LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA, N. 165 del 25 maggio
2008
Alex Zanotelli. No al razzismo dilagante
Da www.nigrizia.it
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E' agghiacciante quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi in questo
nostro paese. I campi rom di Ponticelli (Napoli) in fiamme, il nuovo pacchetto
di sicurezza del ministro Maroni, il montante razzismo e la pervasiva
xenofobia, la caccia al diverso, la fobia della sicurezza, la nascita
delle ronde notturne... offrono un'agghiacciante fotografia dell'Italia
2008.
"Mi vergogno di essere italiano e cristiano", fu la mia reazione,
da poco rientrato in Italia da Korogocho, all'approvazione della legge
Bossi-Fini (2002). Questi sei anni hanno visto un notevole peggioramento
del razzismo e della xenofobia nella societa' italiana, cavalcati dalla
Lega (la vera vincitrice delle elezioni 2008) e incarnati oggi nel governo
Berlusconi (posso dire questo perche' sono stato altrettanto duro con
il governo Prodi e con i sindaci di sinistra, da Cofferati a Dominici..).
Oggi doppiamente mi vergogno di essere italiano e cristiano. Mi vergogno
di appartenere a una societa' sempre piu' razzista verso l'altro, il diverso,
la gente di colore e soprattutto il musulmano, che e' diventato oggi il
nemico per eccellenza.
Mi vergogno di appartenere a un paese il cui governo ha varato un "pacchetto
sicurezza" dove clandestino e' uguale a criminale. Ritengo che non
sia un crimine migrare, ma che invece criminale e' un sistema economico-finanziario
mondiale (l'11% della popolazione mondiale consuma l'88% delle risorse)
che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere.
L'Onu prevede che entro il 2050 avremo per i cambiamenti climatici un
miliardo di "rifugiati climatici". I ricchi inquinano, i poveri
pagano. Dove andranno? Stiamo criminalizzando i poveri?
Mi vergogno di appartenere a un paese che ha assoluto bisogno degli immigrati
per funzionare, ma che poi li rifiuta, li emargina, li umilia con un linguaggio
leghista da far inorridire.
Mi vergogno di appartenere a un paese che da' la caccia ai rom, come fossero
la feccia della societa'. Questa e' la strada che ci porta dritti all'Olocausto
(ricordiamoci che molti dei cremati nei lager nazisti erano rom!). Abbiamo
fatto dei rom il nuovo capo espiatorio.
Mi vergogno di appartenere a un popolo che non si ricorda che e' stato
fino a ieri un popolo di migranti ("Quando gli albanesi eravamo noi"):
si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all'estero.
I nostri migranti sono stati trattati male un po' ovunque e hanno dovuto
lottare per i loro diritti. Perche' ora trattiamo allo stesso modo gli
immigrati in mezzo a noi? Cos'e' che ci ha fatto perdere la memoria in
tempi cosi' brevi? Il benessere? Come possiamo criminalizzare il clandestino
in mezzo a noi? Come possiamo accettare che migliaia di persone muoiano
nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per arrivare nel nostro
"Paradiso"? E' la nuova tratta degli schiavi che lascia una
lunga scia di cadaveri dal cuore dell'Africa all'Europa.
Mi vergogno di appartenere a un paese che si dice cristiano, ma che di
cristiano ha ben poco. I cristiani sono i seguaci di Gesu' di Nazareth,
povero, crocifisso "fuori dalle mura", che si e' identificato
con gli affamati, i carcerati, gli stranieri. "Quello che avrete
fatto a uno di questi miei fratelli piu' piccoli lo avrete fatto a me".
Come possiamo dirci cristiani, mentre dalla nostra bocca escono parole
di odio e disprezzo verso gli immigrati e i rom? Come possiamo gloriarci
di fare le adozioni a distanza, mentre ci rifiutiamo di fare le "adozioni
da vicino"?
Come e' possibile avere comunita' cristiane che non si ribellano contro
queste tendenze razziste e xenofobe? E quand'e' che i pastori prenderanno
posizione forte contro tutto questo, proprio perche' tendenze necrofile?
Come missionario, da una vita impegnato a fianco degli impoveriti della
terra, oggi che opero su Napoli, sento che devo schierarmi dalla parte
degli emarginati, degli immigrati, dei Rom contro ogni tendenza razzista
della societa' e del nostro governo. Rimanere in silenzio oggi vuol dire
essere responsabili dei disastri di domani. Vorrei ricordare le parole
del pastore Martin Niemoeller della Chiesa confessante sotto Hitler: "Quando
le SS sono venute ad arrestare i sindacalisti, non ho protestato perche'
non ero un sindacalista. Quando sono venute ad arrestare i rom, non ho
protestato perche' non ero un rom. Quando sono venute ad arrestare gli
ebrei, non ho protestato perche' non ero un ebreo. Quando, alla fine,
sono venute ad arrestare me, non c'era piu' nessuno a protestare".
Non possiamo stare zitti: dobbiamo parlare, gridare, urlare. E' in ballo
il futuro del nostro paese. Soprattutto e' in ballo il futuro dell'umanita'.
Anzi, della vita stessa.
Diamoci da fare perche' vinca la vita! Questa e' la mia reazione davanti
agli ultimi avvenimenti nel nostro paese.
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