|
Gruppo
Solidarietà Via D'Acquisto, 7 - 60030 Moie di Maiolati Sp. AN- ITALY tel/fax 0731703327 grusol@grusol.it |
|||
Il
materiale presente nel sito può essere ripreso citando la fonte |
||||
C.I.S.A.P. (torna all'indice informazioni) Affidamento intra-familiare di parenti maggiorenni totalmente
non autosufficienti a causa di gravi handicap intellettivi. La "legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate" n.104/92 prevede che:
Fra gli interventi previsti dalla legge 104/92, finalizzati a perseguire l'inserimento
e l'integrazione della persona handicappata, assumono particolare rilievo:
In particolare l'articolo 9 della legge quadro 104/92 stabilisce - con riferimento
al "servizio di aiuto personale" da istituire a cura dei comuni e delle unità
sanitarie locali - che tale servizio può avvalersi dell'opera aggiuntiva di
obiettori di coscienza, di organizzazioni di volontariato, di cittadini di età
superiore ai diciotto anni che facciano richiesta di prestare attività volontaria
ed ai quali si estende la disciplina dettata dall'articolo 2, comma 2, della
legge n.266/91. Il compito di assicurare il diritto all'integrazione sociale di persone con
handicap in situazione di gravità anche mediante la realizzazione di comunità
alloggio e di centri socio-riabilitativi è affidato - secondo il disposto dell'articolo
10 della legge quadro - ai comuni, anche consorziati tra loro, o con le province,
alle loro unioni, alle comunità montane e alle unità sanitarie locali nel
rispetto delle priorità degli interventi di cui alla legge 4 maggio 1983, n.
184. Al disabile in situazione di gravità deve pertanto essere assicurato
in primo luogo, in analogia con quanto previsto a tutela dei minori,
il diritto "di essere educato nell'ambito della propria famiglia"
- art.1, comma 1, legge 184/83. L'attività di cura svolta dai congiunti dei disabili maggiorenni è assai importante
per la qualità della vita di queste persone e consente inoltre di realizzare
economie di spesa agli enti istituzionalmente preposti a garantire la collocazione
residenziale ai disabili gravi privi del sostegno familiare. Per poter conservare l'attuale rilevante percentuale di disabili gravi che
continuano a vivere a casa loro, occorre sostenere i congiunti tenendo conto
del loro notevole e stressante impegno. Va inoltre considerato che non è raro
incontrare familiari (donne soprattutto) che, per assistere i propri congiunti,
hanno abbandonato il lavoro con conseguente danno economico. In buona sostanza
occorre garantire ai familiari l'accesso ad una adeguata rete di di servizi
diurni e residenziali atta ad offrire un valido supporto quotidiano ed a consentire
momenti di tregua nei quali recuperare le forze e provvedere alle questioni
personali ed agli impegni familiari e sociali. Nell'ambito consortile è attiva una rete di strutture diurne e residenziali
ed un sistema di assistenza sociale e domiciliare di buon livello. Grazie ad
essa sono state seguite, nel 1999, 276 persone disabili di cui 29 minori. I
disabili gravi in carico ai centri diurni sono, attualmente, 57. Di questi ben
47 risiedono in famiglia o presso parenti che si occupano, con maggiori o minori
difficoltà, della cura e dell'assistenza dei propri congiunti nel tempo non
coperto dai servizi socio-sanitari. Pur essendo maturata da tempo la convinzione che per favorire la permanenza
presso i loro congiunti dei soggetti con handicap grave è necessario che venga
riconosciuto il prezioso apporto del volontariato intrafamiliare svolto
da genitori, fratelli, sorelle e da altri parenti e che tale quotidiana attività
debba venir fattivamente sostenuta - al pari degli "affidamenti a parenti" previsti
dalla vigente normativa in materia di tutela dei minori - è improponibile, in
questa fase, l'attivazione di interventi generalizzati di sostegno diversi da
quelli offerti dalla rete territoriale più sopra sinteticamente descritta. Le
risorse a disposizione sono infatti limitate e la normativa che regola il riparto
delle spese tra Consorzio ed ASL 5 non consente di realizzare oggi quegli investimenti
a sostegno della domiciliarità che potranno determinare, nel medio e lungo periodo,
sicuri risparmi nelle spese per ricoveri. E' dunque necessario procedere per gradi, sperimentando i nuovi interventi
di sostegno con criteri di selezione - finalizzati a fornire l'aiuto necessario
almeno alle situazioni familiari più vicine "al collasso" per il sovraccarico
assistenziale quotidianamente sopportato - operando con le limitate risorse
disponibili. Fra le persone con gravi handicap residenti in famiglia e frequentanti i tre
centri diurni del consorzio ve ne sono alcune con situazioni tali da richiedere
immediati ulteriori interventi di supporto finalizzati a sostenere
i parenti nell'esercizio delle funzioni di cura svolte a beneficio dei propri
congiunti disabili. In particolare:
A fronte di tale situazione si ritiene opportuno riconoscere, da parte del
Consorzio, il fondamentale apporto fornito dai parenti delle persone
con disabilità grave, in carico ai servizi diurni, rientranti nelle condizioni
sopra descritte al fine di:
Pertanto, ai congiunti rientranti nelle situazioni precedentemente descritte
che accolgono il loro familiare maggiorenne utente dei centri diurni - avente
un invalidità del 100 per 100 e diritto all'indennità di acompagnamento, non
autosufficiente a causa di handicaps fisici e/o intellettivi e non in grado
di svolgere alcuna attività lavorativa proficua a causa della gravità delle
condizioni psico-fisiche - il C.I.S.A.P. intende riconoscere un contributo finalizzato
a sostenerne l'affidamento intrafamiliare. Il contributo mensile viene erogato - sperimentalmente nel periodo 1.1.2001
- 31.12.2002 e sino alla concorrenza del budget assegnato - affinchè l'affido
intrafamiliare si possa fondare sulla disponibilità e l'idoneità
dell'accoglienza, indipendentemente dalle condizioni economiche dei congiunti
affidatari. Il contributo è complementare all'utilizzo del centro diurno
ed alternativo all'inserimento in struttura residenziale. Il contributo viene
proporzionalmente ridotto nei periodi di inserimento temporaneo della persona
disabile in struttura residenziale o nei periodi di partecipazione ai "soggiorni
lunghi" programmati dai centri diurni. Per la determinazione del contributo mensile si applicano i criteri di cui alla seguente tabella:
Il budget previsto per la sperimentazione dell'affidamento intrafamiliare
delle persone disabili rientranti nelle condizioni descritte nel presente documento
viene fissato in un massimo di L. 90.000.000 per l'anno 2001 dando atto che:
In considerazione dei risparmi che potranno venir realizzati anche dall'ASL.5
nel biennio di sperimentazione - evitando o procrastinando nel tempo il ricorso
al ricovero in struttura dei soggetti individuati - si ritiene di proporre all'Azienda
stessa di compartecipare alla spesa assumendo a proprio carico una quota pari
al 50% del budget previsto. Al Direttore dell'area "servizi alla persona" viene pertanto dato mandato:
Il Direttore dell'area "servizi alla persona" dovrà in ogni caso operare nell'ambito
del budget assegnato negoziando, con i congiunti delle persone aventi titolo
a beneficiare dell'intervento, l'eventuale riduzione proporzionale delle quote
di contribuzione indicate nel presente documento onde assicurare, a tutti i
soggetti individuati, un minimo di sostegno. Al termine del primo anno di sperimentazione il Consiglio di Amministrazione
- sulla base della valutazione sull'andamento del "progetto sperimentale di
affido intrafamiliare" ed in considerazione degli impegni auspicabilmente assunti
dall'ASL.5 - indicherà, in sede di approvazione del PEG annuale, il budget da
assegnare per il secondo anno di sperimentazione. Il Direttore Generale |