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Comunicato stampa

24 gennaio 2004

Il silenzio della regione Marche sui costi a carico degli utenti nelle strutture residenziali per adulti e anziani malati non autosufficienti (compresi malati d'Alzheimer e soggetti con patologia psichiatrica)


Lo scorso 29 novembre, 14 associazioni di volontariato della regione Marche (Gruppo Solidarietà, Ass. Il Mosaico, UILDM, Ancona, Centro H, Anglat Marche, Anffas Jesi, Anffas Senigallia, ANGSA regionale, Tribunale della salute, Ancona, Ass. Free Woman, Tavolo regionale salute mentale, Alzheimer Marche, Ass. Libera mente, Associazione paraplegici marche), hanno inviato una lettera al presidente della giunta regionale agli assessori alla sanità e ai servizi sociali chiedendo alla regione Marche di attivare percorsi partecipati tra i diversi soggetti coinvolti (regione, enti locali, aziende sanitarie, organizzazioni sindacali, associazioni), al fine di definire per tutto il territorio regionale ai diversi livelli (domiciliare, semiresidenziale, residenziale), l'applicazione dei Livelli essenziali di assistenza riguardanti i servizi socio sanitari. Le associazioni cos' scrivevano: "Le indicazioni del recente Piano sanitario e l'imminente approvazione dei Regolamenti riguardanti le strutture diurne e residenziali previste dalla legge 20/2002 (che identificano nuove strutture sociosanitarie) rendono non rinviabile l'applicazione e la definizione a livello regionale dei livelli essenziali di assistenza riguardanti l'area sociosanitaria. In particolare pare urgente definire a livello regionale le prestazioni che il servizio sanitario deve garantire a completo carico del fondo sanitario e quelle che prevedono la partecipazione (e con quale percentuale) del settore sociale; così come vanno definite le modalità di contribuzione, quando prevista, degli utenti".

L'applicazione dei Livelli essenziali di assistenza ha infatti importanti ricadute sui servizi rivolti alle fasce più deboli della popolazione (soggetti con gravi handicap, malati mentali, anziani non autosufficienti, malati d'Alzheimer…); in particolare attraverso di essi si definiscono le quote di finanziamento dei servizi tra settore sociale, cittadini e settore sanitario.
A distanza di circa due mesi di distanza le associazioni non hanno avuto nessun riscontro.

La situazione nel territorio regionale è di estrema gravità. La stragrande maggioranza delle strutture residenziali per anziani sono autorizzate per l'accoglienza di persone autonome, in realtà circa il 60-70% dei ricoverati è in condizione di non autosufficienza prodotta da gravi malattie. Le rette sono quasi sempre a carico degli stessi utenti con cifre che vanno dai 1000 a 2000 euro mensili; anche quando interviene finanziariamente il settore sanitario le quote a carico degli utenti raggiungono cifre pari a 1500 € provocando gravi problemi finanziari per le famiglie di questi malati. Le associazioni ritengono del tutto inaccettabile che si continui a scaricare sulle famiglie oneri del tutto insopportabili e chiedono alla regione di adempiere ai propri obblighi di applicazione delle normative nazionali in materia di integrazione socio sanitaria.
Le associazioni fanno presente che:
- la realizzazione della necessaria integrazione operativa tra settore sociale e sanitario richiede una precisa definizione delle titolarità istituzionali nella gestione dei servizi evitando di perpetuare l'esperienza di impotenza dei cittadini di fronte al palleggiamento delle responsabilità fra aziende sanitarie e comuni.
- devono essere assicurate, con certezza, le risorse finanziarie necessarie all'erogazione dei servizi e delle prestazioni evitando, come oggi avviene, di accollarne gli oneri alle fasce più deboli della popolazione.

Le associazioni si augurano, proprio all'indomani della Conferenza regionale sulle politiche sociali di Loreto, che dalla regione vengano chiari ed inequivocabili segnali (ovvero precisi atti amministrativi) di cambiamento riguardo le situazioni descritte. Ricordano alla regione marche gli impegni assunti nel recente Piano sanitario, in particolare quando in riferimento alla tutela dei soggetti fragili afferma che "Il porre queste aree di fragilità al centro degli interventi di tutela della salute rappresenta l'impegno etico primario della regione".