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Pier
Luigi Ricci
Esperienze di volo
Romena, 2007, p. 155, Euro 10.00
www.romena.it
Presentazione
Ho letto di corsa il libro di Pigi (Pier Luigi Ricci), lo aspettavo con
tanto desiderio e le mie aspettative sono state ripagate. Ho segnato molte
pagine su cui sento il bisogno di tornare per ripensare a quelle dinamiche
su cui nascono e crescono bisogni e desideri, paure e libertà che
poi decidono la nostra vita. Vorrei partire dall’immagine dell’ultimo
capitolo per descrivere la sensazione che si prova leggendo queste sue
“Esperienze di volo”, l’immagine del “ponte”,
un ponte fra lui e chi legge, fra la sua vita e quella di chi ha ancora
qualche domanda da porsi; perché vengono dalle domande, ci ricorda,
le spinte più preziose che abbiamo. In effetti non sembra di stare
di fronte ad un libro, ma ad una persona, non ci si confronta con un pensiero,
ma si è davanti ad uno sguardo.
Uno sguardo che a volte “morde come un ponte” e ti parla senza
paura di ferirti, a volte è delicatissimo e sembra sussurrarti
quello che deve dirti chiedendoti il permesso, e altre volte addirittura
lascia aperto un discorso per non invadere i territori degli altri, come
dovrebbero fare più spesso genitori ed educatori.
Mi è stato chiesto, in questa premessa, di presentare Pigi.
Mi sono accorto, però, che lui ci ha già fatto entrare nel
suo mondo. Ci sono pagine in cui sembra di essere con lui a casa sua,
con sua moglie e suo figlio, o di rivederlo con sua madre e i suoi numerosi
fratelli il giorno triste in cui salutammo sua sorella. A volte sembra
di essere lì, nelle comunità del Centro di Solidarietà
di Arezzo dove lavora o in quei gruppi giovanili dove si occupa di educazione-prevenzione.
Ci fa conoscere in modo sintetico e brillante il pensiero di grandi studiosi
che ha conosciuto nel suo cammino universitario che ha intrapreso e concluso
con successo dopo essersi in realtà già “laureato”
sul campo con un’attività ultratrentennale.
I suoi maestri diventano per una frazione di tempo i nostri maestri facendoci
sentire che l’apprendimento non finisce mai e che sarebbe meglio
avere una maggiore attenzione alle persone che quotidianamente ci accompagnano
nella vita di tutti i giorni (cogliamo l’occasione per mandare un
caro abbraccio all’amica di tanti, Elda). Ci fa sentire con i suoi
racconti la vitalità, l’originalità e la bellezza
della Fraternità di Romena dove da più di un decennio incontra
persone che hanno ancora tante domande da rivolgere alla vita.
E, ho voluto lasciarli per ultimi perché credo che il contatto
con loro sia qualcosa di speciale in Pigi, ci fa vedere tanti ragazzi
e ragazze caduti nelle difficoltà della vita; hanno ferite e debolezze
che hanno permesso loro di guardare più a fondo nella vita. Queste
persone sono certamente bisognose di aiuto, ma hanno anche tanto, veramente
tanto aiuto da offrirci. Aiuto di cui tutti abbiamo un grande bisogno.
Non credo che sia fuori luogo qui un pensiero speciale per loro. Anche
loro che non hanno un nome, sono radici di queste pagine come tutti quelli
con un nome.
Tutte queste sensazioni sono date, più che dal suo scrivere, dal
suo parlare, dal suo ponte con noi.
Forse a volte sembra un po’ professore e un po’ fastidioso
(ce l’ha un po’ di vizio di essere fastidioso da quando era
un ragazzo, ma il suo fastidio è stato molto importante anche per
me da quando ero un ragazzo) ma non è mai banale ed è sempre,
sempre sostenuto da una grande passione e da un grande entusiasmo per
la gente e per la vita. Cosa questa molto rara negli educatori e, forse,
ancor di più nei libri. Mi sono sentito guardato direttamente,
in queste pagine, dai suoi occhi lucidi e penetranti, ho risentito il
suo modo di parlare delle situazioni più serie come se raccontasse
una barzelletta, anzi, a volte, proprio raccontando storie e barzellette.
Così, serenamente, possiamo accorgerci che ogni momento della vita
non ci giudica, ma ci porta nuovi significati e ci apre nuove possibilità
di crescita.
Un rabbino una volta disse: “Quando pensi ai grandi personaggi della
Bibbia speri che i tuoi figli, crescendo, non diventino come loro”.
Sarebbe troppo lungo adesso parlare di Abramo, di David, di Giona…
ma che sorpresa e che bello è stato sentire che i “grandi”
non sono i “perfetti”, che la felicità può essere
unita alla depressione.
Trovo importante e bello che le parole di questo libro non nascondano
insuccessi, difficoltà, cambiamenti di idee…
Trovo meraviglioso che qualche discorso rimanga sospeso perché
così accade a volte anche nella vita.
Non ho parole per esprimere la mia ammirazione per tutto questo senza
apparire troppo accondiscendente, ma ho una parola da dirti, caro Pigi,
e ho la presunzione di dirtela anche a nome di Gigi, di Massimo, di Paola,
dei collaboratori di Romena, degli operatori del Ceis e dei tantissimi
senza nome: grazie!
Gianni Marmorini
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