Da LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO - Centro di ricerca per la pace di Viterbo Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 - Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it La fine della vita. Ida Dominijanni intervista
Stefano Rodota' (torna all'indice informazioni) Nell'ultimo libro di Stefano Rodota', La vita e le regole, uno dei capitoli
parla della fine. La fine, piu' che la morte: giacche' "nella nostra
cultura l'attenzione non e' rimasta ferma al momento della morte, ma si
e' estesa al morire, un processo di cui non e' possibile descrivere e
definire i termini". Ma a cui e' possibile cercare di conferire un
profilo umano, dignitoso, equo, che non costringa la soggettivita' a piegarsi
all'accettazione passiva della fatalita' o rassegnata della sofferenza.
- Ida Dominijanni: Eppure quella mossa non tutti l'hanno apprezzata: c'e' chi come sempre sostiene che in campo bioetico la politica deve fare un passo indietro. E Rutelli non ha gradito l'idea del dibattito parlamentare, anche se poi ha corretto il tiro. - Stefano Rodotà: La politica non deve invadere la vita ne' farne campo di dominio, ma questo non la esenta dal prendersi le sue responsabilita', anzi. Quanto a Rutelli, dev'essersi reso conto che il clima sociale e' tutt'altro che ostile ad affrontare il tema, come dimostrano i sondaggi di Mannheimer pubblicati sul "Corsera" di ieri, che danno quasi un cattolico su due favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia Gia' due anni fa del resto da una ricerca dell'Universita' Cattolica di Milano risultava che la maggior parte dei medici intervistati si era trovata a intervenire in casi delicati. E piu' di dieci anni fa, in una trasmissione televisiva sull'eutanasia cui partecipavo io stesso, l'opinione del pubblico, all'inizio prevalentemente contraria, alla fine divento' prevalentemente favorevole, grazie anche a un ottimo intervento di padre Turoldo. L'importante e' impostare correttamente la questione. Parlare di eutanasia, da questo punto di vista, non aiuta: gia' il 16 febbraio del 2002, "Le Monde" titolava "L'eutanasia e' superata". - Ida Dominijanni: Perche'? - Stefano Rodotà Perche' e' un termine generico per situazioni
differenziate, alcune ormai risolte sia sul piano etico sia sul piano
giuridico. La bussola che orienta il diritto e' quella di un soggetto
morale padrone della propria vita e dunque anche, per quanto e' possibile,
della propria morte. Non siamo all'anno zero. Il consenso informato -
previsto dalla Carta dei diritti dell'Unione Europea, dalla Convenzione
sulla - Ida Dominijanni: E il testamento biologico, di cui si avvia a discutere il parlamento italiano? - Stefano Rodota': Anch'esso e' gia' previsto dalla Convenzione europea
di biomedicina, che l'Italia ha sottoscritto nel marzo 2001, e che obbliga
i medici a riconoscere i desideri precedentemente espressi dal paziente
che si trovi in condizioni di incapacita' di intendere e di volere. Per
il testamento biologico, dunque, non e' del "se", ma del "come"
che il parlamento italiano puo' e deve discutere. Ora, sul "come"
c'e' un parere - Ida Dominijanni: Ma il caso di Welby dove si colloca? Welby sopravvive grazie all'idratazione e all'alimentazione forzata. Non gli basterebbe rifiutare l'accanimento terapeutico? Che bisogno c'e' di una nuova normativa? - Stefano Rodota': Col caso di Welby entriamo nella situazione piu' delicata
e controversa, l'unica in realta' davvero aperta e irrisolta, quella dell'"aiuto
a morire", o "eutanasia attiva". E' un caso analogo a quello
di - Ida Dominijanni: Col testamento biologico si puo' rifiutare di essere
mantenuti in vita con l'accanimento terapeutico; ma si puo' anche chiedere,
ad esempio, di essere sottoposti a terapie antidolore anche qualora - Stefano Rodota': Si', e va apprezzato l'impegno espresso dalla ministra
Turco in questo campo. Non basta dire di si' alla somministrazione di
morfina: quali servizi richiede la terapia del dolore? Su chi ricadono
i - Ida Dominijanni: In Italia la "questione cattolica" pesa sempre moltissimo in campo bioetico, come ben sappiamo dalla legge 40. Anche sui diritti del morente bisogna aspettarsi la stessa rigidita'? - Stefano Rodota': Spero davvero di no. Nel mondo cattolico questo genere
di questioni hanno sempre trovato ascolto, sulla base del sentimento cristiano
della compassione. Certo, in altri tempi non c'era il clima iper-ideologico
di oggi, che oggi non aiuta. Ma bisogna provare in tutti i modi ad affrontare
la materia: non solo il testamento biologico, che - ripeto - e' questione
gia' risolta, ma l'aiuto a morire, che e' il problema piu'
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