(indice Voce sul sociale)
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Lì 26.1.2003
- Gent.mo Marcello Secchiaroli, Assessore servizi sociali, Regione Marche
Oggetto: DGR 1978/2002. LR 48/95. Progetti proposti da organizzazioni di
volontariato.
Facciamo riferimento alla delibera in oggetto per esprimere le nostre fortissime
perplessità in merito ai contenuti della stessa ed alla logica che la guida.
Una prospettiva, quella delle delibera, che subordina il finanziamento di un
progetto al raccordo con la programmazione locale dei servizi "in relazione
agli obiettivi, alle caratteristiche ed alle risorse disponibili, tenuto conto
delle esigenze emergenti" e che riconduce la progettualità delle associazioni
all'interno della programmazione locale. Ciò si aggiunge, peraltro, ad una definizione
degli interventi già fortemente prefissata "attività educative extrascolastiche
finalizzate a sostenere i ragazzi della fascia di età della scuola dell'obbligo
per aiutarli al momento della loro crescita ..".
Si tratta, nei fatti, di un vero e proprio affidamento di servizi alle associazioni
di volontariato - in una chiara logica di partnership - che si rendono disponibili
a realizzare quanto programmato a livello locale (vedi compiti e ruolo del Comitato
dei sindaci e del Coordinatore d'ambito così come indicato nella delibera).
C'è da notare inoltre che al requisito indispensabile dell'iscrizione al registro
regionale si aggiunge in modo, non molto chiaro per la verità, quello di "consultazione,
concertazione e supporto della struttura degli ambiti territoriali". In sostanza,
una associazione di volontariato per vedersi approvato un progetto dovrà e ciò
appare almeno imbarazzante, rispondere o meglio essere in linea con quanto fissato
dalla programmazione locale dei servizi. Se non c'è coincidenza automaticamente
il progetto non può essere accolto.
Si tratta di una evidente richiesta di subordinazione del volontariato alle
istituzioni. Non paiono necessari esempi in proposito, ma è chiara l'automatica
esclusione di progetti ed iniziative che non sono in linea con la progettualità
locale. Dunque non siamo in presenza di un finanziamento a sostegno della progettualità
delle associazioni di volontariato; ma di finanziamenti agli ambiti territoriali
per progetti e interventi realizzati o meglio affidati alle associazioni di
volontariato. E' questa una prospettiva che non può non preoccupare con
la proposizione di un modello di volontariato, concepito quale braccio operativo
delle istituzioni e su queste appiattito.
All'assessorato chiediamo di riflettere attentamente sui contenuti di questa
delibera, che disegna e propone un volontariato fortemente dipendente dalle
istituzioni, la cui progettualità è subordinata ad un esame delle istituzioni
locali e deve rientrare all'interno di parametri da queste fissate. Vorremmo
richiamare al proposito la "Carta dei valori del Volontariato" nella parte in
cui afferma "Le organizzazioni di volontariato svolgono un preciso ruolo politico
e di impegno civico anche partecipando alla programmazione e alla valutazione
delle politiche sociali e del territorio. Nel rapporto con le istituzioni
pubbliche le organizzazioni di volontariato rifiutano un ruolo di supplenza
e non rinunciano alla propria autonomia in cambio di sostegno economico e politico.
Non si prestano ad una delega passiva che chieda di nascondere o di allontanare
marginalità e devianze che esigono risposte anche politiche e non solo interventi
assistenziali e di primo aiuto".
Ci auguriamo, inoltre, che le associazioni di volontariato sappiano cogliere
la pericolosità di questa impostazione, con la riduzione delle organizzazioni
di volontariato a meri gestori e sappiano mantenere piena autonomia e libertà
di azione e non scambiarla con il finanziamento di qualche progetto.
Cordiali saluti
Gruppo Solidarietà
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