U.N.A.SA.M Unione Nazionale delle Associazioni
per la Salute Mentale
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Il Ministro Storace ha dichiarato di voler mettere mano alla Legge 180
per dare “una prospettiva di sicurezza alle famiglie” e perché “dopo 30
anni ci sono cose che vanno ridiscusse”.
Rappresento la Federazione Nazionale che raggruppa oltre 150 Associazioni
di familiari e utenti della salute mentale impegnate su tutto il territorio
Nazionale; le stesse che da quasi 30 anni si battono per la piena applicazione
della Legge di Riforma Sanitaria e Psichiatrica.
Conosciamo quindi molto bene la gravità della situazione esistente laddove
la Legge non è stata correttamente e puntualmente applicata (in gran parte
del Paese).
Sappiamo bene cosa chiedono le famiglie e di cosa hanno necessità, così
come conosciamo le esigenze e le attese delle persone colpite dalla sofferenza
mentale. Conosciamo anche i luoghi dove le buone pratiche sono la norma
e quelli dove le cattive pratiche (contenzione, porte chiuse, ambulatori
inadeguati, assenza di risorse) resistono, danneggiando gravemente le
persone.
Il punto quindi non stà nel toccare la Legge ma nel mettere mano alla
sua attuazione.
Creare quindi, nel Paese, le condizioni politiche, finanziarie e culturali,
affinché una Legge così avanzata (rispetto alla legislazione Europea e
mondiale) venga finalmente applicata. Non solo in quei luoghi dove Amministratori
sensibili e illuminati ne hanno compreso l’importanza, ma su tutto il
territorio nazionale. E’ stato grazie alla 180 se in Italia sono stati
chiusi i Manicomi; luoghi vergognosi e terribili che hanno prodotto follia,
dolore e disperazione
Non si può dire (noi familiari non lo permettiamo) che le famiglie sono
disperate per colpa della Legge 180, che la gente muore per colpa della
Legge 180, che le persone sono abbandonate per colpa della Legge 180.
Bisogna riconoscere che per 30 anni il Governo e il Parlamento non hanno
portato a compimento questo straordinario processo di cambiamento.
Ciò che serve lo sappiamo tutti: risorse finanziarie certe e continue
nel tempo che il Governo Centrale, le Regioni e le Aziende Sanitarie Locali
mettano in campo per realizzare i centri di salute mentale aperti 24 ore
su 24; servizi ospedalieri di diagnosi e cura che abbandonino qualunque
pratica coercitiva e siano in grado di far fronte tempestivamente a tutte
le richieste di ricovero urgente o volontario; piccole strutture residenziali
(comunità terapeutiche, comunità alloggio, ecc.) in cui le persone con
sofferenza mentale possano intraprendere un percorso di ripresa e di emancipazione;
sostegno forte e adeguato alle famiglie che vivono il problema della sofferenza
mentale. Sostegno e alleggerimento del carico assistenziale che può essere
garantito solo da un servizio territoriale di salute mentale immediatamente
attivabile e da una comunità sensibile e accogliente.
Bologna, 28.12.2005
La Presidente Nazionale
Gisella Trincas