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Un "Forum salute mentale", rete di pratiche per la salute e la cittadinanza

Peppe Dell'Acqua, Direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste peppedellacqua@iol.it

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Un grande cambiamento si e' prodotto nel nostro paese in questi 25 anni di vita della riforma psichiatrica, che ha chiuso i manicomi pubblici, ha riconosciuto il diritto di cittadinanza alle persone con disturbi mentali e
ha avviato la formazione di un sistema di servizi di salute mentale che, secondo dati recenti del Ministero della Salute, appaiono ormai diffusi in tutto il territorio nazionale.
Questo cambiamento pone però con maggior forza e urgenza la questione della qualità di questi servizi che appaiono troppo spesso segnati da una imbarazzante dissociazione tra pratiche ed enunciazioni teoriche, tra
principi e modelli organizzativi, tra risorse in campo e supporto alle persone per le quali i servizi esistono. Il moltiplicarsi di positive esperienze esemplari, presenti in tutto il territorio nazionale, rende ancora più stridente questa dissociazione e ci obbliga ad aprire una riflessione sulle ragioni che la determinano.
Si rilevano inoltre incertezze, inerzie, ritardi, passività e ambiguità da parte delle Asl e delle Regioni nel pianificare in modo chiaro e preciso le linee di sviluppo e di trasformazione dei servizi di salute mentale, e
talora perfino scelte inaccettabili ed esplicitamente contraddittorie con lo spirito della legge di riforma.
La persistenza di programmi formativi universitari avulsi dalla realtà dei servizi, dalle indicazioni legislative nazionali e regionali, e culturalmente lontani dalla esistenza e dalla vita concreta delle persone, contribuisce ad allontanare ulteriormente lo sviluppo di servizi adeguati. Tutto questo comporta che spesso i bisogni delle persone che si rivolgono ai servizi e dei loro familiari restano tuttora senza risposta oppure ricevono risposte riduttive, che producono condizioni di nuova istituzionalizzazione. I firmatari di questo documento intendono aprire un Forum Salute Mentale in cui sia possibile riavviare un dibattito critico, di merito e di metodo, sulle pratiche, i dispositivi, le tecniche utilizzate, i modelli organizzativi, gli strumenti amministrativi, le modalità di allocazione delle risorse.
La tutela effettiva dei diritti passa nello specifico in parte attraverso adeguate, appropriate, efficaci risposte date dai servizi deputati e in parte attraverso adeguate politiche sanitarie e sociali. Con il Forum Salute Mentale si intende riavviare un dibattito su entrambi questi ambiti, partendo dalle questioni su cui e' maggiore e più diffusa la preoccupazione.
Ad esempio, vi e' diffusa consapevolezza sulle forti criticità che presentano i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura negli ospedali generali, sullo sviluppo incontrollato di strutture residenziali con le più diverse tipologie e dimensioni, sullo stravolgimento di molti Centri di Salute Mentale in mere catene di montaggio di visite ambulatoriali incentrate esclusivamente sull'uso/abuso di psicofarmaci, sulla diffusione di prestazioni psicoterapeutiche del tutto avulse dalla vita, dal contesto sociale della persona che e' in difficoltà e dal suo percorso all'interno dei servizi.
Si ripropongono inoltre interpretazioni regressive di mero controllo e pratiche di coercizione e/o di rivisitazione di un obsoleto concetto di pericolosità sociale, sviluppando, in un circolo vizioso, comportamenti coerenti con questa regressione culturale.
Permangono gli Opg, esiste il problema molto grave della salute della popolazione in carcere, continuano ad essere date deleghe acritiche a strutture private di puro contenimento, nascono forme nuove di internamento
verso nuovi soggetti senza colpa e senza diritti, gli immigrati. Mancano del tutto, infine, strategie di informazione e di prevenzione e più in generale di coinvolgimento della società sulla promozione della salute mentale.
Le questioni proprie dei servizi di salute mentale si ripropongono con particolare drammaticità in riferimento ai minori, agli anziani, alle persone disabili, ai tossicodipendenti, agli immigrati. Attraversano, in
sostanza, tutte le aree "ad alta integrazione sociosanitaria" e si ripropongono sull'intero campo del servizio sanitario in Italia. I servizi di salute mentale sostenibili non possono che richiamare un sistema di welfare di comunità che implichi politiche coerenti tra Asl, Comuni, Regioni e realtà organizzative del territorio quali privato sociale, cooperative, volontariato, associazioni.
Il Forum Salute Mentale, partendo dai problemi della salute mentale, intende implicare immediatamente nelle discussioni e nelle iniziative tutti gli attori a vario titolo coinvolti nell'intero campo sanitario e nelle
politiche sociali ovvero operatori, amministratori, persone che si rivolgono ai servizi, familiari, associazioni, cooperative, privato sociale, volontariato nonché altri soggetti che per professione o per sensibilità
incontrano problematicamente le questioni della salute mentale quali ad esempio insegnanti, professionisti diversi, magistrati e studiosi di diritto, artisti, e/o persone impegnate nella lotta contro tutte le forme di
esclusione e per il riconoscimento ed il rispetto dei diritti.
Il Forum si propone di dar vita ad una nuova associazione nazionale. Entro il mese di ottobre il Forum ed il suo programma verranno presentati in una iniziativa pubblica.
Il Forum Salute Mentale auspica la costituzione di un Forum per la Salute in Italia e intende contribuire alla sua realizzazione. Chi intende dar vita, insieme ai promotori, all'associazione "Forum Salute Mentale" puo' comunicare la sua disponibilità sul sito internet: www.forumsalutementale.it

Mario Novello, psichiatra; Maria Grazia Cogliati, psichiatra; Massimo Cozza, psichiatra; Giovanna Del Giudice, psichiatra; Franco Rotelli, psichiatra; Vito D'Anza, psichiatra; Laimer Armuzzi, sindacalista; Franca Onagro Basaglia, saggista; Ernesto Muggia, familiare; Vincenzo De Leo, psichiatra; Sergio Piro, psichiatra; Giuseppe Dell'Acqua, psichiatra; Giampiero Fiorillo, sociologo; Maria Grazia Giannichedda, sociologa.