A quando i libri di scuola
digitali per tutti?
di Flavio Fogarolo
Centro di Documentazione e Formazione del CSA (Centro Servizi Amministrativi)
di Vicenza.
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Sembra quasi un'utopia riuscire a rendere operativa e concreta la Legge
4/2004 - nota anche come "Legge Stanca" - sul punto riguardante
i libri di scuola in formato digitale per gli alunni con disabilità.
E così, a meno di due mesi dal quarto anno scolastico successivo
a quella norma, il problema è tutt'altro che risolto
Si avvicina un nuovo anno scolastico e torna di attualità la questione
dei libri di testo in formato digitale per gli alunni che, a causa della
loro disabilità, non possono usare quelli normali di carta.
La Legge 4/2004, nota anche come "Legge Stanca", ha riconosciuto
ufficialmente il diritto alla fornitura - per loro e per gli insegnanti
di sostegno - dei libri su file (articolo 5), ma tutto è ancora
bloccato. A settembre, quindi, comincerà il quarto anno scolastico
dopo l'approvazione di tale norma e ormai per tante famiglie quel "benedetto"
articolo 5 assomiglia sempre più ad una beffa.
L'unica novità da registrare è il lodevole "fai da
te" dell'AID (Associazione Italiana Dislessia) la quale, dal momento
che nessuno si muoveva a livello generale, sta risolvendo il problema
con accordi diretti con gli editori e la cosa comincia a funzionare, nonostante
anche per loro si sia assai lontani dalla copertura di tutti i libri in
adozione nelle varie classi.
Bene per i dislessici, comunque, ma per gli altri? Per i disabili visivi,
ciechi e ipovedenti, che pur possono contare su una potente associazione,
su consistenti finanziamenti pubblici e su una lunga tradizione di produzione
di testi in braille, le cose sono migliorate davvero poco.
Nel 2001 (assai prima quindi della Legge Stanca) era stato sottoscritto
un accordo tra l'UIC (Unione Italiana Ciechi), la Biblioteca Italiana
per i Ciechi Regina Margherita di Monza e l'AIE (Associazione Italiana
Editori), tramite il quale quest'ultima si impegnava a promuovere la collaborazione
dei propri associati, ma, almeno per quanto riguarda i libri per la scuola,
i risultati sono stati finora assai deludenti, dato che la biblioteca
monzese riceve dalle case editrici solo un quinto dei file che richiede
(era esattamente il 19% nel 2005, dato comunicato ad un incontro con il
Ministero della Pubblica Istruzione nel luglio di quell'anno).
Va considerato a questo punto che una qualsiasi famiglia che chiede privatamente
i file dei libri di testo del proprio figlio disabile riesce ad avere
una risposta positiva in media nel 30% dei casi, con punte del 50% e oltre
quando i genitori sono particolarmente insistenti o convincenti. Ma assai
peggiore è la situazione per i disabili motori, quelli che non
possono gestire un libro di carta, ma potrebbero studiare benissimo, in
autonomia, su uno digitale, da sfogliare con pulsanti, sensori o comandi
vocali su un comune computer.
Curiosamente, dunque, è oggi assai più facile avere i libri
in formato digitale per gli alunni dislessici che non ad esempio per i
ragazzi con distrofia muscolare che muovono solo qualche dito. Di loro
nessuno, né associazioni né enti pubblici, si sta occupando
e sono le singole famiglie o scuole che cercano di procurarsi i libri,
con richieste dirette agli editori. Qualche volta va bene e ricevono il
libro su CD, più spesso però l'editore non risponde o, per
vari motivi, non manda nulla. Per non parlare poi dei ragazzi per i quali
nessuno si preoccupa di chiedere i libri e che ovviamente non ricevono
nulla di nulla.
Non si tratta solo di una questione di diritti violati, ma anche di uno
spreco di risorse: ogni giorno, infatti, nelle scuole italiane ci sono
centinaia di insegnanti di sostegno e operatori degli Enti Locali che
con computer e scanner trasformano in digitale le pagine dei libri di
testo dei ragazzi con disabilità, senza dimenticare i libri in
braille o ingranditi (pagati tutti, direttamente o indirettamente, con
soldi pubblici) il cui costo, sempre elevatissimo, dipende in buona parte
dai tempi necessari per recuperare il file dal libro di carta.
Né ovviamente si considerano le migliaia di ore che dedicano a
questa attività i genitori perché, si sa, quello è
lavoro sempre gratuito...
Per rendere quindi effettivo il diritto ai libri di testo in formato
digitale per gli alunni con disabilità, occorre finalmente formalizzare
due provvedimenti:
- aggiornare la convenzione sui libri di testo tra il Ministero della
Pubblica Istruzione e l'Associazione Italiana Editori affinché
preveda espressamente la fornitura dei libri digitali agli studenti disabili,
come previsto dal secondo comma dell'articolo 5 della Legge 4/2004;
- emanare il regolamento sull'accessibilità degli strumenti didattici
e formativi, previsto dal secondo comma dell'articolo 2 del DPR 75/2005.
Per quanto riguarda la convenzione, almeno a parole c'è la massima
disponibilità da parte degli editori, confermata in vari incontri
pubblici (ad esempio nel corso del convegno HANDImatica 2006 a Bologna).
Si tratta di definire assieme delle procedure che evitino abusi e danni
per autori e imprese.
Riguardo invece al regolamento, all'inizio del 2006 un apposito gruppo
di lavoro interministeriale, promosso dalla Direzione Generale per lo
Studente del Ministero della Pubblica Istruzione, con l'apporto delle
associazioni dei disabili e degli editori, elaborò una proposta,
ma poi non se ne è saputo più nulla. E tutto è ancora
bloccato.
Possibile che sia così difficile rendere operativa una legge approvata
all'unanimità dal Parlamento e sulla quale tutti ancor oggi si
dicono d'accordo?
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