GIUSTIZIA PER I MINORI. Manifesto per
la Difesa della Giustizia Minorile 2003
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La Costituzione Italiana attribuisce alla persona di età minore
una posizione privilegiata, che merita particolare protezione. La Corte Costituzionale
ha ripetutamente affermato che tale protezione si realizza anche attraverso
la specificità e specializzazione dell'organo di giustizia minorile.
Le Dichiarazioni ed i vari strumenti internazionali in materia affermano che
deve essere sempre perseguito il "migliore interesse dei minore" anche nei procedimenti
giudiziari. Il 10 maggio 2002 il governo italiano ha sottoscritto, al termine
della Sesta Seduta Plenaria della Sessione Speciale delle Nazioni Unite sull'Infanzia,
una Risoluzione in cui si è impegnato solennemente a non risparmiare alcuno
sforzo per attribuire la massima priorità ai diritti dei minori.
Tra le altre cose, ha promesso di creare servizi di prevenzione, di sostegno
e di presa in carico dei giovani in difficoltà e Tribunali per i minorenni che
agiscano in conformità ai principi della giustizia riparativa, dotati di personale
specializzato che si occupi dei reinserimento. Contrasta con tutto questo l'azione
di governo che dopo i primi due anni di legislatura si accinge a eliminare uno
dei più avanzati sistemi di giustizia esistenti nei confronti dei minori.
Oltre ad avere operato la drastica riduzione delle risorse destinate al funzionamento
dei complessi apparati della Giustizia Minorile, il Governo, infatti, mostra
la ferma intenzione di sopprimere di fatto il sistema di giustizia minorile,
proponendo:
- l'abolizione dei Tribunali e delle Procure della Repubblica per i Minorenni;
- un sistema penale repressivo ed il disprezzo per la giustizia riparativa,
la progressiva commistione ed assimilazione penitenziaria fra adulti e minorenni,
con conseguente mortificazione delle professionalità;
- l'eliminazione di ogni effettiva specializzazione del giudice minorile, anche
in conseguenza dell'esclusione dai collegi giudicanti civili dei giudici onorari
e del venir meno del requisito dell'esclusività delle funzioni, con l'effetto
di indebolire fortemente - se non addirittura di abrogare - la tutela reale
dei diritti del minore.
Essa, inoltre, determinerebbe gravi conseguenze, tra le quali spiccano:
* l'inadempienza all'obbligo di creare organismi di mediazione garanzia e di
ratificare le convenzioni internazionali sulla protezione e sull'ascolto in
giudizio dei minorenni;
* l'abbandono della formazione costante del personale e la dispersione del patrimonio
professionale degli operatori di giustizia minorile, tra i quali i magistrati
per i minorenni, gli assistenti sociali, gli educatori;
* l'abbandono della cultura del reinserimento sociale dei giovani italiani e
stranieri in situazione di disagio e dell'integrazione dei ragazzi immigrati
o rifugiati;
* il depotenziamento delle strutture preposte al contrasto della sottrazione
internazionale dei minorenni, al rimpatrio assistito dei minorenni stranieri
ed all'adozione internazionale dei soggetti di età minore.
Quindi, gli interventi sulla giustizia minorile si qualificano come una CONTRORIFORMA,
che porterebbe l'Italia da una posizione di avanguardia culturale al livello
delle nazioni meno progredite in tema di cultura minorile.
Diciamo No alla distruzione dei sistema di giustizia minorile esistente, che
ha fortemente contribuito alla riduzione dei reati commessi dai minorenni. Diciamo
Sì al rilancio di una politica riformatrice nel solco della migliore tradizione
culturale e giuridica dei nostro Paese. Ricordando le recenti Linee Guida per
la riforma della giustizia minorile, segnaliamo all'UNICEF, nella sua missione
di vigilanza sull'esecuzione della Dichiarazione di New York e degli altri strumenti
internazionali di difesa dei minori, i gravi pericoli che dalla nuova politica
deriverebbero alla protezione dei bambini e degli adolescenti come delineata
dai documenti internazionali. Invitiamo le forze culturali e politiche, insieme
alle Associazioni sociali più sensibili, a sostenere ed aderire le linee di
questo MANIFESTO per la DIFESA DELLA GIUSTIZIA MINORILE 2003 inoltrando un E-mail
al seguente indirizzo:
giustiziaperiminori@katamail.com
Promotori:
FEDERICO PALOMBA, (già Direttore Generale UCGM)
GIUSEPPE MAGNO, (già Direttore UCGM)
LILLO DI MAURO, GIANNI VIGILANTE, (Socialismo 2000)
GABRIELLA STRAMACCIONI, (Libera)
FABRIZIO ROSSETTI, (CGIL Funzione Pubblica)
PATRIZIO GONNELLA, (Antigone)
Aderiscono le seguenti Associazioni:
LIBERA, CNCA, GRUPPO ABELE, LEGA AMBIENTE, ARCI, CONFERENZA NAZIONALE VOLONTARIATO
E GIUSTIZIA, CGIL FUNZIONE PUBBLICA, ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI MAGISTRATI PER
I MINORENNI E PER LA FAMIGLIA, COORDINAMENTO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI DELLA
GIUSTIZIA, COORDINAMENTO ENTI E ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PENITENZIARIO-SEAC,
CENTRO FRANCESCANO DI ASCOLTO, SPORTELLO GIUSTIZIA CSV DEL VENETO, CONFERENZA
PERMANENTE DEI PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI E FEDERAZIONI NAZIONALI DI VOLONTARIATO,
CARITAS, S. VINCENZO DE PAOLI, ORDINE DEGLI PSICOLOGI DEL LAZIO, UFFICIO POSTALE
MIGRANTI TORINO.
COMUNICATO STAMPA
Incontro-Dibattito di presentazione del Manifesto 2003 per la Giustizia Minorile
presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa
Roma, 5 giugno 2003
Si è svolto, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa, in Roma,
l'atteso Incontro-dibattito tra promotori e firmatari del "Manifesto 2003 per
la Giustizia Minorile", con la partecipazione del sen. Oscar Luigi Scalfaro,
ex Presidente della Repubblica. Dopo il saluto di benvenuto, rivolto ai numerosi
partecipanti da Franco Siddi, presidente dell'Associazione Nazionale della Stampa,
gli scopi della manifestazione sono stati presentati dall'avv. Federico Palomba,
già direttore dell'Ufficio Centrale (ora Dipartimento) della Giustizia Minorile
e del Ministero della Giustizia. Sono quindi intervenuti nel dibattito, moderato
da Giovanni Vigilante, l'on. Anna Finocchiaro, responsabile DS per la giustizia,
il dr. Pasquale Andria, presidente dell'Associazione Nazionale dei Magistrati
per i minorenni e la famiglia, il sen. Scalfaro, l'on.. Mascia (RC), rappresentanti
sindacali, responsabili di associazioni di volontariato, laiche e confessionali
e di categorie forensi. La discussione ha posto in evidenza la necessità di
salvaguardare, ed anzi di potenziare, gli aspetti di specificità della giustizia
minorile e la professionalità di tutti gli operatori del settore, in omaggio
al principio della tutela preminente dei diritti e dell'interesse dei minorenni,
sancito nella Costituzione, nelle Convenzioni internazionali ed in recenti impegni
assunti dal Governo in sede internazionale.
In questa linea, gli emendamenti soppressivi degli organi specializzati di giustizia
minorile (tribunali per i minorenni), introdotti dal Governo al disegno di legge
di riforma dell'ordinamento giudiziario, sono stati unanimemente criticati perché
riducono gravemente, senza apparente motivo, l'efficacia della tutela giurisdizionale
di soggetti particolarmente deboli; cancellano la lunga e meritoria esperienza
degli organi giurisdizionali specifici; mortificano la professionalità, faticosamente
acquisita nel corso di decenni, di tutti gli operatori dei settore; espongono
il nostro Paese - la cui autorevolezza nel campo della legislazione e della
prassi di giustizia minorile è ampiamente riconosciuta all'estero - ad una grave
perdita di credibilità; mettono a rischio i positivi risultati acquisiti nella
lotta alle devianze minorili, ormai ridotte a dimensioni quasi fisiologiche
e non preoccupanti grazie ad una politica di rieducazione, recupero e reintegrazione
sociale attuata in modo esemplare.
In particolare, la progettata attribuzione delle competenze civili e penali
degli attuali tribunali per i minorenni a sezioni "specializzate" dei tribunali
ordinari, è stata stigmatizzata da molti sia sotto il profilo della evidente
carenza di specializzazione effettiva di tali sezioni - composte da magistrati
ordinari, precariamente addetti alla sezione ed incaricati anche di diverse
e disparate competenze - sia sotto quello dell'assenza, nella composizione funzionale
dell'organo, di professionisti non togati, esperti di discipline come la psicologia,
la pedagogia e le scienze umane. Il gruppo dei promotori terrà un'apposita riunione
nei prossimi giorni, per stabilire le linee di sviluppo dell'iniziativa. Delle
decisioni assunte sarà data tempestiva e precisa notizia a tutti gli interessati.
Come è stato acutamente rilevato, specialmente dal Presidente Scalfaro, l'ingiustificabile
caduta di attenzione nei confronti di una componente debole della società, come
il minorenne, privo di propri rappresentanti nelle sedi istituzionali, denota
non soltanto la presenza di fenomeni involutivi nella politica e nel costume
contemporanei, ma testimonia altresì dello scarso rispetto nei confronti della
persona in genere, rendendo legittimo l'allarme per la tenuta dei valori democratici
su cui è costituzionalmente fondata la nostra società.
Al termine della riunione, è stato conferito incarico al gruppo dei promotori
dell'iniziativa di raccogliere e vagliare tutte le proposte e le suggestioni
emerse durante il dibattito, al fine di approfondire e diffondere l'impegno
per una riforma della Giustizia Minorile, aperta alle necessarie innovazioni,
ma rispettosa dei valori essenziali che ne sono alla base e, soprattutto, dei
diritti e dell'interesse dei minorenni e della famiglia. È altresì emersa da
più parti l'esigenza di dare continuità all'azione e di ampliare l'interesse
ai diritti sociali dei minori, anche nei livelli territoriali.
Ripreso da, VIA LIBERA, pp.10-11
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