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24 ottobre 2003

Comunicato stampa


L'Assistenza residenziale nella Asl 5 e la tutela della salute di gravi ammalati adulti e anziani non autosufficienti



Ancora una volta il Gruppo Solidarietà si rivolge ai sindaci del territorio e alla azienda sanitaria 5, riguardo la situazione dell'assistenza residenziale a gravi ammalati non autosufficienti. Il Gruppo ribadisce "Si tratta di una situazione di una gravità estrema che si continua con la massima lucidità e pervicacia a non voler affrontare; non lo si fa e ciò rende ancora più gravi le responsabilità (comprese, ovviamente, quelle regionali) perché gli utenti e i loro familiari sono così deboli da non essere in grado di difendersi e tutelare i loro interessi (..) ci si trova di fronte ad un totale stravolgimento della normativa con un susseguirsi di funzioni improprie delle strutture in una completa incoerenza tra classificazione e funzione. In questo sistema a pagarne le tragiche conseguenze sono proprio i soggetti più gravi, totalmente dipendenti in tutte le funzioni. Anzi, più i soggetti sono gravi meno sembrerebbero avere bisogno di interventi sanitari, ritenendo che anche strutture assistenziali con qualche ora di infermiere per decine di malati non autosufficienti ricoverati possano essere adeguate per l'accoglienza di queste persone.

Il Gruppo Solidarietà ricorda le indicazioni del recente Piano sanitario regionale che "distingue chiaramente le funzioni tra le strutture. Lungodegenze per la gestione (a termine) della fase della post-acuzie; RSA per la "gestione di pazienti non autosufficienti, non curabili a domicilio, che si trovano in una condizione stabilizzata ma che richiedono una intensità assistenziale alta a causa della presenza di patologie croniche multiproblematiche. La durata della degenza è prolungata e può essere permanente; Residenze protette per l'accoglienza, anche permanente, di "pazienti non autosufficienti cronici e stabilizzati con basso carico sanitario". Una situazione - chiarisce il Gruppo Solidarietà - ben lontana dalla realtà del nostro territorio. Si continua con un utilizzo strumentale delle strutture al solo fine di razionare occultamente e di ridurre conseguentemente i costi.

Il Gruppo richiama una precedente nota nella quale affermava "con estrema amarezza dobbiamo constatare che ben poco è cambiato in questi anni; anzi negli ultimi periodi, sembra che un imbarazzante silenziatore sia stato messo ad ogni dibattito e discussione in merito alla tutela della salute di alcune fasce di cittadini"; e conclude "alle responsabilità della azienda sanitaria si accompagna quella della Conferenza dei sindaci, che continua a non voler assumere alcuna posizione riguardo la tutela della salute della popolazione residente; non riusciamo, con tutti gli sforzi a comprenderne le ragioni; i Comuni sono i primi a pagare gli effetti di questa situazione dovendo assumere oneri che dovrebbero ricadere sul fondo sanitario; non vorremmo e non possiamo pensarlo che tra le preoccupazioni ci sia anche quella di mettere in difficoltà l'assessorato alla sanità della regione marche richiamandone le pesanti responsabilità.



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