Appunti n.146
(indice Appunti)
Il lavoro con le famiglie
delle persone disabili. Lesperienza della cooperativa sociale La Rete
di Trento
Mauro Tommasini - Cooperativa La Rete (Trento)
La cooperativa La Rete è stata fondata nel 1988 da un gruppo di professionisti,
operatori e genitori impegnati nel lavoro sociale con lobiettivo specifico
di proporre iniziative di ascolto, sostegno, aiuto ai nuclei familiari delle
persone disabili.
Gli obiettivi della cooperativa
Aumento della forza del nucleo familiare della persona con disabilità.
La famiglia della persona con disabilità è il primo ambito dove generalmente
si manifesta la situazione di bisogno, e contemporaneamente è il primo ambito
in cui viene (o dovrebbe venire) organizzata una risposta al problema. Di fronte
ad una situazione problematica, la famiglia nelle sue varie componenti attiva
risorse interne ed esterne che dovrebbero porla in grado di fronteggiare ed
eventualmente risolvere il bisogno. Per questo motivo le attività di intervento
sociale, psicologico, psicopedagogico, di sostegno della cooperativa La Rete
sono la costruzione, lo sviluppo, l'aumento ed il mantenimento di tutte le possibili
"risorse familiari di gestione del problema". Tali "risorse per la gestione
del problema" risiedono primariamente all'interno del nucleo familiare (risorse
intrafamiliari) ma anche nel tessuto di relazioni di sostegno e di aiuto
che la famiglia sperimenta con parenti, vicini, amici, ecc. (risorse extrafamiliari,
di supporto sociale). L'obiettivo fondamentale della cooperativa
La Rete è dunque quello di potenziare al massimo la presenza e l'uso attivo
di risorse intrafamiliari. La famiglia con accresciute capacità a gestire le
difficoltà (coping strategies) può essere ora in grado di affrontare
meglio il problema. In tale modo la famiglia con tutti i suoi membri, si trova
ad avere più forza ed efficacia nel gestire e/o risolvere il proprio stato di
bisogno, diventando così "produttrice di salute", ambito di prevenzione e non
solo oggetto passivo di prestazioni e servizi. Il nucleo familiare può inoltre
diventare esso stesso risorsa per altre famiglie in cui vi siano difficoltà
più o meno analoghe, attivandosi in iniziative di auto/mutuo aiuto.
Aumento della disponibilità e della solidarietà della comunità verso il nucleo
familiare. Il secondo ambito in cui la cooperativa La Rete si attiva è quello
proprio della "comunità", intesa come cittadinanza tutta, gruppi specifici,
associazioni. A questo livello l'obiettivo consiste nel rendere attiva una quantità
e qualità sempre maggiore di risorse sociali esterne alla famiglia problematica
che possano diventarne reale supporto. Su questo obiettivo la cooperativa propone
le proprie attività cercando di produrre, in primo luogo, una diffusione della
cultura della disabilità: la proposta del Progetto Scuola (momenti di informazione/formazione
nelle scuole) va sicuramente in questa direzione. Il reclutamento, l'attivazione,
il coordinamento, la formazione del volontariato attivo è un'altra importante
forma per promuovere e "sfruttare" le risorse che la comunità offre.
Le attività e i principi metodologici
Come è stato illustrato nella premessa, il referente preferenziale della
cooperativa è la famiglia ed è al nucleo familiare che si rivolge per progettare
congiuntamente la maggior parte dei servizi: in un'ottica di "respite" o "dare
tregua", propone numerose attività anche alle persone disabili delle famiglie
seguite. Ampliando il suo campo d'azione, di attivazione e coinvolgimento anche
della comunità promuove azioni di sensibilizzazione, recluta e si coordina con
volontari, collabora con altre realtà presenti sul territorio. Famiglia, persona
disabile, volontari e comunità sono, dunque, i referenti e contemporaneamente
i protagonisti del servizio.
Che cosa propone La Rete alla famiglia?
- Attività di sostegno e aiuto nella gestione dei problemi delle famiglie;
- Attività di segretariato sociale, consulenza, contatti con altri servizi sia
pubblici che di privato sociale;
- Gruppi di auto/mutuo aiuto per familiari;
- Attività di formazione per genitori o familiari; di informazione di gruppo
con esperti su problemi legati alla disabilità;
- Attività di tregua per la famiglia con la proposta di gruppi settimanali o
interventi individuali per le persone disabili, con il supporto di volontari;
- Soggiorni e vacanze per famiglie e persone disabili (quattro settimane in
un anno);
- Gite per nuclei familiari.
Principi metodologici del lavoro con la famiglia.
Empowerment: è quel processo in base al quale una persona riconosce
delle risorse nell'altro, crede in esse ed è convinta che l'altro possa svilupparle
in modo che siano usate al meglio. È la valorizzazione delle qualità più funzionali
al processo di crescita e adattamento attivo. Le attività di segretariato e
di formazione integrano e mobilitano, su un piano cognitivo o emotivo, alcuni
elementi necessari, mentre le attività di "tregua" aiutano la famiglia a ricaricarsi
e ritrovare le energie necessarie per attivare alcune potenzialità.
Relazionalità e mutualità: i due concetti sono strettamente correlati. Si
riconosce alla relazione con l'altro un enorme valore: il fulcro del lavoro
di supporto al nucleo familiare si esplica attraverso lo sviluppo di una rete
di relazioni di aiuto. La mutualità ovvero lo scambio di relazioni di aiuto
che si possono svolgere tra le persone che si trovano a vivere una comune situazione
è un altro principio cardine della cooperativa: un genitore accetta più facilmente
un aiuto se gli viene fornito da una persona più vicina e simile a lui (di quanto
lo possa essere un operatore), e chi aiuta, aiuta anche se stesso, crescendo
in autostima e senso di autoefficacia (principio dell'helper therapy).
La tendenza è quindi quella di creare momenti di incontro tra familiari, sia
in contesti di "tregua", quindi ricreativi o rilassanti, sia formativi o di
scambio.
Partnership: è la collaborazione tra famiglie e supporti formali e informali,
che garantisce l'integrazione delle risorse e l'uso sinergico delle capacità
di ognuno, attraverso la condivisione del percorso comune. È l'accompagnamento
della famiglia in un'ottica di crescita e di autoconsapevolezza delle proprie
risorse e competenze, cosa che aiuta a limitare deleghe e dipendenze reciproche.
Che cosa offre La Rete alla persona disabile?
- Attività di gruppo settimanali integrate nella comunità: nel periodo
settembre/maggio partecipano ai gruppi da 5 a 15 persone con disabilità mentale
o fisica. Ogni attività ha un educatore professionale di riferimento supportato
da reti informali di volontari; quasi tutte le attività si svolgono in sedi
esterne alla cooperativa, ramificate sul territorio;
- Interventi individualizzati: educatori, obiettori e volontari sostengono
la persona disabile individualmente a domicilio o in attività singole presso
la cooperativa su obiettivi concordati con il disabile e la famiglia;
- Inserimenti in realtà normalizzanti: le persone disabili sono ascoltate
per progettare assieme il loro inserimento in contesti normalizzanti (scuot,
parrocchie, ecc.);
- Progetto Integrazione Sociale: le persone disabili sono supportate
a inserirsi in luoghi di lavoro della propria comunità con mansioni non produttive
ma ugualmente motivanti e gratificanti per la persona. Si promuove un coinvolgimento
informale da parte del personale delle ditte accoglienti oltre che un'immagine
sociale positiva a e attiva della persona disabile;
- Progetto N.E.T. (Nuclei Educativi Territoriali): è rivolto a
nuclei familiari in forte difficoltà. Ha l'obiettivo di sviluppare sostegno
alla persona disabile (attraverso l'intervento domiciliare dell'educatore) ma
anche alla famiglia (attraverso il sostegno dell'assistente sociale);
- Progetto Estate e Progetto Natale: attività ricreative diurne (da lunedì
a venerdì) nel periodo giugno/fino agosto (Progetto Estate) e durante le vacanze
natalizie;
- Mensa: il servizio viene garantito per chi abita fuori Trento: è comprensivo
del trasporto ed accompagnamento;
- Soggiorni di vacanza montani e marini: settimane di vacanze con i familiari,
volontari e operatori in luoghi di villeggiatura (quattro settimane all'anno).
Principi metodologici del lavoro per la persona disabile
L'attenzione agli aspetti relazionali ed educativi è alta e orientata a sviluppare
crescita: la potenzialità della relazione con l'altro è un punto fermo in tutti
e tre gli ambiti di lavoro della cooperativa, ma lo proponiamo con particolare
evidenza in questo paragrafo.
Relazione e normalizzazione: la relazione ha un valore sia intrinseco,
considerata quindi come bene importante per la salute mentale di tutti, sia
funzionale, quale strumento per fornire messaggi utili per la crescita. La relazione
deve possedere delle caratteristiche precise perché sia di buona qualità; il
principio fondamentale è quello della normalizzazione, secondo il quale non
devono essere attuate delle modifiche alla relazione su una base pregiudiziale
di impatto con la difficoltà, ma deve essere invece garantita "l'utilizzazione
di mezzi che sono il più possibile normali dal punto di vista culturale", mentre
la specializzazione degli strumenti (comunicativi, comportamentali, ecc.) avviene
solo in seguito all'attuazione di tutte le strategie normali disponibili. Significa
anche garantire concretamente alla persona disabile un ritmo normale delle proprie
giornate, con le diverse attività, responsabilità, impegni e interessi di ogni
individuo e famiglia. La relazione si sviluppa attraverso l'atteggiamento
dell'ascolto e dell'empatia orientato allo sviluppo e al mantenimento dell'identità
della persona.
Tensione educativa: per tensione educativa intendiamo la volontà condivisa
che avvengano cambiamenti decisi, funzionali alla crescita della persona, attraverso
la coerenza educativa, la chiarezza e la sicurezza della relazione.
Integrazione sociale: il concetto di integrazione sociale si estende su
un piano di reciprocità e chiarezza e parte dal riconoscimento del valore e
dei diritti personali all'interno della relazione. Consiste nell'avere relazioni
sociali stabili e gratificanti con familiari, vicini, compagni di scuola, di
lavoro, ecc. ed essere riconosciuto come parte della comunità con ruoli e funzioni
sociali.
Particolarmente significativo è il principio delle "proporzioni naturali"
che si lega concretamente all'integrazione: la condizione per cui questa sia
reale è che le persone disabili siano presenti nei vari ambienti in una proporzione
naturale. L'ottica normalizzante e l'attenzione all'integrazione sociale
sono strettamente correlate.
Che cosa propone La Rete alla comunità?
- Progetto Scuola: attraverso un percorso di due o tre incontri per
classe sui temi della diversità e della disabilità promossi da un operatore;
coinvolge mediamente più di 500 studenti all'anno;
- Corso di formazione per volontari: percorso formativo-culturale aperto
a tutti coloro che sono interessati. Il corso affronta tre grandi temi: il volontariato,
i bisogni e le risorse della famiglia e della persona disabile;
- Promozione del volontariato: La Rete sostiene, coinvolge, forma i volontari
durante tutta l'esperienza del servizio, offrendo un supporto costante, attraverso
incontri individuali e di gruppo. Organizza momenti formativi di aggiornamento;
- Mensile "La Rete": rivista mensile di 24 pagine con una tiratura di
1500 copie per 10 numeri all'anno. Raccoglie informazioni, curiosità, esperienze
e notizie sul mondo della disabilità a carattere locale e internazionale.
Principi metodologici del lavoro con la comunità
Lavoro sociale di rete: è la metodologia base con cui la cura di comunità
può essere in qualche modo sviluppata. L'ottica reticolare è una visione globale,
un atteggiamento presente in ogni aspetto del lavoro sociale svolto dalla cooperativa.
L'operatore professionale è un elemento della rete, che intenzionalmente stimola
risorse nuove, mettendo in relazione tra loro persone e indicando diversi strumenti
e strategie. I livelli del lavoro di rete sono molteplici: fra la persona e
i suoi altri significativi, fra le persone o nuclei familiari con problemi analoghi,
fra vicini, fra volontari, fra operatori dello stesso servizio con diversa professionalità,
fra operatori di servizi diversi.
Attivazione comunitaria ed empowerment comunitario: si crede fermamente
che nella comunità vi siano molte persone che sanno sviluppare relazioni di
aiuto e di amicizia con gli altri, e in particolare con le persone disabili
e con le loro famiglie. È necessario però mobilitare e attivare queste risorse
potenziali attraverso un'azione di informazione (fornire dati, integrando le
conoscenze già presenti), di sensibilizzazione (stimolare un cambiamento di
atteggiamento, incidendo anche su una parte emotiva, affettiva delle persone,
non più solo cognitiva) e di corresponsabilizzazione (fornendo occasioni di
attivazione, guida e orientamento a un intervento costruttivo). La preziosa
risorsa dei volontari (spontanea, immediata, normalizzante, informale) trasmette
alle famiglie il senso di una solidarietà allargata, di accettazione e di appartenenza
ad una rete di rapporti capaci di vicinanza e sostegno.
Per avere un quadro più completo delle attività, riportiamo una semplice quantificazione
numerica riferita all'anno 2000.
Servizi offerti alla famiglia
o Gruppi A.M.A.: 1 quindicinale con una presenza media di 12 familiari;
1 serale con una presenza media di 6 familiari
o Serate di formazione: 6 all'anno sui temi della sessualità e delle
competenze educative
o Soggiorni di vacanze: 4 settimane nell'anno (1 montano e 3 marini);
34 familiari coinvolti
o 52 persone disabili coinvolte; 34 volontari
o Gite per famiglie: 6 nell'arco dell'anno; 110 presenze di familiari;
76 presenze di persone disabili; 60 presenze di volontari
Servizi offerti alla persona disabile
o Attività di gruppo: (da sett. a maggio) 20 attività in settimana; 153
presenze settimanali in attività
o Interventi una media di 30 interventi individualizzati
o individualizzati: in settimana
o Progetto Integrazione 11 persone disabili coinvolte
o Sociale: 21 aziende coinvolte
Servizi offerti alla comunità
o Progetto Scuola 27 classi incontrate (53 incontri)
o Volontari attivi alla Rete 157 i volontari da ottobre 2000 a giugno
2001
o Mensile "La Rete" 10 numeri all'anno; spedito a 1.500 persone o enti
Organizzazione e risorse umane
L'attività della Rete viene orientata dalle delibere del Consiglio d'Amministrazione,
espressione dell'Assemblea dei Soci, che è rappresentativo delle tre componenti
della cooperativa: famiglie e persone disabili, volontari e operatori professionali.
In tutto sette componenti. L'equipe di lavoro è attualmente composta da: --
un coordinatore (educatore professionale); - quattro assistenti sociali, referenti
per le famiglie (2), Progetto N.E.T. (1), Progetto Scuola (1); - cinque educatori
professionali, referenti per le attività di gruppo per le persone disabili (3),
Progetto Integrazione Sociale (1), Progetto N.E.T. (1); - due persone nel settore
amministrativo.
Infine un grande risalto va dato alla risorsa dei volontari che sono presenti
all'interno delle attività di gruppo, degli interventi individualizzati, delle
gite e dei soggiorni per familiari e di tutte le altre iniziative che la cooperativa
propone. Il numero dei volontari, pur non essendo un dato fisso, si aggira sulle
160 unità. Per informazioni: Cooperativa La Rete, via Taramelli 8, 38100 Trento.
Tel. 0461-987269; fax 0461-23598. Sito web: www.cooplarete.org.
(indice)
Sull’integrazione scolastica
di alunni con handicap
FISH - Federazione Italiana per il Superamento dellHandicap
Riportiamo la lettera delle FISH inviata lo scorso 29 aprile al Ministro
dellIstruzione che segnala lillegittimità di alcuni comportamenti
amministrativi da parte di alcune direzioni regionali e dirigenti scolastici.
Nel clima di collaborazione che la FISH ha sempre mantenuto e continua a mantenere
con l'Amministrazione scolastica, ci si permette segnalare alcuni comportamenti
amministrativi illegittimi sui quali si richiama la Loro attenzione affinché
possano essere immediatamente eliminate o prevenute irregolarità che certamente
daranno luogo a contenzioso a seguito della violazione del diritto allo studio
degli alunni con handicap:
1. Viene segnalato da più parti che alcune Università e alcuni CSA abbiano di
recente avviato, o stiano avviando, corsi di specializzazione per le attività
di sostegno ai sensi dell'art. 6 del D.M. n° 460/98. In particolare è certo
che ciò avvenga presso l'Università degli Studi de L'Aquila, presso il CSA di
Foggia e presso quello di Modena; ma pare che fatti simili stiano avvenendo
in altre zone. In proposito ci si permette di far presente che il citato art.
6 stabilisce espressamente che i corsi di specializzazione da esso utilizzati
in "via eccezionale" dovevano comunque concludersi "entro il 2002" e non potevano
ulteriormente essere prorogate. Il sicuro contenzioso nascente dal rilascio
di detti titoli verrà a determinare sostituzione di docenti per il sostegno
anche in corso d'anno, con grave danno per la continuità educativa. A tal proposito
è stato molto apprezzato il recente Decreto del Direttore scolastico regionale
della Puglia che ha annullato dei titoli di specializzazione palesemente illegittimi.
2. Viene segnalato che in provincia di Foggia i Dirigenti scolastici delle scuole
medie stiano rifiutando iscrizioni di alunni con handicap con la motivazione
che non vi sarebbero sufficienti posti per attività di sostegno e che comunque
non ne verrà accettato più di uno per classe. In proposito ci si permette far
presente che anche per il prossimo anno scolastico sia la C.M. n° 27/2003 sugli
Organici, sia l'art. 35, comma 7, della Legge Finanziaria per il 2003, garantiscono
la nomina di docenti per il sostegno in deroga al rapporto 1:138. Inoltre nei
casi in cui vi fosse un numero di iscritti con handicap superiore al numero
delle prime classi, è consentito dal D.M. n° 141/99 l'iscrizione di 2 alunni
con handicap nella stessa classe con l'obbligatoria riduzione a 20 del numero
della stessa. E' comunque appena il caso di ricordare che un'ordinanza ex art.
700 C.P.C. del dicembre 2002 ha obbligato l'Amministrazione scolastica a raddoppiare
il numero di ore di sostegno assegnate ad un alunno con handicap.
3. Il recente Decreto Dirigenziale del 17 aprile 2003 sull'integrazione ed aggiornamento
delle graduatorie permanenti viene interpretato da più parti nel senso che laddove
ad esempio in I fascia si esauriscano gli elenchi degli inclusi in possesso
del titolo di specializzazione, si provvederà alla nomina degli altri docenti
di prima fascia, anche se sprovvisti di detto titolo di specializzazione, prima
di procedere alla nomina degli inclusi negli appositi elenchi degli specializzati
di II e di III fascia. Ci si permette di far presente che l'art. 14, penultimo
comma, L. n° 104/92 stabilisce tassativamente che "l'utilizzazione in posti
di sostegno di docenti privi dei prescritti titoli di specializzazione è consentita
unicamente qualora manchino docenti di ruolo o non di ruolo specializzati".
Pertanto la suddivisione in fasce delle graduatorie non può in nessun modo intaccare
il principio della priorità da assegnarsi a quanti, abilitati o meno, siano
in possesso di un titolo di specializzazione; detto principio è stato fissato
non già nell'interesse degli aspiranti agli incarichi, ma nell'esclusivo interesse
degli alunni con handicap. Ciò è confermato dalla Sentenza n° 245/2001 del Consiglio
di Stato, secondo la quale le graduatorie non possono essere di ostacolo al
diritto alla qualità dell'integrazione scolastica e, laddove lo fossero (come
nella interpretazione sopra riportata) l'Amministrazione scolastica è tenuta
a superare la loro rigidità).
Quanto sopra rappresentato è nell'interesse prioritario degli alunni con handicap,
ma vuole essere anche un contributo al buon andamento dell'Amministrazione onde
evitare un contenzioso che sarebbe assai diffuso. Si rimane in attesa di conoscere
le determinazioni che l'Amministrazione vorrà adottare rispetto ai tre problemi
sopra sollevati e si porgono distinti saluti.
(indice)
Regolamentazione dellaccesso
a strutture diurne e residenziali da parte delle associazioni dellutenza
e dei movimenti di base con facoltà di osservazione e verifica della
gestione
CISAP - Consorzio intercomunale servizi alla persona dei Comuni di Collegno
e Grugliasco (TO)
Riportiamo la deliberazione del 29 novembre 2002 del CISAP, www.cisap.to.it
dei Comuni di Collegno e Grugliasco, che permette alle associazioni di base
laccesso alle proprie strutture diurne e residenziali fine di osservarne
e verificarne la gestione sia dal punto di vista dellidoneità delle
sedi che della rispondenza delle prestazioni educative ed assistenziali ai criteri
generali affermati negli atti regolamentari vigenti.
Il Consorzio intercomunale dei servizi alla persona tra i Comuni di Collegno
e di Grugliasco nella costruzione della rete dei servizi e delle prestazioni
rivolte ai cittadini dell'area intercomunale ha operato - nel rispetto del proprio
Statuto - secondo un metodo che favorisce il confronto e la verifica con le
forze sociali ed, in particolare, con i movimenti di base operanti nel settore
socio assistenziale e socio sanitario e con le associazioni di utenti.
Tale confronto - che si è concretamente realizzato attraverso la consultazione
di tutti i soggetti sociali interessati prima di procedere all'adozione dei
più significativi regolamenti consortili - si è rivelato nel tempo assai utile
per i contributi positivi pervenuti per questa via all'Amministrazione, oltre
ad essere una occasione di crescita della partecipazione democratica nel territorio
consortile. Pare ora opportuno formalizzare tali rapporti con riferimento ai
movimenti di base ed alle associazioni operanti nel settore socio assistenziale
e socio sanitario, prevedendo in particolare:
a) un flusso di informazioni sui servizi che l'Amministrazione si impegna a
fornire;
b) la possibilità per i movimenti di base di prendere conoscenza diretta e verificare
il funzionamento dei servizi;
Tali modalità devono essere finalizzate a consentire alle associazioni ed ai
movimenti di base di conoscere meglio e più direttamente l'effettivo stato e
andamento dei servizi, allo scopo di formulare le osservazioni critiche e le
proposte sui servizi stessi direttamente all'Amministrazione Consortile cui
spetta il potere - dovere sia politico che amministrativo di controllo e vigilanza
sui servizi e sulle strutture diurne e residenziali operanti sul territorio
del Consorzio. E' pertanto opportuno prevedere quanto segue:
1) L'Amministrazione Consortile assicura alle associazioni dell'utenza e ai
movimenti di base che ne facciano richiesta la facoltà di accesso alle proprie
strutture diurne e residenziali - siano esse gestite direttamente, in convenzione
o accreditate - al fine di osservarne e verificarne la gestione sia dal punto
di vista dell'idoneità delle sedi che della rispondenza delle prestazioni educative
ed assistenziali ai criteri generali affermati negli atti regolamentari vigenti.
Sono ovviamente escluse dalla facoltà di accesso le residenze personali di utenti
tra loro conviventi in quanto civili abitazioni e, come tali, non assogettate
alla normativa nazionale e regionale relativa ai presidi socio - assistenzali.
2) L'Amministrazione Consortile fornisce quindi alle suddette associazioni e
movimenti di base l'elenco delle proprie strutture aggiornandolo ogni qualvolta
vengono attivati nuovi servizi e fornisce altresì, ogni sei mesi, i dati aggiornati
sul numero degli ospiti nelle proprie strutture diurne e residenziali e in quelle
convenzionate o accreditate.
3) Le associazioni di utenti e i movimenti di base ammessi a svolgere l'attività
di cui sopra devono presentare all'Amministrazione Consortile i nominativi delle
persone incaricate; alle stesse l'Amministrazione rilascia apposito tesserino
di riconoscimento personale valido per l'accesso ai servizi ed alle strutture
di cui ai punti precedenti per le finalità indicate. Per le associazioni dell'utenza
ed i movimenti di base che sono attivi solo in un settore particolare, la facoltà
di esercitare l'attività sopraspecificata è limitata alle strutture riguardanti
quel settore socio assistenziale o socio - sanitario. L'accesso è consentito
in qualsiasi momento, salvo gravi ed eccezionali motivi dipendenti da cause
di servizio che l'Amministrazione provvederà a giustificare.
4) Gli incaricati di cui sopra possono accedere alle strutture indicate ai punti
precedenti, osservando le seguenti modalità:
a) le visite sono consentite esclusivamente alle persone munite di tesserino
validamente rilasciato dall''Amministrazione consortile;
b) l'accesso è consentito solo a gruppi costituiti da un minimo di due persone
ed un massimo di quattro;
c) gli incaricati delle associazioni di utenti e dei movimenti di base non possono
interferire sul lavoro svolto dai servizi, né manifestare durante le visite
giudizi di alcun genere; in caso di inosservanza l'Amministrazione potrà ritirare
il tesserino;
d) eventuali giudizi, osservazioni, critiche, proposte sono presentate dalle
associazioni di utenti e dei movimenti di base al Presidente del Consorzio con
relazione scritta e firmata.
e) Il Presidente, sentiti i soggetti interessati, decide entro trenta giorni
dal ricevimento della relazione fornendo risposta scritta. Decorso inutilmente
tale periodo le associazioni di utenza e dei movimenti di base hanno facoltà
di intraprendere ogni ulteriore iniziativa volta a tutelare l'utenza rappresentata.
5) L'Amministrazione Consortile si impegna a far sì che nei rapporti che verranno
formalizzati con soggetti gestori terzi o accreditati vengano inserite clausole
vincolanti che consentano alle associazioni di utenza e dei movimenti di base
di esercitare l'attività oggetto del presente regolamento nel pieno rispetto
dello stesso.
6) Ai fini del riconoscimento della facoltà di accesso alle strutture ed ai
servizi l'Amministrazione Consortile potrà richiedere, alle associazioni di
utenti e ai movimenti di base, copia degli atti costitutivi ed ogni altre documentazione
idonea a verificarne le effettive finalità ed il settore di attività.
(indice)
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