliore. Lo abbiamo messo assieme in anni di lavoro, 
        e alcuni suoi frutti sono visibili a diecimila chilometri da qui, come 
        a poca distanza dalle nostre case. Questo c’è. Ma l’evidenza dell’impatto 
        globale di tanto lavoro non è quella che speravamo. Infatti le cose non 
        sono meglio, non al Sud, non al Nord, non per la Pace, non per la Legalità 
        e per la Democrazia, né per i Lavoratori, né per gli Immigrati, né per 
        gli Esclusi, né per l’Ambiente, non per l’Informazione, non per la Salute, 
        non per il nostro Futuro.
 Piccoli grandi miracoli li abbiamo fatti, ma nella sostanza il risultato 
        è questo, facciamocene carico per la parte che ci compete. Questo significa 
        solo che il nostro tesoro va certamente valorizzato, ma pensato però come 
        primo mattone cui far seguire ben di più.
 E allora la chiamata va a noi tutti, per fermare la nostra macchina, aggregarci, 
        e:
 Ripartire con una differenza: nuovi metodi, da inventare assieme.
 Marciare con una differenza: coesione, oltre gli individualismi che ci 
        annullano.
 Esserci con una differenza: risultati tangibili.
 Non abbiamo alternative, il tempo è scaduto.
 Se siamo d’accordo su:
 1 - Il primato degli interessi di tutti gli esseri viventi sulle priorità 
        economiche di crescita ed espansione.
 2 - Il ripudio della guerra, come sancito dall’articolo 11 della Costituzione 
        italiana, ma anche la necessaria condivisione e presa in carico dei costi 
        di un mondo non belligerante.
 3 - Il riequilibrio della sperequazione Nord-Sud non solo come dovere 
        morale, ma anche come interesse dei Paesi ricchi, e la condivisione e 
        presa in carico dei costi di tale riequilibrio.
 4 - La difesa della Costituzione italiana nella sua interezza come ci 
        fu consegnata dai padri costituenti, perché oggi è evidente il rischio 
        di un suo svuotamento e di una sua applicazione su basi selettive. A rischio 
        è la nostra stessa democrazia.
 5 - La consapevolezza che la resa della sovranità nazionale a Istituzioni 
        sovranazionali è una tendenza portatrice di una duplice realtà. Da una 
        parte progresso, dall’altra possibili grandi pericoli per gli interessi 
        fondamentali del cittadino. Oltre ai casi dell’Organizzazione Mondiale 
        del Commercio e del Fondo Monetario Internazionale, si sottolinea il più 
        sottaciuto caso dell’Unione Europea.
 6 - La difesa della legalità nazionale e internazionale contro tutte le 
        mafie. Nel nostro Paese il sistema Mafia non è un fatto di carattere regionale, 
        bensì di costume diffuso e ormai fuori controllo.
 7 - La consapevolezza che lungo tutta la storia umana la prosperità delle 
        culture e delle economie è sempre dipesa dalla libera circolazione degli 
        individui, indipendentemente dalla loro religione, nazionalità o stato 
        sociale, e non solo dalla libera circolazione delle merci.
 8 - Il diritto a una informazione pubblica libera e non vincolata al rendimento 
        di capitali.
 9 - La ferma convinzione che la pubblica Istruzione, la pubblica Sanità, 
        e lo Stato sociale vanno mantenuti ad un elevato livello, e che i beni 
        comuni, come l’acqua, sono imprescindibili – Il diritto al lavoro stabile 
        (Art. 1 e 4 Costituzione italiana) viene ribadito come inalienabile, mentre 
        la flessibilità va concepita solo come scelta opzionale del cittadino, 
        e mai come sua unica alternativa - La convinzione che le economie private 
        possono fiorire solo all’interno di un saldo sistema economico pubblico.
 10 - La consapevolezza che ciascuno di noi, in quanto cittadini delle 
        società ricche, ha avuto e continua ad avere una parte di responsabilità 
        nello squilibrio del mondo, e che perciò l’atto del cambiamento spetti 
        a noi per primi, oltre che ai potenti.
 11 - Siamo un soggetto politico, facciamo cioè politica nel rapporto diretto 
        con i cittadini del mondo. Nei confronti dei partiti politici dell’arco 
        istituzionale, il nostro ruolo è quello di sorveglianti e ideatori di 
        proposte, ma non ci sarà commistione con essi, bensì collaborazione sempre 
        con una chiara separazione di ruoli.
 ... ci chiamiamo a raccolta.
 Vi chiediamo di incontrarci per trovare una coesione a partire da questi 
        spunti, e per rivedere i metodi con cui cercheremo il consenso per un 
        cambiamento reale. Vitale è comprendere che è sui quei metodi che ci qualificheremo 
        come rilevanti o, al contrario, irrilevanti ai fini di un cambiamento. 
        La loro efficacia determinerà il consenso delle opinioni pubbliche pro 
        o contro le aspirazioni per un mondo più equo, in altre parole: tutto.
 Sui metodi alcuni suggerimenti essenziali:
 1 - La conoscenza dei “Chi”, “Come”, “Cosa” degli Altri, e cioè chi erano, 
        come hanno fatto e cosa sono diventati coloro che in pochi anni hanno 
        quasi totalmente smantellato il mondo figlio di 100 anni di lotte dal 
        basso. Vi sono, qui, lezioni essenziali.
 2) La comprensione dei milioni di elettori-consumatori che danno vari 
        gradi di consenso agli Altri, capire cosa li muove, o cosa gli impedisce 
        di attivarsi per tutelare sé stessi nonostante il disagio crescente.
 3) La necessità di trovare una grande responsabilità e coesione fra noi, 
        perché l’individualismo e l’incostanza sono sinonimo di sicuro fallimento 
        per chi si è preso il compito di stimolare un contro-pensiero in milioni 
        di elettori-consumatori già tremendamente‘‘fidelizzati’ a un’esistenza 
        commerciale.
 4) Il coraggio di adottare anche metodi che si discostano da quelli che 
        abbiamo sempre praticato. Il lavoro va fatto dal basso verso il basso 
        e dal basso verso l’alto: tra noi e la gente, e da noi ai politici, alle 
        classi dirigenziali. Questo vale anche per i potenziali finanziatori/sostenitori 
        delle nostre campagne.
 5) L’assoluta necessità di saper parlare a tutti e di sapersi far ascoltare 
        da tutti, da sinistra a destra, a favore di chi è apatico, sfiduciato, 
        arrabbiato, impaurito, qualunquista ecc. Il loro consenso può cambiare 
        il mondo.
 La svolta è a portata di mano. Cogliamola.
 Alex Zanotelli, Gino Strada, Gianni Rinaldini, Luigi Ciotti… 
        e altri amici. Casa della Solidarietà Rete Radié Resch di Quarrata  http://www.rrrquarrata.it 
        casasolidarieta@rrrquarrata.it
 notiziario@rrrquarrata.it
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