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State of World 2005
Sicurezza glogale
Edizione italiana a cura di Gianfranco Bologna
304 pagine
Prezzo: Euro 20,00
Il libro
Povertà, malattie, crisi ambientale:
ecco il vero “asse del male”
State of the World 2005 indica la strada per un nuovo approccio alla
sicurezza globale
La guerra globale al terrorismo sta distraendo l’attenzione del pubblico
dalle vere cause dell’instabilità: questo è ciò il Worldwatch Institute
segnala nel suo rapporto annuale State of the World 2005. Gli atti
terroristici e le reazioni, altrettanto pericolose, che essi provocano
sono solo i sintomi dei problemi che costituiscono la fonte dell’insicurezza
globale e tra questi ci sono la rischiosa interazione tra povertà, malattie
infettive e degrado ambientale, e la sempre più accesa competizione per
il petrolio e le altre risorse.
Combinati alla diffusione degli armamenti, questi “problemi senza passaporto”
creano le condizioni ideali per il proliferare di instabilità politica,
conflittualità ed estremismo. Possono condurre il mondo verso una pericolosa
spirale nella quale il tessuto sociale stesso delle nazioni è messo a
rischio. Per affrontare queste sfide – conclude il rapporto – è necessaria
una strategia che dia priorità ai programmi di prevenzione anziché all’intervento
militare.
“La povertà, la malattia e la crisi ambientale sono il vero asse del male”
afferma Christopher Flavin, Presidente del Worldwatch Institute. “Se tali
minacce non vengono identificate e affrontate, il mondo rischia di ritrovarsi
improvvisamente aggredito dalle nuove forze dell’instabilità, esattamente
come gli Stati Uniti furono colti di sorpresa dall’attacco terroristico
dell’11 settembre.”
Nella sua prefazione a State of the World 2005, l’ex premier sovietico
Mikhail Gorbachev richiama la necessità di una “Glasnost globale: apertura,
trasparenza e dialogo pubblico…” e di una “politica dell’impegno preventivo…
per vincere in modo sostenibile e non violento le sfide poste dalla povertà,
dalla malattia, dal degrado ambientale e dal conflitto.”
Tra i diversi e destabilizzanti fattori di pressione, State of the
World 2005 mette in evidenza – quali elementi cruciali per la possibilità
di costruire un mondo di pace – i seguenti:
Petrolio: la dipendenza dal petrolio porta con sé enormi costi e rischi.
Alimenta i contrasti geopolitici, le guerre civili e le violazioni dei
diritti umani. La sicurezza economica dei paesi fornitori e dei paesi
acquirenti è messa a rischio dalle impennate del prezzo e dalle oscillazioni
degli approvvigionamenti. E il ruolo del petrolio nel compromettere la
stabilità del clima pone una grave minaccia alla sicurezza dell’umanità.
Acqua: gli accordi sull’acqua hanno fatto sì che tra paesi vicini
prevalga la cooperazione, anziché il conflitto. Ma all’interno delle nazioni
le carenze idriche alimentano violenti conflitti. Nel mondo, 434 milioni
di persone fanno i conti con la scarsità d’acqua. L’insufficiente accesso
a questa risorsa costringe all’abbandono dei campi e innesca conflitti.
Cibo: nel mondo quasi due miliardi di persone soffrono di una cronica
carenza di nutrienti. La sicurezza alimentare è messa a rischio da fattori
come la disponibilità d’acqua, la distribuzione delle terre, la povertà
e il degrado ambientale. Tra le principali minacce alla sicurezza alimentare
ci sono: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità animale
e vegetale, l’insorgere di malattie legate al cibo e il bioterrorismo
alimentare.
Malattie infettive: diverse malattie conosciute sono riemerse o si
sono diffuse in aree prima immuni e molte altre nuove infezioni sono state
identificate negli ultimi tre decenni. L’HIV/AIDS è diventato uno dei
maggiori killer: si stima che tra 34 e 46 milioni di persone siano stati
infettati dal virus. Le nazioni meno sviluppate sono quelle più colpite
dalla pandemia. Nell’Africa sub sahariana la malattia sta devastando gli
operatori della scuola, indebolendo gli eserciti e minando la stabilità
politica.
Disoccupazione giovanile: oggi in più di cento nazioni in via di sviluppo
la popolazione di età compresa tra 15 e 29 anni costituisce oltre il 40%
del totale. Le opportunità di lavoro sono particolarmente limitate in
Medio Oriente e nell’Africa sub sahariana, dove tra il 21 e il 26% dei
giovani sono disoccupati. A livello mondiale, gli oltre 200 milioni di
giovani che sono senza lavoro o non guadagnano abbastanza per sostenere
una famiglia possono costituire un fattore di destabilizzazione se il
malcontento li spinge verso il crimine, verso i movimenti insurrezionalisti
e gruppi estremisti.
Per affrontare queste sfide alla sicurezza globale, State of the World
2005 sottolinea la necessità di un rafforzamento dei sistemi e delle
istituzioni civili meglio equipaggiate per affrontarle. Gli investimenti
strategici nell’energia sostenibile, nella sanità, nella protezione dei
sistemi ecologici, nell’educazione, nel lavoro e nella riduzione della
povertà possono favorire la transizione.
Michael Renner e Hilary French, direttori del progetto editoriale che
ha portato a questa edizione di State of the World 2005, affermano:
“L’attuale ossessione per la lotta al terrorismo ha messo in ombra minacce
ben più gravi, che adesso incombono su di noi”. “Un mondo più sostenibile
ed equo è un mondo più sicuro. Anziché continuare a sviluppare i loro
‘muscoli’ militari, i governi dovrebbero raddoppiare gli sforzi per la
salvaguardia dell’umanità e dell’ambiente, concentrarsi sul disarmo, sulla
ricostruzione dopo i conflitti, e orientare le Nazioni Unite vero le sfide
della sicurezza.”
In particolare, il rapporto richiama i governi e le istituzioni sull’urgenza
di intraprendere le seguenti azioni:
Rafforzare ed estendere la cooperazione internazionale
Deve essere ampliato il numero dei membri permanenti del Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite al fine di renderlo maggiormente rappresentativo
degli odierni equilibri mondiali. La capacità delle Nazioni Unite di rispondere
efficacemente a ciò che minaccia la pace e la sicurezza globali – povertà,
malattie, degrado ambientale – deve essere rafforzata. Le istituzioni
dell’ONU e gli altri strumenti della governance globale devono essere
riprogettati per essere meglio in grado di utilizzare le energie che provengono
dalla società civile.
Finanziare e sostenere gli obiettivi individuati dai Millennium Develpment
Goals (MDG, Obiettivi di Sviluppo del Millennio) e dal World Summit
on Sustainable Development (WSSD, Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile)
Nel 2000, i membri delle Nazioni Unite si sono accordati per ridurre in
modo significativo, entro il 2015, la povertà, le malattie e le ineguaglianze.
Questi obiettivi sono stati integrati, due anni dopo, da una serie di
obiettivi di sviluppo sostenibile adottati al WSSD di Johannesburg. Se
si fossero spostati verso l’assistenza allo sviluppo appena il 7,4% dei
budget militari dei paesi donatori, si sarebbero trovati quei 50 miliardi
di dollari l’anno che secondo gli analisti internazionali sono necessari
al raggiungimento dei MDG.
Rafforzare la pacificazione attraverso l’ambiente
I governi devono fare tesoro delle nuove iniziative congiunte sui
temi ambientali, tra cui i “parchi della pace”, la gestione congiunta
dei bacini fluviali, gli accordi marittimi regionali, i programmi comuni
di monitoraggio ambientale. Si tratta di azioni che contribuiscono a promuovere
la cooperazione anche tra parti tradizionalmente avversarie.
Via via che tali iniziative si diffonderanno, si attenueranno le tensioni
internazionali, con grandi vantaggi per l’ambiente.
Sommario
Sicurezza e sostenibilità, Gianfranco Bologna
Prefazione, Mikhail S. Gorbachev
Introduzione, Christopher Flavin
State of the World: un anno in rassegna, Lori Brown
Michael Renner
1. Ridefinire il concetto di sicurezza
Le radici dell’insicurezza
Cattivi vicini e vulnerabilità condivise
Controllare le armi, disinnescare i conflitti
L’impatto della guerra sul terrorismo
Principi per un mondo più sicuro
DIETRO LE QUINTE Il crimine transnazionale
Lisa Mastny e Richard P. Cincotta
2. La relazione tra popolazione e sicurezza
Scontro di età
Cresce la minaccia dell’AIDS
La rapida crescita urbana
La competizione per l’acqua e i terreni coltivabili
Limitazione dei rischi e progresso
DIETRO LE QUINTE I rifugiati ambientali
Dennis Pirages
3. Arginare le malattie infettive
Le dinamiche delle epidemie
Lo stato della “microsicurezza”
Le conseguenze economiche delle malattie infettive
Gestire le future epidemie
DIETRO LE QUINTE Bioinvasioni
Danielle Nierenberg e Brian Halweil
4. Coltivare la sicurezza alimentare
Biodiversità agricola a rischio
Paure alimentari
Cambiamenti climatici
Nuovi approcci per nuove minacce
DIETRO LE QUINTE Veleni chimici
Aaron T. Wolf, Annika Kramer, Alexander Carius, Geoffrey D. Dabelko
5. La gestione dei conflitti per l’acqua
Questioni chiave
Bacini internazionali
Conflitti nazionali
Impatti locali
Capacità istituzionale: il fulcro del problema
Verso una gestione cooperativa dell’acqua
DIETRO LE QUINTE Ricchezza di risorse e conflitti
DIETRO LE QUINTE Le responsabilità del settore privato
Tom Prugh, Christopher Flavin, Janet L. Sawin
6. Trasformare l’economia del petrolio
Un bene strategico
Il petrolio e la sicurezza dell’economia globale
Il petrolio e la sicurezza civile
Il petrolio e la sicurezza climatica
Il mondo a un bivio
DIETRO LE QUINTE L’energia nucleare
Michael Renner
7. Disarmare le società dei dopoguerra
Un “far west” globale
Vendere, saccheggiare e contrabbandare
Una risposta finora inadeguata
Dalla vita di combattente alla vita civile
DIETRO LE QUINTE Le armi chimiche
DIETRO LE QUINTE La proliferazione del nucleare
Ken Conca, Alexander Carius, Geoffrey D. Dabelko
8. Custodire insieme l’ambiente, costruire insieme la pace
Ambiente e conflitto
Perché l’ambiente?
La cooperazione ambientale come strumento di pace
Altre sfide
Dare concretezza al peacemaking ambientale
DIETRO LE QUINTE Gli impatti della guerra sull’ambiente
Hilary French, Gary Gardner, Erik Assadourian
9. Costruire le fondamenta della pace
Reinventare una governance globale
Ridefinire le priorità
Coinvolgere la società civile
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