(indice Voce sul sociale)
C.A.T.
Comitato Associazioni di Tutela |
Associazioni aderenti:
Aism Regionale
Alzheimer Marche
Anffas Jesi
Anglat Marche
Angsa Marche
Ass. Free Woman
Ass. La Crisalide
Ass. La Meridiana
Ass. Libera Mente
Ass. Paraplegici Marche
Centro H
Gruppo Solidarietà
Tribunale della salute Ancona
Uildm Ancona
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Ancona, 27 febbraio 2006
- Presidente giunta regionale
- Assessore alla sanità
- Assessore politiche sociali
- Direttore Servizio salute
- Direttore Servizio Politiche sociali
- Direttore generale ASUR
e p.c. - Direttori Zone territoriali
- ANCI Marche
- Cgil-Cisl-Uil regionali
Oggetto: Quote alberghiere RSA anziani.
Con la presente si intende nuovamente denunciare (cfr., ns lettera del
13 u.s.) la situazione riguardante l’applicazione - a partire dal 1° gennaio
2006 - delle delibere regionali riguardanti la riqualificazione dell’assistenza
residenziale agli anziani non autosufficienti.
In particolare, oltre al mancato abbassamento delle quote alberghiere
a 33 € nelle Residenze protette, la mancata attivazione in molti territori
dell’assistenza intermedia, è avvenuto un aumento in molte situazioni
del 40% della quota alberghiera nelle RSA anziani e la contestuale riduzione
(del 50%) dei giorni di esenzione.
A ciò si aggiunge che:
- la compartecipazione che scatta a partire dal 45° giorni di degenza,
grava per la stragrande maggioranza dei casi su soggetti in post acuzie
che hanno il diritto di afferire al sistema della riabilitazione lungodegenza
e alla riabilitazione intensiva extraospedaliera. Soggetti che avrebbero
diritto alla gratuità delle prestazioni.
- tale cifra (990 euro mensili) in molti casi è di gran lunga superiore
al reddito dei ricoverati (minima + eventuale indennità) che molto spesso
si avvalgono (devono) avvalersi dell’assistenza privata. Giova ricordare
che non siamo in presenza di un ticket sulla degenza ma di vera e propria
quota alberghiera per la quale non ci è degnati previamente di definire
i servizi che vi sono ricompresi.
Si ricorda peraltro che il PSR (pag.102) stabilisce che la “spesa sociale
dei pazienti rimane a carico del comune di provenienza”.
In una situazione in cui non si ha la forza, il coraggio e la capacità
di andare alla risistemazione del percorso postacuzie-residenzialità,
si decide di rivedere la compartecipazione economica in strutture nelle
quali tutti sanno l’incoerenza tra classificazione funzione, con l’obiettivo
di racimolare qualche euro con l’aumento delle quote e con la riduzione
dei tempi di degenza. Tempi di degenza che sono stati da sempre assimilabili
a quelli della lungodegenza e/o riabilitazione ospedaliera.
Si tratta purtroppo del permanere, nei fatti e negli Atti, della mancanza
di attenzione nei confronti di soggetti che non sono in grado di tutelarsi,
non si spiegherebbe altrimenti quanto sopra. Da 14 anni si aspetta la
definizione dello standard assistenziale di queste strutture e non si
riesce a capire come, in assenza, si possa calcolare il costo retta della
struttura. Il fatto che alcune di queste abbiamo una presenza medica permanente
può significare due cose entrambi gravi: a) Una politica dissennata di
sprechi; b) la presenza di utenti che dovrebbero afferire ad un altro
sistema.
Per tutti questi motivi ribadiamo la richiesta di sospensione della parte
della delibera riguardante la compartecipazione economica nelle RSA anziani,
fino alla emanazione di un atto che riordini la legislazione regionale
in materia.
Cordiali saluti
il Comitato
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