Mozione conclusiva dell’ assemblea nazionale dei
delegati di ANIEP (giugno 2004)
(indice informazioni)
L’Assemblea nazionale di ANIEP ribadisce l’impegno politico
e culturale per l’integrazione dei disabili nella scuola, nella formazione,
nel lavoro e nella vita familiare e sociale; gli handicappati non devono
essere considerati soggetti passivi di interventi assistenziali e tecnici,
ma protagonisti e partecipi della vita della comunità nei normali contesti
in cui si svolge, ciascuno secondo le proprie possibilità .
L’Assemblea Nazionale di ANIEP ha svolto una analisi complessiva dell’attività
del Governo e del Parlamento durante la prima metà di legislatura riguardo
alle politiche per i disabili e denuncia una grave restrizione dei diritti
e una assoluta indifferenze circa gli impegni.
DIRITTO AL LAVORO
Con il Decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (art. 14)
si è stabilito che i disabili con maggiori difficoltà (ma in definitiva
tutti) potranno essere collocati nelle cooperative sociali, in cambio
di proporzionali commesse di lavoro da parte delle aziende, che saranno
così esentate dalla “copertura della quota di riserva”. L’inserimento
nelle cooperative sociali non avverrà più come “inserimento temporaneo
con scopi formativi personalizzati”, ma in modo definitivo. Questa norma
significa che l’azienda non assume più direttamente la persona disabile,
che si escludono dal mondo del lavoro tutti gli handicappati medio gravi,
che si istituisce un sistema di lavoro protetto permanente, distinto e
separato dal mercato del lavoro ordinario.
L’Assemblea Nazionale di ANIEP ritiene che questa iniziativa costituisca
una grave discriminazione dei disabili relegandoli in “laboratori protetti”
con tossicodipendenti, ex detenuti, malati psichiatrici, contesti dove
non si verificano le condizioni di dignità e di socializzazione connesse
con il ruolo lavorativo.
DISPOSIZIONI ANTIELUSIVE E DI CONTROLLO
Con l’art. 42 del Decreto legge 30 settembre 2003 n. 269, sono
stati stabiliti nuovi controlli e restrizioni nei confronti dei disabili
che richiedono o percepiscono pensioni, assegni e indennità. Verrà effettuata
una campagna di verifiche medico legali sulle condizioni di invalidità,
a partire dal 2004 sarà abrogata la possibilità di ricorso amministrativo
contro i giudizi delle commissioni mediche e sarà consentito esclusivamente
il ricorso al giudice ordinario (ciò che richiede l’assistenza di un legale,
perizie mediche e comunque in attesa di tre anni). Ulteriori accertamenti
saranno effettuati dall’INPS per quanto riguarda i limiti di reddito.
In tutti i casi è previsto il rigore assoluto (sospensione e revoca delle
provvidenze, restituzione di quanto indebitamente percepito). Il Ministero
dell’Economia assume tutte le competenze residue dello Stato in materia
di riconoscimento e di accertamento dell’invalidità sia per quanto riguarda
la concessione e il contenzioso dei benefici economici, sia per il collocamento
al lavoro, sia per le agevolazioni generiche.
L’Assemblea di ANIEP denuncia questa grave limitazione delle garanzie
e soprattutto il ritorno del centralismo dello Stato rispetto a materie
che sono competenza delle Regioni.
Si osserva infine quanto sia inaccettabile, offensiva e umiliante l’inflessibilità
sulla spesa assistenziale in un contesto generale di condoni fiscali,
edilizi, amministrativi e altri concordati.
IL RIORDINO DELL’ASSISTENZA SOCIALE (L. 328/2000)
E’ stato affermato dal Sottosegretario al Welfare Maria Grazia
Sestini, che la Legge-quadro sul sistema integrato di interventi e
servizi sociali (riforma dell’assistenza), approvata dopo trenta anni
di lotte e di dibattiti, “è una legge ampiamente superata poiché le politiche
sociali sono diventate competenza esclusiva delle Regioni e degli Enti
Locali”. Questa affermazione dimostra l’incapacità, il disinteresse o
la impossibilità del Governo di definire un progetto di sicurezza sociale
che indichi continuità o discontinuità rispetto a quello precedente.
Comunque competono allo Stato i decreti attuativi della Riforma che riguardano
il riordino e l’adeguamento delle prestazioni economiche per i disabili,
la definizione di nuovi criteri per l’attribuzione dell’invalidità, la
formulazione della Carta dei servizi sociali e soprattutto la definizione
dei Livelli essenziali di assistenza. Senza questi atti dovuti le politiche
sociali si svilupperanno in modo frammentario e sfilacciato con gravi
disuguaglianze quantitative e qualitative nelle varie aree del paese.
In un contesto di cambiamenti economici, culturali e politici ancora in
evoluzione, l’unico atto programmatico è stato il “Libro bianco sul Welfare”
che afferma la centralità della famiglia, in concorrenza
o in alternativa ai servizi socio-assistenziali, e in modo più chiaramente
consapevole una progressiva privatizzazione dei bisogni.
Si afferma che inserire la famiglia al centro del sistema di protezione
significa superare il vecchio modello di sicurezza. Se si trasferiscono
le risorse alle famiglie si risparmia sui servizi.
L’Assemblea di ANIEP ritiene che questo rinnegare la riforma dell’assistenza
soprattutto con riferimento ai sevizi integrati, affidando i compiti assistenziali,
in termini suppletivi ed esclusivi, alla responsabilità delle famiglie,
costituisca una esplicita negazione del diritto alla libertà dal bisogno
e alle garanzie costituzionali.
UN GOVERNO CHE PENSA AD ALTRO
L’Assemblea di ANIEP registra infine i seguenti fatti:
totale indifferenza circa le conclusioni e gli impegni della Conferenza
Nazionale sulle politiche della disabilità di Bari;
mancata istituzione del Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti;
mancata predisposizione del Testo Unificato delle leggi sui disabili;
mancata definizione dei Livelli essenziali di assistenza;
esclusione delle Associazioni dei disabili dalla concertazione e dalla
partecipazione;
diffusione e affermazione di una rappresentazione culturale e sociale
dei disabili come destinatari di benevolenza, di volontariato, di assistenzialismo,
anziché di diritti sociali;
mistificazione dell’Anno Europeo delle persone con disabilità e rimozione
dell’impegno di formulare una Direttiva europea sulla non discriminazione
in coincidenza col semestre di Presidenza italiano.
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
Con riferimento ad alcuni temi essenziali di carattere politico e culturale
l’Assemblea Nazionale di ANIEP osserva e conclusivamente
che le Associazioni di rappresentanza dei disabili e le loro Federazioni
sono state escluse progressivamente dalla partecipazione istituzionale
e dalla definizione delle politiche sociali (è stata soppressa la Consulta
Nazionale delle associazioni);
che si è verificato poi un progressivo accentramento delle competenze
in materia di disabilità e di assistenza nell’ambito del Ministero dell’Economia,
ciò significa che le politiche di welfare vengono interpretate e gestite
essenzialmente nella dimensione finanziaria, anziché come diritto e come
vincolo di solidarietà;
che l’identità dei disabili viene sempre più percepita come quella di
persone in situazione di malattia, di inferiorità sociale, di “sfortuna”,
senza fare alcuna distinzione fra i diversi gradi e tipi di handicap.
Le grandi campagne per la raccolta di fondi rafforzano questa tendenza,
inducono comportamenti di solidarietà, ma producono anche atteggiamenti
di pietismo e una esplicita delega del problema ai tecnici e agli specialisti;
che occorre riaffermare l’appartenenza culturale e sociale delle persone
con disabilità e il loro diritto alla vita indipendente nel quadro dei
diritti Costituzionali (uguaglianza, dignità, istruzione, salute, lavoro,
famiglia).
GLI IMPEGNI DI ANIEP
Circa i problemi più urgenti, oltre ai temi relativi al diritto
al lavoro, all’attuazione della Riforma dell’assistenza, alla difesa della
dignità e delle garanzie, l’Assemblea nazionale di ANIEP chiede:
la determinazione dei livelli essenziali dei diritti civili e sociali
come previsto dalla legge Costituzionale 9 marzo 2001 che ha trasferito
alle Regioni e ai Comuni tutte le competenze in materia di sicurezza sociale;
la predisposizione di un Testo Unico delle leggi sui disabili col fine
di razionalizzare i provvedimenti, di integrarli, di armonizzarli col
nuovo assetto istituzionale;
un provvedimento che consenta di dedurre dal reddito le spese per l’assistenza
e la cura dei disabili in situazioni di gravità, anche se prestate da
personale non specializzato;
la ricostituzione della Consulta nazionale delle associazioni di disabili,
come ambito di confronto con gli organi dello Stato;
l’istituzione del Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti
e l’aumento delle prestazioni economiche assistenziali;
la riduzione dell’età contributiva per i genitori, i coniugi e i familiari
che assistono in modo continuativo persone disabili in situazioni di gravità;
il rispetto degli impegni assunti dal Governo in occasione dell’Anno europeo
delle persone con disabilità.
Per questi obiettivi ANIEP, a partire dal prossimo Documento di programmazione
economica e finanziaria (DPEF), chiede la collaborazione del Parlamento,
dei partiti, delle forze sociali e sindacali e la partecipazione dei cittadini
e della comunità.
Il presidente nazionale
Gianni Selleri
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