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Appunti n.146
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Il lavoro con le famiglie delle persone disabili. L’esperienza della cooperativa sociale La Rete di Trento

Mauro Tommasini - Cooperativa La Rete (Trento)

La cooperativa La Rete è stata fondata nel 1988 da un gruppo di professionisti, operatori e genitori impegnati nel lavoro sociale con l’obiettivo specifico di proporre iniziative di ascolto, sostegno, aiuto ai nuclei familiari delle persone disabili.

Gli obiettivi della cooperativa

Aumento della forza del nucleo familiare della persona con disabilità. La famiglia della persona con disabilità è il primo ambito dove generalmente si manifesta la situazione di bisogno, e contemporaneamente è il primo ambito in cui viene (o dovrebbe venire) organizzata una risposta al problema. Di fronte ad una situazione problematica, la famiglia nelle sue varie componenti attiva risorse interne ed esterne che dovrebbero porla in grado di fronteggiare ed eventualmente risolvere il bisogno. Per questo motivo le attività di intervento sociale, psicologico, psicopedagogico, di sostegno della cooperativa La Rete sono la costruzione, lo sviluppo, l'aumento ed il mantenimento di tutte le possibili "risorse familiari di gestione del problema". Tali "risorse per la gestione del problema" risiedono primariamente all'interno del nucleo familiare (risorse intrafamiliari) ma anche nel tessuto di relazioni di sostegno e di aiuto che la famiglia sperimenta con parenti, vicini, amici, ecc. (risorse extrafamiliari, di supporto sociale). L'obiettivo fondamentale della cooperativa La Rete è dunque quello di potenziare al massimo la presenza e l'uso attivo di risorse intrafamiliari. La famiglia con accresciute capacità a gestire le difficoltà (coping strategies) può essere ora in grado di affrontare meglio il problema. In tale modo la famiglia con tutti i suoi membri, si trova ad avere più forza ed efficacia nel gestire e/o risolvere il proprio stato di bisogno, diventando così "produttrice di salute", ambito di prevenzione e non solo oggetto passivo di prestazioni e servizi. Il nucleo familiare può inoltre diventare esso stesso risorsa per altre famiglie in cui vi siano difficoltà più o meno analoghe, attivandosi in iniziative di auto/mutuo aiuto.

Aumento della disponibilità e della solidarietà della comunità verso il nucleo familiare. Il secondo ambito in cui la cooperativa La Rete si attiva è quello proprio della "comunità", intesa come cittadinanza tutta, gruppi specifici, associazioni. A questo livello l'obiettivo consiste nel rendere attiva una quantità e qualità sempre maggiore di risorse sociali esterne alla famiglia problematica che possano diventarne reale supporto. Su questo obiettivo la cooperativa propone le proprie attività cercando di produrre, in primo luogo, una diffusione della cultura della disabilità: la proposta del Progetto Scuola (momenti di informazione/formazione nelle scuole) va sicuramente in questa direzione. Il reclutamento, l'attivazione, il coordinamento, la formazione del volontariato attivo è un'altra importante forma per promuovere e "sfruttare" le risorse che la comunità offre.

Le attività e i principi metodologici
Come è stato illustrato nella premessa, il referente preferenziale della cooperativa è la famiglia ed è al nucleo familiare che si rivolge per progettare congiuntamente la maggior parte dei servizi: in un'ottica di "respite" o "dare tregua", propone numerose attività anche alle persone disabili delle famiglie seguite. Ampliando il suo campo d'azione, di attivazione e coinvolgimento anche della comunità promuove azioni di sensibilizzazione, recluta e si coordina con volontari, collabora con altre realtà presenti sul territorio. Famiglia, persona disabile, volontari e comunità sono, dunque, i referenti e contemporaneamente i protagonisti del servizio.

Che cosa propone La Rete alla famiglia?
- Attività di sostegno e aiuto nella gestione dei problemi delle famiglie;
- Attività di segretariato sociale, consulenza, contatti con altri servizi sia pubblici che di privato sociale;
- Gruppi di auto/mutuo aiuto per familiari;
- Attività di formazione per genitori o familiari; di informazione di gruppo con esperti su problemi legati alla disabilità;
- Attività di tregua per la famiglia con la proposta di gruppi settimanali o interventi individuali per le persone disabili, con il supporto di volontari;
- Soggiorni e vacanze per famiglie e persone disabili (quattro settimane in un anno);
- Gite per nuclei familiari.

Principi metodologici del lavoro con la famiglia.
Empowerment: è quel processo in base al quale una persona riconosce delle risorse nell'altro, crede in esse ed è convinta che l'altro possa svilupparle in modo che siano usate al meglio. È la valorizzazione delle qualità più funzionali al processo di crescita e adattamento attivo. Le attività di segretariato e di formazione integrano e mobilitano, su un piano cognitivo o emotivo, alcuni elementi necessari, mentre le attività di "tregua" aiutano la famiglia a ricaricarsi e ritrovare le energie necessarie per attivare alcune potenzialità.
Relazionalità e mutualità
: i due concetti sono strettamente correlati. Si riconosce alla relazione con l'altro un enorme valore: il fulcro del lavoro di supporto al nucleo familiare si esplica attraverso lo sviluppo di una rete di relazioni di aiuto. La mutualità ovvero lo scambio di relazioni di aiuto che si possono svolgere tra le persone che si trovano a vivere una comune situazione è un altro principio cardine della cooperativa: un genitore accetta più facilmente un aiuto se gli viene fornito da una persona più vicina e simile a lui (di quanto lo possa essere un operatore), e chi aiuta, aiuta anche se stesso, crescendo in autostima e senso di autoefficacia (principio dell'helper therapy). La tendenza è quindi quella di creare momenti di incontro tra familiari, sia in contesti di "tregua", quindi ricreativi o rilassanti, sia formativi o di scambio.
Partnership
: è la collaborazione tra famiglie e supporti formali e informali, che garantisce l'integrazione delle risorse e l'uso sinergico delle capacità di ognuno, attraverso la condivisione del percorso comune. È l'accompagnamento della famiglia in un'ottica di crescita e di autoconsapevolezza delle proprie risorse e competenze, cosa che aiuta a limitare deleghe e dipendenze reciproche.

Che cosa offre La Rete alla persona disabile?
- Attività di gruppo settimanali integrate nella comunità: nel periodo settembre/maggio partecipano ai gruppi da 5 a 15 persone con disabilità mentale o fisica. Ogni attività ha un educatore professionale di riferimento supportato da reti informali di volontari; quasi tutte le attività si svolgono in sedi esterne alla cooperativa, ramificate sul territorio;
- Interventi individualizzati: educatori, obiettori e volontari sostengono la persona disabile individualmente a domicilio o in attività singole presso la cooperativa su obiettivi concordati con il disabile e la famiglia;
- Inserimenti in realtà normalizzanti: le persone disabili sono ascoltate per progettare assieme il loro inserimento in contesti normalizzanti (scuot, parrocchie, ecc.);
- Progetto Integrazione Sociale: le persone disabili sono supportate a inserirsi in luoghi di lavoro della propria comunità con mansioni non produttive ma ugualmente motivanti e gratificanti per la persona. Si promuove un coinvolgimento informale da parte del personale delle ditte accoglienti oltre che un'immagine sociale positiva a e attiva della persona disabile;
- Progetto N.E.T. (Nuclei Educativi Territoriali): è rivolto a nuclei familiari in forte difficoltà. Ha l'obiettivo di sviluppare sostegno alla persona disabile (attraverso l'intervento domiciliare dell'educatore) ma anche alla famiglia (attraverso il sostegno dell'assistente sociale);
- Progetto Estate e Progetto Natale: attività ricreative diurne (da lunedì a venerdì) nel periodo giugno/fino agosto (Progetto Estate) e durante le vacanze natalizie;
- Mensa: il servizio viene garantito per chi abita fuori Trento: è comprensivo del trasporto ed accompagnamento;
- Soggiorni di vacanza montani e marini: settimane di vacanze con i familiari, volontari e operatori in luoghi di villeggiatura (quattro settimane all'anno).

Principi metodologici del lavoro per la persona disabile
L'attenzione agli aspetti relazionali ed educativi è alta e orientata a sviluppare crescita: la potenzialità della relazione con l'altro è un punto fermo in tutti e tre gli ambiti di lavoro della cooperativa, ma lo proponiamo con particolare evidenza in questo paragrafo.
Relazione e normalizzazione: la relazione ha un valore sia intrinseco, considerata quindi come bene importante per la salute mentale di tutti, sia funzionale, quale strumento per fornire messaggi utili per la crescita. La relazione deve possedere delle caratteristiche precise perché sia di buona qualità; il principio fondamentale è quello della normalizzazione, secondo il quale non devono essere attuate delle modifiche alla relazione su una base pregiudiziale di impatto con la difficoltà, ma deve essere invece garantita "l'utilizzazione di mezzi che sono il più possibile normali dal punto di vista culturale", mentre la specializzazione degli strumenti (comunicativi, comportamentali, ecc.) avviene solo in seguito all'attuazione di tutte le strategie normali disponibili. Significa anche garantire concretamente alla persona disabile un ritmo normale delle proprie giornate, con le diverse attività, responsabilità, impegni e interessi di ogni individuo e famiglia. La relazione si sviluppa attraverso l'atteggiamento dell'ascolto e dell'empatia orientato allo sviluppo e al mantenimento dell'identità della persona.
Tensione educativa
: per tensione educativa intendiamo la volontà condivisa che avvengano cambiamenti decisi, funzionali alla crescita della persona, attraverso la coerenza educativa, la chiarezza e la sicurezza della relazione.
Integrazione sociale
: il concetto di integrazione sociale si estende su un piano di reciprocità e chiarezza e parte dal riconoscimento del valore e dei diritti personali all'interno della relazione. Consiste nell'avere relazioni sociali stabili e gratificanti con familiari, vicini, compagni di scuola, di lavoro, ecc. ed essere riconosciuto come parte della comunità con ruoli e funzioni sociali.
Particolarmente significativo è il principio delle "proporzioni naturali" che si lega concretamente all'integrazione: la condizione per cui questa sia reale è che le persone disabili siano presenti nei vari ambienti in una proporzione naturale. L'ottica normalizzante e l'attenzione all'integrazione sociale sono strettamente correlate.

Che cosa propone La Rete alla comunità?
- Progetto Scuola
: attraverso un percorso di due o tre incontri per classe sui temi della diversità e della disabilità promossi da un operatore; coinvolge mediamente più di 500 studenti all'anno;
- Corso di formazione per volontari: percorso formativo-culturale aperto a tutti coloro che sono interessati. Il corso affronta tre grandi temi: il volontariato, i bisogni e le risorse della famiglia e della persona disabile;
- Promozione del volontariato: La Rete sostiene, coinvolge, forma i volontari durante tutta l'esperienza del servizio, offrendo un supporto costante, attraverso incontri individuali e di gruppo. Organizza momenti formativi di aggiornamento;
- Mensile "La Rete": rivista mensile di 24 pagine con una tiratura di 1500 copie per 10 numeri all'anno. Raccoglie informazioni, curiosità, esperienze e notizie sul mondo della disabilità a carattere locale e internazionale.

Principi metodologici del lavoro con la comunità
Lavoro sociale di rete: è la metodologia base con cui la cura di comunità può essere in qualche modo sviluppata. L'ottica reticolare è una visione globale, un atteggiamento presente in ogni aspetto del lavoro sociale svolto dalla cooperativa. L'operatore professionale è un elemento della rete, che intenzionalmente stimola risorse nuove, mettendo in relazione tra loro persone e indicando diversi strumenti e strategie. I livelli del lavoro di rete sono molteplici: fra la persona e i suoi altri significativi, fra le persone o nuclei familiari con problemi analoghi, fra vicini, fra volontari, fra operatori dello stesso servizio con diversa professionalità, fra operatori di servizi diversi.
Attivazione comunitaria ed empowerment comunitario
: si crede fermamente che nella comunità vi siano molte persone che sanno sviluppare relazioni di aiuto e di amicizia con gli altri, e in particolare con le persone disabili e con le loro famiglie. È necessario però mobilitare e attivare queste risorse potenziali attraverso un'azione di informazione (fornire dati, integrando le conoscenze già presenti), di sensibilizzazione (stimolare un cambiamento di atteggiamento, incidendo anche su una parte emotiva, affettiva delle persone, non più solo cognitiva) e di corresponsabilizzazione (fornendo occasioni di attivazione, guida e orientamento a un intervento costruttivo). La preziosa risorsa dei volontari (spontanea, immediata, normalizzante, informale) trasmette alle famiglie il senso di una solidarietà allargata, di accettazione e di appartenenza ad una rete di rapporti capaci di vicinanza e sostegno.
Per avere un quadro più completo delle attività, riportiamo una semplice quantificazione numerica riferita all'anno 2000.

Servizi offerti alla famiglia
o Gruppi A.M.A.: 1 quindicinale con una presenza media di 12 familiari; 1 serale con una presenza media di 6 familiari
o Serate di formazione: 6 all'anno sui temi della sessualità e delle competenze educative
o Soggiorni di vacanze: 4 settimane nell'anno (1 montano e 3 marini); 34 familiari coinvolti
o 52 persone disabili coinvolte; 34 volontari
o Gite per famiglie: 6 nell'arco dell'anno; 110 presenze di familiari; 76 presenze di persone disabili; 60 presenze di volontari

Servizi offerti alla persona disabile
o Attività di gruppo: (da sett. a maggio) 20 attività in settimana; 153 presenze settimanali in attività
o Interventi una media di 30 interventi individualizzati
o individualizzati: in settimana
o Progetto Integrazione
11 persone disabili coinvolte
o Sociale: 21 aziende coinvolte

Servizi offerti alla comunità
o Progetto Scuola 27 classi incontrate (53 incontri)
o Volontari attivi alla Rete 157 i volontari da ottobre 2000 a giugno 2001
o Mensile "La Rete" 10 numeri all'anno; spedito a 1.500 persone o enti

Organizzazione e risorse umane
L'attività della Rete viene orientata dalle delibere del Consiglio d'Amministrazione, espressione dell'Assemblea dei Soci, che è rappresentativo delle tre componenti della cooperativa: famiglie e persone disabili, volontari e operatori professionali. In tutto sette componenti. L'equipe di lavoro è attualmente composta da: -- un coordinatore (educatore professionale); - quattro assistenti sociali, referenti per le famiglie (2), Progetto N.E.T. (1), Progetto Scuola (1); - cinque educatori professionali, referenti per le attività di gruppo per le persone disabili (3), Progetto Integrazione Sociale (1), Progetto N.E.T. (1); - due persone nel settore amministrativo.
Infine un grande risalto va dato alla risorsa dei volontari che sono presenti all'interno delle attività di gruppo, degli interventi individualizzati, delle gite e dei soggiorni per familiari e di tutte le altre iniziative che la cooperativa propone. Il numero dei volontari, pur non essendo un dato fisso, si aggira sulle 160 unità. Per informazioni: Cooperativa La Rete, via Taramelli 8, 38100 Trento. Tel. 0461-987269; fax 0461-23598. Sito web: www.cooplarete.org.

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Sull’integrazione scolastica di alunni con handicap
FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

Riportiamo la lettera delle FISH inviata lo scorso 29 aprile al Ministro dell’Istruzione che segnala l’illegittimità di alcuni comportamenti amministrativi da parte di alcune direzioni regionali e dirigenti scolastici.

Nel clima di collaborazione che la FISH ha sempre mantenuto e continua a mantenere con l'Amministrazione scolastica, ci si permette segnalare alcuni comportamenti amministrativi illegittimi sui quali si richiama la Loro attenzione affinché possano essere immediatamente eliminate o prevenute irregolarità che certamente daranno luogo a contenzioso a seguito della violazione del diritto allo studio degli alunni con handicap:

1. Viene segnalato da più parti che alcune Università e alcuni CSA abbiano di recente avviato, o stiano avviando, corsi di specializzazione per le attività di sostegno ai sensi dell'art. 6 del D.M. n° 460/98. In particolare è certo che ciò avvenga presso l'Università degli Studi de L'Aquila, presso il CSA di Foggia e presso quello di Modena; ma pare che fatti simili stiano avvenendo in altre zone. In proposito ci si permette di far presente che il citato art. 6 stabilisce espressamente che i corsi di specializzazione da esso utilizzati in "via eccezionale" dovevano comunque concludersi "entro il 2002" e non potevano ulteriormente essere prorogate. Il sicuro contenzioso nascente dal rilascio di detti titoli verrà a determinare sostituzione di docenti per il sostegno anche in corso d'anno, con grave danno per la continuità educativa. A tal proposito è stato molto apprezzato il recente Decreto del Direttore scolastico regionale della Puglia che ha annullato dei titoli di specializzazione palesemente illegittimi.

2. Viene segnalato che in provincia di Foggia i Dirigenti scolastici delle scuole medie stiano rifiutando iscrizioni di alunni con handicap con la motivazione che non vi sarebbero sufficienti posti per attività di sostegno e che comunque non ne verrà accettato più di uno per classe. In proposito ci si permette far presente che anche per il prossimo anno scolastico sia la C.M. n° 27/2003 sugli Organici, sia l'art. 35, comma 7, della Legge Finanziaria per il 2003, garantiscono la nomina di docenti per il sostegno in deroga al rapporto 1:138. Inoltre nei casi in cui vi fosse un numero di iscritti con handicap superiore al numero delle prime classi, è consentito dal D.M. n° 141/99 l'iscrizione di 2 alunni con handicap nella stessa classe con l'obbligatoria riduzione a 20 del numero della stessa. E' comunque appena il caso di ricordare che un'ordinanza ex art. 700 C.P.C. del dicembre 2002 ha obbligato l'Amministrazione scolastica a raddoppiare il numero di ore di sostegno assegnate ad un alunno con handicap.

3. Il recente Decreto Dirigenziale del 17 aprile 2003 sull'integrazione ed aggiornamento delle graduatorie permanenti viene interpretato da più parti nel senso che laddove ad esempio in I fascia si esauriscano gli elenchi degli inclusi in possesso del titolo di specializzazione, si provvederà alla nomina degli altri docenti di prima fascia, anche se sprovvisti di detto titolo di specializzazione, prima di procedere alla nomina degli inclusi negli appositi elenchi degli specializzati di II e di III fascia. Ci si permette di far presente che l'art. 14, penultimo comma, L. n° 104/92 stabilisce tassativamente che "l'utilizzazione in posti di sostegno di docenti privi dei prescritti titoli di specializzazione è consentita unicamente qualora manchino docenti di ruolo o non di ruolo specializzati". Pertanto la suddivisione in fasce delle graduatorie non può in nessun modo intaccare il principio della priorità da assegnarsi a quanti, abilitati o meno, siano in possesso di un titolo di specializzazione; detto principio è stato fissato non già nell'interesse degli aspiranti agli incarichi, ma nell'esclusivo interesse degli alunni con handicap. Ciò è confermato dalla Sentenza n° 245/2001 del Consiglio di Stato, secondo la quale le graduatorie non possono essere di ostacolo al diritto alla qualità dell'integrazione scolastica e, laddove lo fossero (come nella interpretazione sopra riportata) l'Amministrazione scolastica è tenuta a superare la loro rigidità).

Quanto sopra rappresentato è nell'interesse prioritario degli alunni con handicap, ma vuole essere anche un contributo al buon andamento dell'Amministrazione onde evitare un contenzioso che sarebbe assai diffuso. Si rimane in attesa di conoscere le determinazioni che l'Amministrazione vorrà adottare rispetto ai tre problemi sopra sollevati e si porgono distinti saluti.

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Regolamentazione dell’accesso a strutture diurne e residenziali da parte delle associazioni dell’utenza e dei movimenti di base con facoltà di osservazione e verifica della gestione

CISAP - Consorzio intercomunale servizi alla persona dei Comuni di Collegno e Grugliasco (TO)

Riportiamo la deliberazione del 29 novembre 2002 del CISAP, www.cisap.to.it dei Comuni di Collegno e Grugliasco, che permette alle associazioni di base l’accesso alle proprie strutture diurne e residenziali fine di osservarne e verificarne la gestione sia dal punto di vista dell’idoneità delle sedi che della rispondenza delle prestazioni educative ed assistenziali ai criteri generali affermati negli atti regolamentari vigenti.

Il Consorzio intercomunale dei servizi alla persona tra i Comuni di Collegno e di Grugliasco nella costruzione della rete dei servizi e delle prestazioni rivolte ai cittadini dell'area intercomunale ha operato - nel rispetto del proprio Statuto - secondo un metodo che favorisce il confronto e la verifica con le forze sociali ed, in particolare, con i movimenti di base operanti nel settore socio assistenziale e socio sanitario e con le associazioni di utenti.
Tale confronto - che si è concretamente realizzato attraverso la consultazione di tutti i soggetti sociali interessati prima di procedere all'adozione dei più significativi regolamenti consortili - si è rivelato nel tempo assai utile per i contributi positivi pervenuti per questa via all'Amministrazione, oltre ad essere una occasione di crescita della partecipazione democratica nel territorio consortile. Pare ora opportuno formalizzare tali rapporti con riferimento ai movimenti di base ed alle associazioni operanti nel settore socio assistenziale e socio sanitario, prevedendo in particolare:
a) un flusso di informazioni sui servizi che l'Amministrazione si impegna a fornire;
b) la possibilità per i movimenti di base di prendere conoscenza diretta e verificare il funzionamento dei servizi;
Tali modalità devono essere finalizzate a consentire alle associazioni ed ai movimenti di base di conoscere meglio e più direttamente l'effettivo stato e andamento dei servizi, allo scopo di formulare le osservazioni critiche e le proposte sui servizi stessi direttamente all'Amministrazione Consortile cui spetta il potere - dovere sia politico che amministrativo di controllo e vigilanza sui servizi e sulle strutture diurne e residenziali operanti sul territorio del Consorzio. E' pertanto opportuno prevedere quanto segue:
1) L'Amministrazione Consortile assicura alle associazioni dell'utenza e ai movimenti di base che ne facciano richiesta la facoltà di accesso alle proprie strutture diurne e residenziali - siano esse gestite direttamente, in convenzione o accreditate - al fine di osservarne e verificarne la gestione sia dal punto di vista dell'idoneità delle sedi che della rispondenza delle prestazioni educative ed assistenziali ai criteri generali affermati negli atti regolamentari vigenti. Sono ovviamente escluse dalla facoltà di accesso le residenze personali di utenti tra loro conviventi in quanto civili abitazioni e, come tali, non assogettate alla normativa nazionale e regionale relativa ai presidi socio - assistenzali.
2) L'Amministrazione Consortile fornisce quindi alle suddette associazioni e movimenti di base l'elenco delle proprie strutture aggiornandolo ogni qualvolta vengono attivati nuovi servizi e fornisce altresì, ogni sei mesi, i dati aggiornati sul numero degli ospiti nelle proprie strutture diurne e residenziali e in quelle convenzionate o accreditate.
3) Le associazioni di utenti e i movimenti di base ammessi a svolgere l'attività di cui sopra devono presentare all'Amministrazione Consortile i nominativi delle persone incaricate; alle stesse l'Amministrazione rilascia apposito tesserino di riconoscimento personale valido per l'accesso ai servizi ed alle strutture di cui ai punti precedenti per le finalità indicate. Per le associazioni dell'utenza ed i movimenti di base che sono attivi solo in un settore particolare, la facoltà di esercitare l'attività sopraspecificata è limitata alle strutture riguardanti quel settore socio assistenziale o socio - sanitario. L'accesso è consentito in qualsiasi momento, salvo gravi ed eccezionali motivi dipendenti da cause di servizio che l'Amministrazione provvederà a giustificare.
4) Gli incaricati di cui sopra possono accedere alle strutture indicate ai punti precedenti, osservando le seguenti modalità:
a) le visite sono consentite esclusivamente alle persone munite di tesserino validamente rilasciato dall''Amministrazione consortile;
b) l'accesso è consentito solo a gruppi costituiti da un minimo di due persone ed un massimo di quattro;
c) gli incaricati delle associazioni di utenti e dei movimenti di base non possono interferire sul lavoro svolto dai servizi, né manifestare durante le visite giudizi di alcun genere; in caso di inosservanza l'Amministrazione potrà ritirare il tesserino;
d) eventuali giudizi, osservazioni, critiche, proposte sono presentate dalle associazioni di utenti e dei movimenti di base al Presidente del Consorzio con relazione scritta e firmata.
e) Il Presidente, sentiti i soggetti interessati, decide entro trenta giorni dal ricevimento della relazione fornendo risposta scritta. Decorso inutilmente tale periodo le associazioni di utenza e dei movimenti di base hanno facoltà di intraprendere ogni ulteriore iniziativa volta a tutelare l'utenza rappresentata.
5) L'Amministrazione Consortile si impegna a far sì che nei rapporti che verranno formalizzati con soggetti gestori terzi o accreditati vengano inserite clausole vincolanti che consentano alle associazioni di utenza e dei movimenti di base di esercitare l'attività oggetto del presente regolamento nel pieno rispetto dello stesso.
6) Ai fini del riconoscimento della facoltà di accesso alle strutture ed ai servizi l'Amministrazione Consortile potrà richiedere, alle associazioni di utenti e ai movimenti di base, copia degli atti costitutivi ed ogni altre documentazione idonea a verificarne le effettive finalità ed il settore di attività.
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