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Raccolta delle principali normative nazionali pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale a partire dal 15 dicembre 1999
e delle principali normative della regione Marche pubblicate nel Bollettino Ufficiale a partire dal 15 dicembre 1999
Tipo
  Nazionale: - Regionale (MARCHE):
Parole
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REGIONALE (Marche)

Delibera Giunta Regionale n. 1254 del 03 agosto 2009, Approvazione dello schema di accordo per l’assistenza ai sacerdoti anziani tra la Regione Marche e la Regione Ecclesiastica Marche (BUR n. 79 del 21.08.2009)
Con questa delibera viene approvato lo schema di Accordo per l’assistenza ai sacerdoti anziani tra la Regione Marche e la Regione Ecclesiastica Marche, che prevede un finanziamento complessivo di euro 600.000,00 e individua nell’INRCA l’ente gestore e referente istituzionale. L’accordo si propone di ricercare una programmazione regionale organica e soddisfacente per garantire l’assistenza sociosanitaria ai sacerdoti anziani, non autosufficienti. A tal fine è stato definito un Progetto sperimentale denominato “assistenza ai sacerdoti anziani”, articolato in interventi specifici nei settori della residenzialità protetta, delle cure domiciliari e dell’assistenza domiciliare a carattere socio-assistenziale; riservando nuclei di accoglienza all’interno di strutture comunitarie con modalità organizzative di tipo famigliare. Viene stabilita inoltre la costituzione di un Comitato regionale di indirizzo e coordinamento della sperimentazione, formato da rappresentanti della Regione Marche, dal Direttore Generale dell’IRCA, dal Direttore Generale ASUR e delegati della Regione Ecclesiastica Marche.
Delibera Giunta Regionale n. 1143 del 13 luglio 2009, L. 328/2000 art. 21 – Sistema informativo dei servizi sociali: approvazione delle linee guida per l’implementazione dei sistemi informativi gestionali di ambito e per lo sviluppo del sistema informativo sociale regionale (BUR n. 72 del 24.07.2009)
Il documento individua le linee guida per l’implementazione dei sistemi informativi gestionali di ambito e per lo sviluppo del sistema informativo sociale regionale. Vengono elencati le principali finalità dei sistemi informativi gestionali di ATS: - migliorare la comunicazione con i cittadini: in merito all’offerta dei servizi, per favorire l’accoglienza e l’accesso ai servizi, per ascoltare i cittadini e gli operatori sociali e coinvolgerli nei processi di partecipazione propedeutici alla programmazione, informare sulle attività svolte e i risultati conseguiti; - coordinare la gestione operativa dei servizi: poter seguire l’utenza, rendere più efficiente il lavoro degli operatori sociali; - permettere il monitoraggio costante attraverso lo strumento della cartella sociale informatizzata che costituisce lo strumento di lavoro - monitoraggio del servizio sociale professionale, per omogeneizzare i metodi, i linguaggi e favorire l’integrazione e lo scambio delle informazioni con le altre professionalità sociali e sanitarie tutelando la dignità del cittadino e la continuità assistenziale; contribuire all’alimentazione del sistema informativo sociale regionale. Le linee di indirizzo descrivono inoltre le finalità del sistema gestionale: - comunicazione con gli utenti-cittadini e con gli altri attori sociali: l’accesso on line da parte dei cittadini per consultare le informazioni relative ai servizi, ai regolamenti di accesso, la modulistica, la compilazione delle domande e degli iter burocratici, l’accesso alla consultazione da parte della rete di sportelli pubblici (UPS, segretariato sociale) e privati che effettuano le funzioni di front-office verso l’utenza (accoglienza, ascolto, informazione), - la gestione delle attività operative dei servizi: aggiornamento della mappa dell’offerta, gestione del sistema di autorizzazione, accreditamento e convenzione dei servizi operativi, gestione dei dati relativi all’utenza. Il documento indica in dettaglio le finalità della cartella sociale informatizzata, gli obiettivi dell’Osservatorio provinciale per le politiche sociali - istituito presso ogni Provincia e finalizzato alla raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse della provincia – e del sistema informativo sociale di livello regionale.
Delibera Giunta Regionale n. 1139 del 13 luglio 2009, LR 9/2004 art. 12 – Criteri per l’ammissione e modalità di assegnazione ed erogazione del contributo regionale per il sostegno dell’associazionismo di promozione sociale (BUR n. 72 del 24 luglio 2009)
La delibera definisce i criteri per la richiesta di finanziamento per il sostegno di iniziative promosse dalle associazioni di promozione sociale – iscritte nel registro regionale – e le modalità di concessione del contributo regionale, pari complessivamente a euro 250.000,00. Sono definite le aree di intervento e le finalità dei progetti ammissibili: conoscenza e valorizzazione dei principi ispiratori dell’associazionismo, formazione e aggiornamento degli aderenti alle associazioni, potenziamento e qualificazione dei servizi erogati; miglioramento della qualità della vita, promozione della cittadinanza attiva, diffusione della cultura della solidarietà e della promozione sociale, lotta alle diverse forme di disagio ed esclusione sociale di soggetti svantaggiati, promozione e tutela della salute, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e artistico. Vengono inoltre individuati i criteri per la valutazione dei progetti. Il costo complessivo del progetto non può superare 40.000,00 euro (50.000,00 euro per progettualità interassociativa) e la quota minima del co-finanziamento a carico delle associazioni proponenti deve essere pari almeno al 20% dell’importo complessivo.
Legge regionale n. 14 del 23 giugno 2009, “Norme in materia di tutela dei consumatori e degli utenti” (BUR n. 63 del 02.07.2009)
Con questo provvedimento viene istituito il comitato regionale dei consumatori e degli utenti che riconoscendo la validità del ruolo economico e sociale dei cittadini come consumatori ed utenti di beni e servizi, tutela i loro diritti ed interessi e promuove la cultura del consumo responsabile, favorendo forme di associazionismo tra i consumatori e gli utenti. Il comitato dei consumatori e degli utenti è composto dall’assessore regionale competente in materia, dal dirigente della struttura regionale competente, da un rappresentante dell’Unione regionale delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura; le funzioni principali previste sono di esprimere il parare su proposte di legge e atti di programmazione, fornire studi e ricerche utili alla qualificazione dei consumi e all’orientamento dei consumatori, promuovere iniziative coordinate con imprese e pubbliche amministrazioni. Presso la Giunta regionale viene inoltre istituito lo sportello del consumatore, servizio gestito dalle associazioni di consumatori, allo scopo di fornire, a livello regionale, informazioni, documentazione e consulenza su problemi specifici e su problematiche generali attinenti alla tutela dei consumatori.
DGR n. 1321 del 19 maggio 2009, LR n. 9 del 18/06/2002 art. 11. Approvazione avviso pubblico per la presentazione di proposte per progetti di promozione della cultura della pace e dei diritti umani. Biennio 2009/2010 (BUR n. 59 del 18.06.2009)
La delibera approva il bando per la “Presentazione di proposte” per “Progetti di promozione della cultura della pace e dei diritti umani biennio 2009/2010”. Per la valutazione dei progetti si stabilisce provvederà la Commissione congiunta composta da rappresentanti della Giunta regionale e Assemblea legislativa, organo di competenza per la liquidazione dei contributi. Il progetto dovrà essere conferme all’obiettivo di educazione allo sviluppo con particolare attenzione all’Africa sub-sahariana, ai temi quali l’immigrazione, commercio, sicurezza, diritti umani, dimensione sociale della globalizzazione e il lavoro diagnostico, l’ambiente ed HIV/AIDS. I soggetti proponenti sono ONG, soggetti associativi registrati nel Registro regionale della Cooperazione Internazionale, enti pubblici, istituzioni pubbliche e private, organismi di volontariato senza scopo di lucro. I progetti finanziabili sono distinti in ordinari (il cui contributo massimo erogabile è di 10.000 euro) e minori (il contributo è di 2.500). La durata del progetto è di minimo 4 mesi a un massimo di 12.
DGR n. 983 del 15 giugno 2009, LR 28/2008 – Istituzione dell'elenco regionale dei mediatori penali minorili e definizione delle modalità per l'iscrizione allo stesso (BUR n. 44 del 08.05.2009)
Viene definita l’istituzione dell’elenco regionale della figura del moderatore penale minorile (come previsto dalla L. R. 28/2008, art. 16). In base alle domande di iscrizione, redatte secondo lo schema contenuto nell’Allegato 2, si autorizza il dirigente del servizio sulle politiche sociali di valutare tali iscrizioni e respingere quelle che non rispettano i requisiti richiesti; nella domanda di iscrizione i canditati oltre alle generalità, dovranno specificare i titoli di studio e i requisiti: esperienze professionali specifiche e corsi di formazione, indicando luogo e durata di svolgimento.
DGR N. 985 del 15 giugno 2009, Approvazione delle modalità di utilizzo e dei criteri di riparo del fondo per le non autosufficienze e del fondo finalizzato alla permanenza o ritorno in famiglia di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti e relativi criteri di riparto (BUR n. 62 del 30.06.2009)
Nella delibera vengono definiti i criteri di riparto e le modalità di utilizzo del fondo per le non autosufficienze e del fondo finalizzato alla permanenza o ritorno in famiglia di persone parzialmente o permanentemente non autosufficienti. Come definito nell’Allegato A - che illustra le modalità di utilizzo dei fondi – con tale intervento si vuole favorire la permanenza o il ritorno in famiglia di persone anziane non autosufficienti, attraverso un potenziamento complessivo del sistema delle cure domiciliari, gestito dagli Enti locali o dagli Ambiti Territoriali sociali. A tal fine sono previste due tipologie di interventi: - l’avvio sperimentale di ‘assegni di cura’ per le famiglie che svolgono funzioni assistenziali senza aiuti esterni o con assistenti domiciliari in possesso di regolare contratto di lavoro: l’entità dell’assegno di cura, destinato solo a soggetti non autosufficienti è pari a 200,00 euro; - il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare (SAD), gestiti dai Comuni o dagli Ambiti, rivolto unicamente agli anziani ultrasessantacinquenni in condizioni di parziale o totale non autosufficienza. Nell’Allegato B è stata elaborata una ipotesi di riparto dei fondi per ognuno dei 24 Ambiti Territoriali Sociali, sulla base di indici elementari di riparto proporzionali al numero di anziani residenti, al livello di anzianità della popolazione residente (per tenere conto dell’intensità relativa dei processi di invecchiamento), e correlati all’ampiezza del territorio e alla dispersione localizzativa dell’utenza; tali parametri definiscono il bisogno assistenziale di un determinato territorio.
Servizio Istruzione, Formazione e lavoro, Decreto del Dirigente della P.F. Servizio per l'impiego e mercato del lavoro n. 48 del 11 giugno 2009, Avviso pubblico per la concessione di contributi pari ad € 760.000,00 mediante utilizzo del fondo regionale per l'occupazione dei disabili, relativi agli interventi di cui all'Art. 26 della L.R. 25 gennaio 2005 (BUR n. 59 del 18.06.2009)
Il decreto approva la concessione di contributo 760.000,00 euro mediante l’utilizzo del fondo regionale per l’occupazione dei disabili. Sono ammessi a contributo interventi quali: azioni di sostegno per l’assunzione di disabili iscritti alle liste provinciali (l. 68/99), per la somma di 370.000,00 euro (possono partecipare solo piccole e medie imprese private): in tale tipologia di intervento sono previsti progetti di tirocinio finalizzati all’inserimento lavorativo dei disabili e a possibili assunzioni dei soggetti ospitati. beneficiari sono piccole e medie imprese private e per ogni progetto approvato il limite massimo del contributo è di euro 5.000,00; interventi di rimozione degli ostacoli architettonici che impediscono l’inserimento lavorativo dei disabili per un finanziamento di 50.000,00 euro: anche in questo caso beneficiari sono piccole e medie imprese private e per ogni progetto approvato il limite massimo del contributo è di euro 5.000,00; interventi per l’acquisto di beni strumentali per il telelavoro per un somma di 40.000,00 euro; - per il sostegno di percorsi di formazione e di lavoro delle cooperative di tipo B per una somma di 300.000,00 euro: possono partecipare solo cooperative sociali di inserimento lavorativo di tipo B. Vengono definiti inoltre i criteri di valutazione dei progetti , con gli indicatori e relativi punteggi: qualità, grado di affidabilità e tempistica del progetto, condizione del disabile, competenze professionali del tutor didattico organizzativo, tipologia dei soggetti attuatori. In allegato alla delibera il fac simile della domanda per la richiesta dei contributi da spedire alla regione.
Legge regionale n. 13 del 26 maggio 2009, Disposizioni a sostegno dei diritti e dell'integrazione dei cittadini stranieri immigrati (BUR n. 53 del 04.06.2009)
Il testo legislativo contiene disposizioni a sostegno dei cittadini stranieri immigrati per quanto riguarda i loro diritti: abitazione, lavoro, istruzione, formazione professionale, cure mediche e la loro integrazione nel territorio nazionale. I destinatari sono tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, i richiedenti asilo, i rifugiati e le loro famiglie che risiedono nel territorio regionale. Si dispone la creazione di una Consulta e di un comitato esecutivo con potere decisionale, presieduta da un assessore e composta da alcuni consiglieri a cui si uniscono rappresentanti delle regioni, di associazioni multietniche, di volontariato e d’impresa. La Consulta, in collaborazione con l’Osservatorio regionale per le politiche sociali, svolge le proprie attività finalizzate all’integrazione, alla tutela culturale e all’interculturalità (corsi di lingua, mediatore culturale, progetti nelle scuole, …). Nel provvedimento vengono inoltre definiti gli obiettivi delle iniziative che con questo provvedimento si intende promuovere e sostenere: acquisire conoscenze sul fenomeno migratorio da Stati non appartenenti all’Unione Europea, accrescere l’informazione e la sensibilizzazione sul fenomeno dell’immigrazione, sostenere la conservazione dei legami degli immigrati con le culture d’origine; garantire pari opportunità nel mondo dell’istruzione, delle prestazioni sanitarie ed assistenziali e per l’avvio di attività autonome imprenditoriali, individuare e rimuovere condizioni di marginalità sociale, contrastare fenomeni che comportano situazioni di violenza e sfruttamento, garantire condizioni favorevoli allo sviluppo dell’associazionismo, garantire la realizzazione di interventi di mediazione culturale, promuovere iniziative volte ad individuare e contrastare forme di razzismo o di discriminazione a causa dell’origine etnica, geografica o religiosa.
DGR n. 803 del 18 maggio 2009, Linee di indirizzo per il modello organizzativo Hospice della Regione Marche (BUR n. 52 del 29.05.2009)
Nel provvedimento vengono definite le caratteristiche strutturali e le modalità organizzative dell’Hospice. Si tratta doi strutture di cure palliative, dedicate a malati affetti da malattie progressive in fase avanzata - principalmente pazienti affetti da patologia neoplastica - per i quali il domicilio non rappresenta il luogo di cura adatto ma per i quali non è necessario il ricovero ospedaliero tradizionale. Come previsto dalla legge nazionale di riferimento (DPCM del 20 gennaio 2000) l’Hospice è collocato in area residenziale sanitaria (degenza acuta, istituto di riabilitazione): in appositi edifici dedicati, intra o extraospedalieri o in strutture residenziali. Il documento descrive il ruolo delle professionalità coinvolte al fine di garantire un progetto assistenziale personalizzato per il malato in fase terminale, con cure erogate in équipe in cui le varie professionalità condividono la valutazione del paziente, il processo decisionale e il programma di intervento nel rispetto delle convinzioni e dei desideri del paziente e dei suoi familiari; l’equipè multidisciplinare e multiprofessionale è composta da. Responsabile clinico, responsabile medico con competenze gestionali organizzative, personale infermieristico di coordinamento, medico di medicina generale, psicologo, infermiere, assistente sociale, operatore socio-sanitario, assistente spirituale e volontari. Nella delibera sono inoltre stabiliti i criteri di accesso al servizio, gli standard organizzativi e strutturali e gli standard assistenziali.

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