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Politica e mafia: diritto di critica e responsabilità politica (torna all'indice informazioni) Nel luglio 2001, in seguito a due sentenze del Tribunale civile
di Palermo che condannavano Claudio Riolo e Umberto Santino a risarcire, rispettivamente,
Francesco Musotto e Calogero Mannino per diffamazione, abbiamo avviato una campagna
per la libertà di stampa nella lotta contro la mafia. Abbiamo rilevato la
nuova abitudine assunta da molti esponenti politici della prima o della seconda
repubblica che, coinvolti a torto o ragione in disavventure giudiziarie, cercano
di far pagare il conto delle loro "sfortune" a chi esercita, per professione
o per impegno antimafia, i diritti di cronaca e di critica garantiti dall'articolo
21 della Costituzione. Abbiamo denunziato l'uso distorto e strumentale
del ricorso ai procedimenti civili per risarcimento danni da diffamazione a
mezzo stampa, che invece di tutelare l'onorabilità delle persone rischia
d'instaurare un clima d'intimidazione nei confronti di chiunque intenda far
conoscere, commentare o studiare il persistente fenomeno delle contiguità tra
politica, mafia e affari. Abbiamo rivendicato il diritto e il dovere di
sottoporre l'operato di chi ricopre cariche pubbliche o ruoli rappresentativi
al vaglio critico dell'opinione pubblica, con la consapevolezza che ciascun
politico ha una responsabilità aggiuntiva rispetto agli altri cittadini nella
misura in cui coinvolge la credibilità delle istituzioni. A distanza di
due anni si sono moltiplicate le richieste di risarcimenti milionari o, addirittura,
miliardari nei confronti di giornalisti, studiosi e familiari delle vittime.
Sono aumentate anche le condanne emesse dai giudici, soprattutto in ambito civilistico,
che risentono spesso di una concezione angusta e formalistica della tutela della
reputazione individuale, poco sensibile all'esigenza di un giusto contemperamento
con l'interesse pubblico all'esercizio della critica politica. In particolare
la Prima Sezione Civile della Corte d'Appello di Palermo ha recentemente
confermato la condanna di Claudio Riolo a risarcire Francesco Musetto per
un vecchio articolo pubblicato nel '94, nel quale si commentava criticamente
la decisione del Presidente della Provincia, nonché avvocato penalista, di mantenere
la difesa di un suo cliente, imputato nel processo per la strage di Capaci,
mentre l'ente locale si costituiva parte civile nello stesso processo. Si tratta
di una condanna molto pesante, che si è già tradotta nel pignoramento di un
quinto dello stipendio per l'intera vita lavorativa e, addirittura, dell'indennità
di fine rapporto fino al completamento della cifra di 140 milioni di lire, con
l'aggiunta ulteriore delle spese del giudizio di secondo grado. Se è lecito
criticare le sentenze senza delegittimare i giudici, come ha più volte affermato
il Consiglio Superiore della Magistratura, vorremmo esprimere il nostro disappunto
e la nostra preoccupazione. Innanzitutto perché condividiamo e facciamo
nostre le critiche e le analisi contenute nell'articolo, che riteniamo fondate
su fatti veri e incontestabili, espresse in forma sarcastica ma civile e finalizzate
ad un obiettivo di evidente interesse pubblico, quello di sollecitare partiti
e istituzioni a tenere alta la guardia contro i tentativi di condizionamento
mafioso. In secondo luogo perché temiamo che l'effetto di questa e di altre
analoghe condanne possa, indipendentemente dalla volontà dei giudici che
le hanno emesse, inibire l'esercizio della libertà di stampa e del diritto
di critica politica contribuendo ad un rischioso restringimento degli spazi
democratici. In particolare, sul terreno della lotta contro la mafia,
la piena libertà d'informazione e di opinione è indispensabile per individuare
e stigmatizzare tutti quei comportamenti che configurino delle responsabilità
politiche e morali, indipendentemente dall'accertamento di eventuali responsabilità
penali che spetta esclusivamente alla magistratura. Il principio di distinzione
tra responsabilità politica e responsabilità penale, approvato dalla Commissione
parlamentare antimafia nel 1993 con una larghissima e inedita maggioranza
(Dc, Pds, Psi, Lega, Rc, Pri., Pli, Psdi, Verdi, Rete) ma rimasto purtroppo
inapplicato, stabiliva che il Parlamento ed i partiti, sulla base di fatti
accertati che non necessariamente costituiscono reato, potessero comminare delle
precise sanzioni politiche, "consistenti nella stigmatizzazione dell'operato
e, nei casi più gravi, nell'allontanamento del responsabile dalle funzioni esercitate".
L'applicazione rigorosa ed imparziale di questo principio, che rappresenta l'esatto
opposto del cosiddetto "giustizialismo", potrebbe risolvere l'annoso
conflitto tra politica e magistratura, giacché eviterebbe di rimandare ogni
giudizio politico all'esito delle decisioni penali. Se l'autorità politica facesse
autonomamente il proprio dovere non ci sarebbe alcuna delega di fatto ai giudici,
che potrebbero così lavorare con maggiore serenità e indipendenza. E' del tutto
evidente che questa fondamentale distinzione presuppone la massima libertà
di cronaca e di critica, giacché, come ha affermato la stessa Commissione
parlamentare, "il presupposto per muovere una contestazione di responsabilità
politica è la conoscibilità di fatti o di vicende che a quella contestazione
possono dar luogo; se non si conosce, non si è in grado di esercitare alcun
controllo". Se proviamo ad applicare questi principi alle attuali vicende
giudiziarie che coinvolgono anche i massimi vertici del Governo siciliano, apparirà
chiaro che le eventuali dimissioni del Presidente Cuffaro non dovrebbero
dipendere dal fatto che abbia ricevuto o meno un avviso di garanzia, ma dalla
valutazione sull'inaffidabilità di un uomo politico che, quantomeno, ha dimostrato
ripetutamente di non saper scegliere i propri collaboratori. Come chiarisce,
ancora una volta, la Commissione parlamentare antimafia, "se la persona
di fiducia di un uomo politico compie atti di grave scorrettezza o di rilevanza
penale, l'uomo politico non risponde dei fatti commessi dalla persona di fiducia,
ma risponde per aver dato prova di non saper scegliere o di non aver accertato
o di aver tollerato comportamenti scorretti". Così come, per fare altri
esempi, se un Ministro, un Sindaco o un Presidente di Provincia partecipa a
cene elettorali, battesimi e matrimoni organizzati da personaggi mafiosi, o
se nella sua casa di campagna si riuniscono boss latitanti o si nascondono armi
delle cosche, le ipotesi possibili sono solo due: o ne è consapevole e quindi
complice, oppure è inconsapevole ma inaffidabile. In ogni caso spetta esclusivamente
alla magistratura stabilire se il suo comportamento abbia o meno una rilevanza
penale, ma è compito della politica valutare, senza strumentalizzazioni di
parte e in nome dell'interesse generale, se il personaggio in questione sia
adeguato o meno a svolgere le funzioni politiche cui è preposto. Ed è altrettanto
evidente che spetta a tutti i cittadini, e in particolare ai giornalisti e agli
studiosi, il diritto e il dovere di far conoscere, criticare e analizzare liberamente
i comportamenti degli uomini pubblici, che devono essere trasparenti e sottoposti
al massimo controllo democratico. Ci proponiamo, pertanto, di rilanciare una
campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione dell'opinione pubblica per:
a) sollecitare le forze politiche e istituzionali ad elaborare un codice
di autoregolamentazione comune, che si ispiri alle proposte della commissione
parlamentare antimafia del '93 sulla distinzione tra responsabilità politica
e responsabilità penale; b) rivendicare una nuova regolamentazione legislativa
in materia di diffamazione, che ristabilisca un giusto equilibrio tra diritto
di cronaca e di critica e tutela della persona, e che uniformi procedimento
penale e procedimento civile per impedirne un uso distorto e strumentale;
c) riaprire la sottoscrizione, avviata nel 2001, per il fondo di solidarietà
in difesa della libertà di stampa nell'ambito della lotta contro la mafia
(il fondo, gestito dal coordinamento delle associazioni promotrici e da un comitato
di garanti, composto da Rita Borsellino, Luigi Ciotti e Valentino Parlato, ha
raccolto più di quaranta milioni di lire e viene già utilizzato in sostegno
di Riolo). Per sottoscrivere si può utilizzare il c/c postale n.10690907,
intestato a Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa
Sperlinga 15, 90144-Palermo, specificando nella causale: "Campagna per la libertà
di stampa nella lotta contro la mafia". (Per informazioni: www.centroimpastato.it
- tel. 091.6259789 - fax: 091.348997 - e-mail: csdgi@tin.it , libera.palermo@inwind.it
). Arci, Centro di documentazione "G. Impastato", Libera, Palermo anno
uno Diritto di critica e lotta alla mafia Intervista
a Claudio Riolo APPELLO PER LA LIBERTA' DI STAMPA NELLA LOTTA CONTRO LA MAFIA Due recenti sentenze di primo grado del Tribunale civile di Palermo hanno condannato Claudio Riolo, politologo presso l'Università di Palermo, e Umberto Santino, presidente del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", al risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa. Riolo ha pubblicato sulla rivista mensile Narcomafie, nel novembre '94, un articolo di commento critico alla decisione di Francesco Musotto, Presidente della Provincia di Palermo e avvocato penalista, di mantenere la difesa di un suo cliente, imputato nel processo per la strage di Capaci, mentre l'ente locale si costituiva parte civile nello stesso processo. L'articolo, ritenuto diffamatorio dal Musotto che ha chiesto 700 milioni di risarcimento, è stato ripubblicato nel maggio '95 su Narcomafie e sul quotidiano Il Manifesto a firma di 28 autorevoli esponenti del mondo politico e culturale, che lo hanno sottoscritto "condividendone in pieno i contenuti e ritenendolo legittima espressione dell'esercizio della libertà di stampa, di opinione e di critica politica". Tuttavia Musotto non ha querelato né citato in giudizio nessuno dei nuovi firmatari e, dopo quasi sei anni di lungaggini processuali, Riolo è stato condannato a pagare complessivamente 118 milioni. A sua volta, l'ex ministro Calogero Mannino ha chiesto una riparazione pecuniaria di 200 milioni a Umberto Santino, ritenendosi diffamato per la pubblicazione di alcuni stralci di un "testo anonimo" nel libro "L'alleanza e il compromesso" edito nel '97. Nonostante l'autore si fosse limitato ad analizzare criticamente quel documento, prendendone le distanze con l'affermazione esplicita che esso proviene "più o meno direttamente da ambienti mafiosi", e nonostante quel testo, circolato nel '92 subito dopo la strage di Capaci, fosse già stato integralmente e ripetutamente pubblicato da altri, Santino è stato condannato a pagare circa 20 milioni. Due miliardi è, invece, la richiesta di risarcimento rivolta dallo stesso ex ministro ad Alfredo Galasso, docente di diritto civile presso l'Università di Palermo, per aver riportato il medesimo testo anonimo nel libro "La mafia politica", pubblicato nel '93. Ma il procedimento è ancora in corso e si attende la conclusione. Questi fatti non rappresentano dei casi isolati, ma si inquadrano in una preoccupante tendenza generale alla limitazione del "diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" garantito dall'articolo 21 della nostra Costituzione. Negli ultimi anni, parallelamente ad un preoccupante processo di concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione di massa, gli attacchi dei poteri forti alla libertà di informazione e di opinione si sono moltiplicati, e ciò è tanto più grave e significativo quando esponenti della prima o della seconda repubblica, coinvolti a torto o ragione in procedimenti penali, cercano di far pagare il conto delle loro "sfortune" a chi esercita per professione o per impegno antimafia il diritto di cronaca e di critica. In particolare stiamo assistendo ad un crescente uso indiscriminato del ricorso ai procedimenti civili per risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa. Il procedimento civile, infatti, offre una serie di vantaggi rispetto a quello penale: il risarcimento danni può essere chiesto a distanza di cinque anni dai fatti, mentre per sporgere querela non si possono superare i novanta giorni; nel civile si può ottenere la condanna del presunto diffamatore senza l'onere di dover dimostrare l'esistenza del reato di diffamazione; è, per di più, possibile ottenere risarcimenti sproporzionati per "danno morale" anche quando non si riesca a dimostrare l'esistenza di un effettivo "danno patrimoniale"; la condanna, infine, è immediatamente esecutiva, senza dover attendere l'espletazione di tutti i gradi del giudizio. Oltre a tutto ciò il giudizio civile comporta un minor clamore rispetto a quello penale, clamore che comunque è sempre controproducente anche per il presunto "diffamato". Si sono, pertanto, moltiplicate le richieste di risarcimenti miliardari nei confronti di giornalisti, studiosi e familiari delle vittime (basti, qui, ricordare i 20 miliardi chiesti da Berlusconi a Luttazzi, Freccero e Travaglio per la trasmissione televisiva Satyricon, o il miliardo chiesto da Mannino a Giuseppina La Torre per alcune interviste rilasciate nel '95, o ancora il miliardo e 150 milioni chiesti da Musotto ad Attilio Bolzoni per gli articoli su Repubblica riguardanti le sue traversie giudiziarie del '95) il cui effetto non è la legittima tutela dell'onorabilità della persona, ma l'instaurazione di un clima d'intimidazione nei confronti di chiunque intenda far conoscere, commentare o studiare il persistente fenomeno delle contiguità tra politica, mafia e affari. Con questo appello intendiamo rivendicare con forza il diritto e il dovere di sottoporre l'operato di chi ricopra cariche pubbliche o ruoli rappresentativi al vaglio critico dell'opinione pubblica, con la consapevolezza che ciascun politico ha una responsabilità aggiuntiva rispetto agli altri cittadini nella misura in cui coinvolge la credibilità delle istituzioni. In particolare, sul terreno della lotta contro la mafia, la piena libertà d'informazione e di opinione è indispensabile per individuare e stigmatizzare tutti quei comportamenti che configurino delle responsabilità politiche e morali, indipendentemente dall'accertamento di eventuali responsabilità penali che spetta esclusivamente alla magistratura. Ci proponiamo, pertanto, di avviare una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione dell'opinione pubblica per la realizzazione dei seguenti obiettivi: a) una nuova regolamentazione legislativa in materia di "diffamazione", che ristabilisca un giusto equilibrio tra diritto di cronaca e di critica e tutela della persona, e che uniformi procedimento penale e procedimento civile per impedirne un uso distorto e strumentale; b) la costituzione di un fondo di solidarietà tramite la sottoscrizione del presente appello (ad ogni firma corrisponderà la sottoscrizione di una quota minima di centomila lire); il fondo sarà utilizzato, a cominciare dalle due condanne citate, per difendere la libertà di informazione, di opinione e di ricerca limitatamente all'ambito della lotta contro la mafia (sarà gestito, sulla base di un regolamento, da un comitato di garanti, di cui faranno parte, tra gli altri, Rita Borsellino, Luigi Ciotti e Valentino Parlato). I promotori: Arci, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" , Centro sociale "San Francesco Saverio", Il Manifesto, Libera, Mezzocielo, Micromega, Narcomafie, Palermo anno uno, Promemoria Palermo, Scuola di formazione etico-politica "Giovanni Falcone", Segno, Uisp. Per sottoscrivere l'appello si può utilizzare il c/c postale n. 10690907, intestato a Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144-Palermo, specificando nella causale: "Campagna per la libertà di stampa nella lotta contro la mafia". Per comunicazioni e informazioni: tel. 091.333773(Miro Barbaro c/o Arci) o 091.6259789 - fax: 091.348997 - e-mail: csdgi@tin.it (c/o Centro Impastato). Elenco sottoscrittori fino al 30 settembre 2003: 3° H e 3° G Scuola Media "P. V. Marone" - Palermo, eu. 100,00; Abbagnato Giovanni - Palermo, L. 100.000; Abbozzo Laura - Firenze, L. 100.000; Accardi Tina - Palermo, L. 100.000; Acerbi Luisa - Milano, eu. 25,00; Alagna Francesco - Padova, eu. 20,66; Alagna Leonardo - Palermo, L. 100.000; Albino Antonella - , L. 100.000; Alleruzzo Anna - Palermo, L. 100.000; Alosi Nicola - Palermo, L. 100.000; Alù Gabriella - Cacioppo Margherita - Palermo, L. 100.000; Annapaola Laldi - Empoli, eu. 103,29; ARCI Circolo "Due strade" - Firenze, L. 288.000; Arcuri Adriana - Palermo, L. 50.000; Arcuri Flora - Palermo, L. 100.000; Arcuri Giovanni - Palermo, eu. 750,00; Arici Francesca - Palermo, L. 100.000; Armao Fabio - Torino, L. 100.000; Ass. donne siciliane contro la mafia - Capo d'Orlando, eu. 52,00; Asso Francesco, eu. 75,00; Associazione culturale Prospettive - Mezzojuso (Pa), L. 100.000; Associazione Guerre e pace - Milano, eu. 51,62; Associazione provinciale di Viterbo "Italia-Nicaragua" - Tuscania (Vt), L. 100.000; Attanasio Massimo - Palermo, L. 100.000; Attinà Fulvio - Siracusa, L. 100.000; Attinelli Simonetta - Palermo, L. 100.000; Avinio Damiano - Como, eu. 51,65; Balletta Silvana - Palermo, eu. 52,00; Balzano Cristiana - Insinna Leonardo - Palermo, L. 100.000; Baraldi Tiziana - Mantova, eu. 20,00; Barbera Marzia - Milano, L. 100.000; Battaglia Letizia - Palermo, L. 100.000; Bellia Giuseppe - Palma di Montechiaro, eu. 250,00; Belotti Angelo - Lonato, eu. 15,00; Benedetto Caterina - San Damiano D'Asti, eu. 60,00; Bergesio Ginafranco - Roma, L. 100.000; Berlanda Franco - Torino, L. 100.000; Bertolli Marco - Seravezza (Lucca), eu. 51,65; Bertolotti Giorgio - Dormelletto, eu. 15,00; Bertucci Angelo e Monica - Rovereto, L. 100.000; Bianco Alberto - Tolosa, eu. 50,00; Billitteri Daniele - Palermo, L. 100.000; Bobbio Luigi - Torino, L. 200.000; Bonaldi Francesca - Borbiago di Mira, eu. 50,00; Bonanno Francesco (e altri) - Misilmeri, L. 120.000; Bonavita Tomaso - Cesena , eu. 25,00; Bonavita Tommaso - Cesena, L. 100.000; Bongiovanni Giorgio (Antimafia 2000) - Porto S. Elpidio, L. 200.000; Bonini Gabriella - Poviglio (RE), eu. 25,00; Bonomelli Anna Maria - Brescia, eu. 20,00; Bonsangue Diego - Palermo, L. 150.000; Bonsangue Paola - Palermo, L. 100.000; Boreggi Claudio - Roma, eu. 50,00; Borsellino Maria Donatella - Palermo, L. 100.000; Brigaglia Aldo - Palermo, L. 100.000; Brigiano Anna - Palermo, L. 100.000; Bruzzone Emanuele - Asti, L. 200.000; Bussolari Roberta - S. Giovanni in Persiceto (Bo), L. 100.000; Calabrò Carlo - Palermo, L. 100.000; Calapso Rita - Palermo, L. 100.000; Calderaro Rino, L. 100.000; Calderoni Giorgio - Forlì, L. 100.000; Calfus Maria - Chieri (To), eu. 15,00; Camassa Angelica - Palermo, L. 100.000; Camassa Paola - Palermo, L. 300.000; Camisani Rita - Brescia, L. 100.000; Cancila Orazio - Palermo, eu. 50,00; Canonico Augusto - Palermo, L. 100.000; Caon Vilma - Valdagno (Vi), eu. 50,19; Caponnetto Antonino - Firenze, L. 500.000; Capursi Vincenza - Palermo, L. 100.000; Carbone Bruno - Palermo, L. 100.000; Carini Paola - Castelvetro (Pc), eu. 51,65; Carloni Renata - Montespertoli, L. 150.000; Caruso Casimiro - Palermo, L. 100.000; Cascio Antonia - Di Cara Nino - Palermo, eu. 104,00; Cascio Rino - Palermo, L. 100.000; Castellina Luciana - Roma, L. 100.000; Castiglione Dario, L. 150.000; Cavadi Augusto - Palermo, L. 100.000; Cavadi Rosalba - Palermo, L. 100.000; Cavallaro Luigi - Palermo, L. 100.000; Cavallone Filomena - Torino, L. 40.000; Celano Bruno - Palermo, L. 100.000; Cerutti Furio - Montespertoli, L. 150.000; CGIL provinciale di Varese, L. 100.000; Cimino Marta + gruppo Usl 6 - Palermo, L. 250.000; Ciulla Salvo - Palermo, L. 500.000; Clemenza Francesco - Palermo, L. 100.000; Colajanni Emilia - Palermo, L. 200.000; Collisani Amalia - Palermo, L. 100.000; Condello Nelly e Manlio - Palermo, eu. 50,00; Cooperativa teatrale Dioniso (Collovà) - Palermo, L. 100.000; Corsini Enrico - Bottegone, eu. 40,00; Corso Paola - Roma, eu. 50,00; Coscarella Rita e Gulli Umberto - Palermo, eu. 300,00; Costa Aldo - Palermo, L. 100.000; Costadura Giacomo - Palermo, L. 100.000; Crespino Quintina - Gazzaniga, L. 100.000; Crisantino Amelia - Monreale, L. 100.000; Croppoli Maurizio - Torino, eu. 30,00; Crupi Gaetano - Reggio Emilia, eu. 10,00; D'Agostino Mari - Palermo, L. 100.000; D'Agostino Giovanni - Palermo, L. 100.000; D'Agostino Maria Chiara Torino, eu. 40,00; D'Andretta Pasquale - Roma, L. 100.000; De Domenico Nicola, L. 100.000; De Mauro Franca - Palermo, L. 100.000; De Pasquale Raffaella - Palermo, L. 100.000; Decimo Giancarlo - Palermo, eu. 50,00; Degli Esposti Maurizio - Bologna, eu. 30,00; Demarchi Carlo - Lanzo Torinese, L. 100.000; Di Buono Gabriella - Palermo, L. 210.000; Di Stefano Gianfranco - Palermo, eu. 50,00; Dondi Remo - Piumazzo, eu. 30,00; Falci Amedeo - Palermo, L. 200.000; Farfaglio Gaetana, L. 100.000; Farfaglio Maria Luisa, L. 100.000; Farsetta Francesca - Tivoli, L. 100.000; Fatta del Bosco M. Cristina - Palermo, L. 100.000; Fava Fausto - S. Giovanni in Persiceto (Bo), L. 100.000; Ferro Giovanni - Palermo, eu. 1.000,00; Ficarra Anna - Palermo, L. 100.000; Fidora Etrio - Palermo, L. 50.000; Filardo Giuseppe - Palermo, L. 100.000; Fornasaro Renzo - Trieste, eu. 50,00; Francese Giuseppe - Palermo, L. 200.000; Franchina Antonella - Palermo, L. 100.000; Galluzzo Mosè - Palermo, L. 100.000; Gandolfo Giuseppe - Marsala, eu. 20,00; Genco Mario - Palermo, L. 100.000; Gerbino Giulio- Palermo, L. 100.000; Giacomo Lorenzo - Pisa, eu. 10,33; Giaimo Antonio - Enna, L. 100.000; Giovenco Amalia - Palermo, L. 100.000; Giudice Giovanni - Palermo, L. 98.500; Gracci Angiolo - Firenze, eu. 30,00; Grassi Pina - Palermo, L. 100.000; Grasso Luciana - Palermo, L. 100.000; Greco Gioacchino - Monreale, L. 100.000; Grimaudo Sabina - Palermo, L. 100.000; Gruppi Tilde e Luciano - Albano Laziale, eu. 26,00; Gruppo Abele - Torino, L. 5.000.000; Gruppo Solidarietà - Moie di Maiolati SP. (An), L. 100.000; Guainazzi Matteo - Madrid, eu. 51,65; Guarascio Carlotta - Cosenza, L. 100.000; Gulli Cristina - Palermo, eu. 50,00; Gullo Gaetano - Palermo, L. 100.000; Indovina Gabriella - Palermo, L. 100.000; Indovina Serena - Palermo, L. 100.000; Infranca Antonino - Palermo, L. 100.000; Ingrassia Sarina - Monreale (Pa), eu. 100,00; Istituto Antonio Ugo - Palermo, L. 100.000; Jamieson Alison - Perugia, eu. 50,00; La Fiura Giovanni - Monreale(CSD), L. 100.000; La Rocca Antonio - Santena, eu. 52,48; La Rocca Teresa - Palermo, L. 100.000; Lauro Margherita - Palermo, L. 100.000; Lavoratori Assessorato Regionale Bilancio - Palermo, L. 200.000; Lavoratori Assessorato Regionale Territorio - Palermo, L. 500.000; Lazzara Edoardo - Palermo, L. 100.000; Li Cheri Giovanni - Palermo, L. 100.000; Licata Elio - Gubbio, eu. 50,00; Licata Giancarlo - Roma, L. 100.000; Lo Faso Umberto - Palermo, L. 100.000; Lo Piccolo Lorenzo - Fucarino Rosa - Palermo, L. 100.000; Lo Piccolo Procopio - Milano, eu. 50,00; Loffredo Bibi - Palermo, L. 100.000; Lombino Santo - Bolognetta, L. 100.000; Lorentzen Joken, eu. 75,00; Lumbieri Maria - Palermo, eu. 750,00; Lumia Giuseppe, L. 100.000; Mafai Simona - Palermo, L. 100.000; Mafai Simona - Palermo, eu. 100,00; Mafai Simona - Palermo, eu. 103,29; Mafai Simona - Palermo, eu. 150,00; Maghi Anna - Civitella D'Agliano (Vt), eu. 10,33; Mangano Giulio - La Turbie (Francia), L. 500.000; Maniscalco Giandomenico -Picciotto Patrizia - Palermo, L. 100.000; Marcano Ciraldo - Catania, eu. 49,99; Marcolungo Antonio - Torino, eu. 50,00; Marebiami Lidia - Pisa, L. 50.000; Marino Giuseppe Carlo - Palermo, L. 100.000; Marino Sergio - Palermo, L. 100.000; Marocco Francesco - Bianzone, eu. 100,00; Martinello Riccardo - Borbiago di Mira, eu. 50,00; Martino Francesca - Palermo, L. 100.000; Massari Oreste, L. 100.000; Mastropaolo Alfio - Teresa - Antonio - Luigi - Torino, L. 1.500.000; Mazzarese Tecla - Pavia, L. 100.000; Medi Elena - Milano, L. 100.000; Melato Mariangela - Roma, L. 500.000; Melis Pierpaolo - Cagliari, L. 100.000; Mercadante Vito - Palermo, eu. 50,00; Miceli Dario - Palermo, L. 100.000; Mignosi Vincenzo - Palermo, L. 100.000; Mirto Salvo - Palermo, L. 100.000; Mizio Gisella - Palermo, L. 100.000; Molinari Esilda - Priero (Cn), eu. 10,00; Molinari Giuseppe - Brescia, L. 100.000; Montalbano Eva - Palermo, L. 100.000; Monte Diletta e Andrea - Bari, L. 200.000; Monteleone Carla - Palermo, eu. 52,00; Montemagno Gabriello - Palermo, L. 100.000; Morello Titti - Palermo, L. 100.000; Muccioli Patrizia - Palermo, L. 100.000; Musumeci Daniela - Catalfamo Giusi - Palermo, L. 100.000; Nastasi Pietro e Vera - Palermo, L. 200.000; Nastri Laura - Palermo, L. 1.100.000; Neri Riccardo Torino, eu. 50,00; Niccoli Silvana - Lanciano, eu. 15,00; Nicoletti Rita - Palermo, L. 100.000; Nobile Giovanna, L. 50.000; Nome illegibile, eu. 100,00; Noto Lina - Palermo, eu. 36,15; Nuvole - Torino, L. 500.000; Ortoleva Antonio - Palermo, L. 100.000; Ortoleva Liliana - Palermo, L. 100.000; Ottonello Franca - Rapallo, L. 100.000; Pacini Stefano - Siena, eu. 10,00; Palermo Anno Uno, L. 500.000; Paolini Marcello - Bolzano, eu. 52,00; Parrinello Delia - Palermo, L. 100.000; Pasini Marino - Cretia (Cr), L. 30.000; Paternostro Dino - Corleone, L. 100.000; Pavone Marco - Palermo, L. 100.000; Pecoraro Cristina - Palermo, L. 100.000; Pedone Fulvio - Palermo, L. 100.000; Petrucci Nicola - Palermo, L. 100.000; Pezzimenti Elvira - Palermo, eu. 52,00; Pezzino Paolo - Pisa, L. 100.000; Pirajno Rosanna - Palermo, L. 200.000; Pirrone Marco - Palermo, L. 100.000; Pistolesi Anna - Roma, eu. 100,00; Pizzuto Maurizio - Ciancimino Anna Maria - Palermo, L. 100.000; Polizzi Giuseppe - Palermo, L. 100.000; Pomar Marco - Palermo, L. 100.000; Prattico Ettore - Roma, eu. 50,00; Puglisi Rosalba - Palermo, L. 100.000; Raia Daniela - Palermo, L. 100.000; Raineri Annibale - Palermo, L. 100.000; Renda Francesco, L. 100.000; Riccobono Liliana - Palermo, eu. 154,94; Rifondazione Comunista (Gruppo parlamentare) - Roma, L. 2.000.000; Rinaldi Gaetana Maria - Palermo, L. 100.000; Rindone Elio - Roma, L. 100.000; Riolo Alessandro - Palermo, L. 100.000; Riolo Fernando - Palermo, L. 100.000; Riolo Francesca - Palermo, L. 100.000; Riolo Pietro - Palermo, L. 100.000; Rizzo Salvatore - Palermo, L. 100.000; Rizzoli Alberto - Bolzano, eu. 52,00; Rocca Stefano - Palermo, L. 100.000; Roccella Massimo - Milano, L. 100.000; Romani Pierpaolo - Giacciano con Baruchella (Rovigo), L. 100.000; Romano Riccardo - S. Giovanni La Punta, L. 100.000; Romano Vincenzo - Palermo, L. 100.000; Rovelli Roberto - Palermo, L. 100.000; Ruffino Giovanni - Palermo, L. 100.000; Russo Gabriella - Palermo, L. 100.000; Russo Vita - Roma, eu. 50,00; Sagona Giovanna - Palermo, L. 100.000; Sala Tecla - Sovico (Mi), L. 100.000; Salatiello Bice - Palermo, L. 100.000; Samonà Leonardo - Palermo, L. 100.000; Santomi Maurizio - Roma, L. 100.000; Savoja Umberto - Palermo, eu. 50,00; Scamardella Pacifico Giuseppe (a nome della CDST di Desio (Mi)), L. 100.000; Scardulla Sergio - Palermo, L. 100.000; Scarpa Renato - Roma, L. 100.000; Schaffner Maria Rosa - Firenze, eu. 50,00; Schifani Giorgio - Palermo, eu. 258,23; Sciarrino Silvana - Palermo, L. 100.000; Sciarrone Rocco - Torino, L. 200.000; Sciortino Teresa - Palermo, L. 100.000; Sclafani Faro - Cinisi (Pa), eu. 50,00; Scordato Cosimo - Palermo, L. 100.000; Scotonni Italo - Trento, eu. 51,65; Serafino Franca - Spotorno Antonio - Palermo, L. 100.000; Siebert Renate e Jedlowski Paolo - Arcavacata (Cosenza), L. 200.000; Sorrentino Armando - Palermo, L. 100.000; Sottile Carmelo - Palermo, L. 100.000; Sottile Roberto - Palermo, L. 100.000; Spalla Pietro - Pietro, L. 50.000; Squarcialupi Vera - Milano, eu. 55,00; Staino Sergio - S. Martino La Palma (Fi), L. 100.000; Stajano Corrado, L. 100.000; Stira Salvatore - Palermo, L. 100.000; Strazzeri M. Vittoria - Palermo, L. 100.000; Tamagnini Nevio - Sant'Arcangelo di Romagna, eu. 52,00; Tarantino Giovanna - Palermo, L. 100.000; Terrana Marina - Palermo, L. 100.000; Terranova Filippo - Palermo, L. 100.000; Terranova Giacomo - Palermo, L. 100.000; Tonolo Renata e Giulio - Torino, eu. 52,00; Trezzo Maria - Scandicci (Fi), L. 100.000; Triolo Bice - Palermo, L. 100.000; Triolo Lucia e Nicolaci Peppino - Palermo, eu. 100,00; Tulumello Alberto - Palermo, L. 100.000; Turri Diamante - Palermo, L. 100.000; Turrisi Maria Rosa - Palermo, L. 50.000; Tutone Michele - Palermo, L. 100.000; Vaccaro Salvo - Palermo, L. 100.000; Vecchio Silvana - Milano, L. 100.000; Vespa Giuseppe - Brescia, eu. 50,00; Vespa Giuseppe - Brescia, eu. 50,00; Vianelli Luciana - Pioppo (Pa), eu. 52,00; Viola Paolo - Palermo, L. 100.000; Vittorelli Maria Letizia - Palermo, L. 100.000; Wigi Marco ?- Orvieto, L. 100.000; Zanella Franca - Borghetto Adige (Trento), L. 100.000; Totale entrate, eu. 26.409,64 Appello dell'Associazione "Non solo Portella": solidarietà
a Giuseppe Casarrubea "Una catena della memoria" "NON SOLO PORTELLA" Associazione tra i familiari delle vittime
della strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947), della mafia e di altre
stragi compiute in Sicilia Presidente Giuseppe Casarrubea-Via Marchese di Villabianca,
lotto 2° 90047-Partinico (tel. 091-8907679) E mail: icasar@tin.it Partinico,
21 settembre 2002 Giuseppe Casarrubea APPELLO PER LA DIFESA DEI DIRITTI DELLA RICERCA STORICA E PER
LA LIBERTA' DI STAMPA NELLA LOTTA CONTRO LA MAFIA ASSOCIAZIONE "NON SOLO PORTELLA" (Se aderisci, manda un messaggio a Giuseppe Casarrubea, al seguente indirizzo e-mail: icasar@tin.it Se vuoi dare un contributo per le spese processuali e sostenere la causa puoi effettuare un versamento sul conto corrente bancario dell'Associazione 'Non solo Portella', presso il Banco di Sicilia di Partinico (PA), intestandolo a : Associazione 'Non solo Portella', via Raccuglia- 90047- Partinico (PA), indicando il tuo nome e cognome, la seguente motivazione del versamento: "Solidarietà allo storico Giuseppe Casarrubea"- Coordin. Bancarie nazionali: Banco di Sicilia, cod. Banca 01020. CAB filiale 43490- N° di conto 410 352021). Siti web Il testo del manifesto per la libertà della ricerca, le adesioni e la documentazione sulle stragi si possono trovare in: www.accadeinsicilia.net/per-giuseppe-casarrubea.htm http://www.accadeinsicilia.net/giuliano-e-lo-stato.htm http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/appello2.htm http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/adesioni2.htm http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/stragi_47.htm http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/casarrubea.html http://utenti.lycos.it/panerose/pagina_art.php?id_art=650 http://www.misteriditalia.com/giuliano/portella/portella.htm http://www.centroimpastato.it/publ/online/portella.htm http://www.ildialogo.org http://www.consumietici.it (settore diritti) http://www.consumietici.it/ita/articolo_popup.asp? Adesione all'appello del presidente del Centro Impastato Caro Giuseppe, ti avevo manifestato la mia solidarietà non appena apparsa la notizia della querela, proponendoti di avviare delle iniziative che ponessero il problema della libertà di informazione e di ricerca, a partire da alcuni casi concreti. Purtroppo da allora non ci siamo potuti incontrare, neppure all'interno della campagna che abbiamo lanciato in seguito alle condanne di Riolo e mia e nelle numerose presentazioni del mio ultimo libro sulla storia delle lotte contro la mafia, dedicato a tutti i caduti in questa lunghissima guerra, tra cui tuo padre. La nostra campagna ha avuto momenti di confronto interessanti, ha raccolto un notevole numero di adesioni e di sottoscrizioni, ma gli obiettivi che ci proponevamo (la modifica della legislazione in atto e la costituzione di un consistente Fondo di solidarietà) non sono stati raggiunti, tenendo conto di un contesto che si è andato rapidamente aggravando. Ora, nell'imminenza del tuo processo, non posso che rinnovarti la solidarietà mia e del Centro, ma vorrei che si andasse oltre la solidarietà. L'iniziativa di presentarsi in occasione dell'udienza del 4 ottobre con i ritratti di alcuni dei tantissimi protagonisti della lotta contro la mafia la cui uccisione è rimasta impunita,mi pare bellissima. Anche se non potrò esserci, rinnovo la mia richiesta, più volte indirizzata alla Commissione parlamentare antimafia, che almeno in sede politica si rispolverino quelle storie vecchie ormai di più di mezzo secolo e si scriva finalmente, dopo la relazione sul depistaggio delle indagini per il delitto Impastato, che ho salutato come il primo atto significativo in quella direzione, una storia dell'impunità in Italia. Purtroppo il clima politico non potrebbe essere peggiore ma i rappresentanti di quel tanto che in qualche modo si richiama alla sinistra cosa fanno? Di fronte all'impunità di uomini che siedono al governo si lascerà passare l'onda lunga e limacciosa del revisionismo che vuole appiattire colpe e responsabilità e ignorare che la lotta alla mafia c'è chi l'ha fatta, pagandone un prezzo altissimo, e c'è chi era inequivocabilmente dall'altra parte? Niente di più pericoloso dell'unamismo che avanza a grandi passi assieme alle teorizzazioni del'affarismo amorale, parente stretto del prepotere mafioso e alla prassi ormai inveterata di legalizzazione dell'illegalità. Le nostre battaglie non si svolgono soltanto nelle aule dei tribunali ma in tutta la società e in un periodo tra i più difficili della storia dell'Italia repubblicana. Mi auguro, senza farmi troppe illusioni, che la tua vicenda processuale abbia un esito migliore di quella mia e di Riolo, ma mi auguro soprattutto che la nostra battaglia si possa svolgere con la dovuta decisione e con la necessaria unità, nel rispetto delle convinzioni, delle competenze, della storia personale di ciascuno. Aderisco ovviamente al tuo appello che pubblicheremo nel nostro sito. Un abbraccio. Umberto Santino, presidente del Centro Impastato
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