La vergogna delle demolizioni a Napoli (torna all'indice informazioni) Il 4 novembre ho assistito alla demolizione di tre campi Rom, situati nel comune di Casoria, nella provincia di Napoli. In questi campi c’erano circa quattrocento persone. Alle 8.00 del mattino sono arrivate, scortate dalla Polizia, scavatrici, ruspe, cingolati per demolire il tutto. Sembrava un esercito in assetto di guerra che spianava tutto. Unica sorpresa: il campo era stato abbandonato dai Rom lungo la notte. Infatti la sera prima, un notevole contingente di Polizia aveva ammonito tutti ad andarsene. E se ne erano andati, scappando da tutte le parti: chi verso la stazione ferroviaria (Piazza Garibaldi), chi verso centri sociali ove poter passare la notte. Non si era mai visto a Napoli un’azione del genere: buttare fuori con la forza persone dal proprio habitat senza offrire loro prima un altro luogo ove andare. Mi ricordava certe scene viste nei regimi militari. Mi ricordava soprattutto le demolizioni che avevo visto delle baraccopoli di Nairobi. Mai mi sarei aspettato che avrei assistito a simili scene nella mia Italia. Era da alcuni mesi che accompagnavo, insieme al professore Marco Nieli,
da vicino, l’avventura di questi Rom: gente buona, semplice, attiva,
gente che non ha mai partecipato ad una guerra, gente che era scappata
dalla Romania per trovare un po’ di dignità. Ero stato, con
Marco, ospite dei Rom di Casoria: un’ospitalità calorosa
e aperta. Con loro ho potuto vedere la realtà del campo. Devo confessare
che non avevo mai visto in Italia, una situazione così degradata.
Mi faceva venire in mente certi angoli di Korogocho, la baraccopoli di
Nairobi, dove sono vissuto per 12 anni. Questo sia per la sua posizione,
sia per le condizioni del campo. Infatti l’accampamento Rom di Casoria
è posto sotto un immenso arco con piloni enormi della tangenziale
di Napoli. Ma le condizioni igieniche e ambientali del campo non sono
meno agghiaccianti. Baracche accatastate una sopra l’altra in piccolissimi
spazi. Senza acqua potabile. Stretto tra due ferrovie (un ragazzo è
morto qualche mese fa sotto un treno). Enormi topi che passeggiavano tranquillamente. |
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