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Integrazione, un sogno di ordinaria quotidianità

Tanti problemi, a poco più di un mese e mezzo dall'inizio del nuovo anno scolastico, sono ancora irrisolti. Il ministero ha garantito ai rappresentanti delle associazioni che convocherà l'Osservatorio permanente per settembre, ma le famiglie temono che al suono della campanella si proporranno di nuovo le annose e urgenti questioni di sempre.

di Salvatore Nocera

(indice informazioni)

Malgrado l'infuriare della campagna elettorale, che in Italia, copre con la sua cortina fumogena i problemi concreti e urgenti della vita quotidiana, le associazioni di persone con disabilità e loro familiari, aderenti alla Fish e alla Fand, hanno chiesto al ministero la riconvocazione dell'Osservatorio permanente sull'integrazione scolastica. Il ministero ha accolto la richiesta e ha convocato le associazioni, concordando con esse l'avvio di cinque gruppi di lavoro, che si sono svolti sia prima che dopo le elezioni, terminando i lavori per fine giugno.
Le associazioni hanno, allora, chiesto che si riconvocasse l'Osservatorio in riunione plenaria per conoscere le risposte del ministero alle proposte avanzate da loro.
Stavolta il ministero è stato meno solerte e le associazioni hanno inviato una lettera di sollecitazione che si pubblica qui di seguito.
Cominciava fra le famiglie a serpeggiare il sospetto che l'esito elettorale avesse potuto determinare una pausa di riflessione da parte del ministero.
Invece, confermando l'apertura al dialogo ormai avviato, il ministero ha risposto con una lettera, con la quale si assicura la riconvocazione dell'Osservatorio per settembre.

Le associazioni ritengono che vi siano problemi urgenti che meritavano una risposta immediata del ministero, quali l'assegnazione delle deroghe per il sostegno per il prossimo anno scolastico, l'assegnazione dei collaboratori scolastici formati e numericamente sufficienti per l'assistenza igienica agli alunni in situazione di gravità, la formazione di tutti gli insegnanti curriculari per programmare, fin dall'inizio dell'anno scolastico, il piano educativo individualizzato e il progetto didattico personalizzato, l'assegnazione di assistenti per l'autonomia e la comunicazione da parte degli Enti locali, che a causa dei paurosi tagli ai trasferimenti per i servizi, rischiano di non garantire il supporto organizzativo all'integrazione scolastica. Inoltre, urge la soluzione dei conflitti di competenze fra ministero ed enti locali per le cosiddette "materie miste" (cioè lo scodellamento durante le mense scolastiche, l'imboccamento degli alunni con disabilità grave), fra Comuni e province per chi debba dare gli assistenti per l'autonomia nelle scuole superiori, fra scuole e ASL, che non garantiscono specialisti in numero sufficiente per la formulazione e la verifica congiunta dei profili dinamici funzionali e dei piani educativi personalizzati, oltre che la somministrazione di farmaci a scuola nei casi richiesti da terapie.
Purtroppo le associazioni non hanno potuto conoscere quali soluzioni verranno adottate per evitare un burrascoso inizio dell'anno scolastico, col rischio di numeroso contenzioso giurisdizionale, che i genitori cominciano a utilizzare purtroppo sempre più frequentemente e , sino ad ora, sempre con esito sfavorevole all'amministrazione scolastica.
Forse al ministero si è ritenuto che i problemi sollevati dalle associazioni fossero eccezionali e richiedessero tempi più lunghi di maturazione e di risposta.
Forse l'adozione dei provvedimenti applicativi della riforma della scuola stanno richiedendo un totale assorbimento delle energie ministeriali, come se l'integrazione scolastica non fosse parte integrante e trasversale della stessa riforma.
Forse si è ritenuto impossibile proporre soluzioni, senza una previa consultazione anche con le Regioni, l'ANCI e l'UPI, che hanno interrotto qualunque tavolo negoziale col Governo a causa dei tagli indiscriminati alla spesa pubblica.
Sta di fatto che si ha l'impressione che sino a quando i problemi dell'integrazione scolastica non diverranno problemi di "ordinaria amministrazione" e le procedure per la sua qualità non diverranno di routine, l'integrazione scolastica sarà vista ancora come una cosa strana, come ancora taluno si attarda ad osservare incuriosito il passaggio di una persona in sedia a ruote, specie se semovente.

Noi persone con disabilità desideriamo l'integrazione, che significa entrare normalmente, sia pure con specifici servizi, nella vita quotidiana, al pari di tutti.
Vorremmo che questo atteggiamento mentale divenisse anche di tutto l'apparato amministrativo.
Così come i treni continuano a funzionare durante e dopo l'esito delle elezioni, vorremmo che pure l'integrazione scolastica e prelavorativa continuasse a essere programmata normalmente.

Come sarà allora l'inizio del prossimo anno scolastico?


(23 luglio 2004)