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Lì 10 gennaio 2004
- Presidente giunta regionale
Assessore alla sanità regione Marche
Direttore Dipartimento Servizi alla persona
E p. c. - Tavolo regionale salute mentale
Cgil - Cisl - UIL regionale
Difensore civico regionale
Oggetto: Riferimento lettera 23 dicembre 2003. RSA disabili psichici.


Riteniamo la risposta del tutto evasiva. Continuiamo pertanto a contestare che le strutture autorizzate come RSA disabili psichici - stante l'attuale normativa regionale - possano prevedere la partecipazione al costo dei servizi da parte degli utenti nelle modalità indicate.

La lettera in oggetto afferma, che "si registra un uso improprio del termine RSA disabili psichici, trattasi invece per lo più di vere e proprie strutture residenziali psichiatriche dove, è noto, nessun onere viene posto a carico dell'utente".
Ora se da un lato ciò non fa che confermare la grande confusione riguardante le strutture residenziali per soggetti con patologia psichiatrica, che francamente non pare si voglia definitivamente dirimere, che racchiude con la stessa denominazione strutture diverse; è noto all'assessorato che:
- ci sono strutture che decreti e delibere regionali (ne citiamo alcuni DGR 785/2001, DGR 1639/2001; DDSP 65/DP5-2003) che autorizzano strutture che si chiamano "RSA disabili psichici" e speriamo che nessuno voglia negarlo;
- ci sono strutture che ospitano malati psichici, citiamo ad esempio: "Anni Azzurri", Abitare il tempo", che prevedono partecipazioni alla spesa da parte dell'utente per cifre pari a circa 1000 € al mese. Ripetiamo queste strutture negli atti regionali sono autorizzate, denominate, classificate come RSA disabili psichici;
- non abbiamo, nelle nostre note, posto il problema di ricoveri di soggetti con patologia psichiatrica in strutture classificate come RSA anziani (e non si capisce perché si continui a rispondere con questo riferimento); non potevamo farlo perché sono problematiche assolutamente distinte e per noi del tutto chiare. Il vostro riferimento alla DGR 3240-92, non fa che denotare, a nostro parere, la grande confusione esistente se è vero che nella Vs risposta si è preso, maldestramente a nostro giudizio, a riferimento quella delibera per giustificare quote "alberghiere" presso strutture aventi altra classificazione e per le quali non ci pare possibile un'imputazione di retta a carico del malato ricoverato

Il riferimento ai LEA e alla nota del 24 aprile del Direttore del Dipartimento Servizi alla Persona, nulla cambiano rispetto ai problemi posti e ai quesiti sollevati nella lettera. Ricordiamo che la nota del dott. Zuccatelli è stata emanata dopo che alcune aziende sanitarie, pur mancando atti regionali applicativi del DPCM 14-2-01 e 29.11.01 (che peraltro auspichiamo da tempo, vedi la lettera di 14 associazioni di volontariato dello scorso 29 novembre), volevamo applicare da subito, ai fini di ridurre gli oneri sanitari, alcune indicazioni del decreto (in particolare a riguardo delle strutture per anziani non autosufficienti).

Pertanto chiediamo ancora una volta che ci venga spiegato in base a quale norma regionale le strutture classificate e autorizzate come "RSA disabili psichici" possono imputare una retta a carico dell'utente pari a circa 1000 € al mese.
Restiamo in attesa di una risposta su questo specifico punto.

Distinti saluti

Gruppo Solidarietà