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pp. 128, € 12,00 http://www.mulino.it/ebookpreview?isbn=9788815311177 Oltre che contribuire a sollevare il peso di antiche miserie, il sentimento della compassione può essere investito in opere di cultura e cura, attuali e diverse? Che forme può prendere oggi la partecipazione all’umana sofferenza? Compassione: condividere la passione, misericordia, cordialità per i miseri. Dalla tarda latinità attraverso il medioevo cristiano, seguendo i percorsi della religiosità evangelica e laica, della benevolenza e della filantropia, le compassionevoli opere di misericordia – enunciate nel Vangelo di Matteo – sono giunte fino ai nostri giorni. Oggi il contesto sociale è profondamente mutato e il senso di quelle categorie morali può tradursi in comportamenti nuovi e «rovesciati» rispetto alle opere contemplate dall’etica caritativa della tradizione cristiana: così il dar da mangiare agli affamati può ribaltarsi nell’esigenza di sottoalimentare gli obesi, l’alloggiare i pellegrini nel non respingere gli immigrati, o il visitare gli ammalati può problematizzarsi nel coltivare il dialogo con i pazienti. Giorgio Cosmacini medico, storico, filosofo della medicina,
è docente nell’Università Vita-Salute San Raffaele
di Milano. Fra le sue pubblicazioni: «La religiosità della
medicina» (2007), «Prima lezione di medicina» (2009),
«Guerra e medicina» (2011), edite da Laterza, e «Testamento
biologico» (Il Mulino, 2010).
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