Handicap - Servizi - Qualità
della vita
Riportiamo un capitolo degli atti del convegno
ritorna
HANDICAP: IL PROGETTO RESIDENZIALITÀ
DEL COMUNE DI ROMA
Fausto Giancaterina - Responsabile Servizio Handicap Comune di Roma
(indice)
Premessa
Nel settore dell'handicap uno dei problemi che a volte rende difficile e a volte
persino paralizzante il dialogo tra famiglie e servizi è l'incertezza del dopo...
dopo la nascita di un bambino disabile...dopo quel trattamento riabilitativo...
dopo la scuola...dopo la formazione... dopo la morte dei genitori... Il non
poter avere una ragionevole sicurezza circa le varie tappe esistenziali che
il proprio figlio dovrà affrontare, spesso determina nei genitori sfiducia,
distacco e un rapporto fortemente ansiogeno, non più collaborativo con i servizi.
Tutto questo crea tensione e non produce cambiamenti, ma chiusure, regressioni
e una forzata ricerca di soluzioni individuali che spesso si rivelano non adeguate,
costose e a volte del tutto negative.
I servizi dovrebbero invece avere la possibilità di costruire itinerari certi
di integrazione per poter garantire la presa in carico ed esercitarla attraverso
proposte di programmi individuali condivisi, definendo di volta in volta quali
sostegni attivare nelle diverse tappe di integrazione.
In realtà un tale obiettivo non ha ancora visibili traguardi e pertanto duole
constatare che l'organizzazione dei servizi sia ancora concepita come assemblaggio
di prestazioni generiche e scollegate, più che come rete integrata e personalizzata
in grado di favorire la soddisfazione di esigenze individuali e di promuovere
una qualità della vita rispettosa della dignità della persona e del suo benessere
psicofisico.
Naturalmente questa constatazione non può essere assunta come dato deterministicamente
immodificabile. Occorre al contrario mettere in atto azioni significative di
cambiamento che producano non solo risposte nuove a domande inevase (es., residenze
per chi non ha più un valido sostegno familiare), ma anche esperienze nuove
di metodologie di lavoro, di produzione della qualità del servizio, di integrazione
tra professioni che curano e professioni che si prendono cura degli
utenti.
In tale prospettiva l'Assessorato alle politiche sociali del Comune di Roma
all'inizio del 1995 ha predisposto un progetto residenzialità per persone
disabili. Prima dell'approvazione formale il progetto è stato presentato, per
attivare le consultazioni e l'espressione di pareri a tutti gli interlocutori
istituzionali e non (regione, servizi riabilitativi, famiglie, associazioni,
consulta cittadina per i problemi degli handicappati, professionisti e operatori
del terzo settore). Al termine del 1995 con deliberazione della Giunta comunale
n. 4373 del 29 dicembre 1995 è stato approvato il progetto definitivo che definisce
sia gli standard di struttura che quelli di funzionamento.
Il progetto si caratterizza come residenzialità programmata che pone particolare
attenzione ai bisogni individuali di ogni utente, nel rispetto della sua autonomia
e dignità personale, creando le condizioni che gli permettano di vivere in un
ambiente sereno e confortevole e nel contempo ricco di stimoli per una effettiva
crescita personale.
Il servizio si inserisce nella più ampia prospettiva della rete dei servizi
per utenti disabili, al fine di evitare rischi di esperienze episodiche e frammentarie,
attraverso l'attivazione di tutte le risorse territoriali che possano costituire
occasioni di integrazione degli utenti all'esterno, evitando così che le strutture
residenziali rimangano isolate. Le residenze si devono collocare in un contesto
sociale reale, facilitando in tal modo i processi di integrazione sociale e
la promozione di relazioni interpersonali, spesso perdute o mai tentate. Gli
interventi di assistenza sanitaria e psicologica, le terapie riabilitative,
insieme alle attività educative e ricreative, completano le opportunità per
conseguimento del benessere globale della persona disabile. Lo sviluppo del
potenziale di rete (sia delle reti "egoiche" che delle reti dei servizi e delle
reti della comunità locale) viene quindi assunto come lavoro fondamentale e
portante del processo di aiuto nelle strutture residenziali che ospitano persone
disabili.
Prodotto atteso del progetto
La programmazione e la realizzazione operativa tendono al conseguimento
dei seguenti obiettivi: creazione di un ulteriore snodo inserito nel
sistema a rete; una valida alternativa all'istituzionalizzazione; la realizzazione
di programmi individuali per favorire lo sviluppo massimo dei livelli di autonomia
individuale e di relazioni di gruppo; la creazione di una nuova rete di sostegno
che consenta con gradualità, attenzione e senza traumi, il distacco della persona
dal nucleo familiare di origine e le permetta di vivere in un ambiente sereno
e confortevole, perfettamente integrato nella comunità locale. Altro obiettivo
del progetto è quello di determinare, attraverso l'accreditamento, l'attivazione
di una pluralità di soggetti gestori e di modalità di partecipazione finanziaria,
che, oltre ad una proficua comparazione di stili attuativi, permetta soluzioni
secondo esigenze diversificate.
Target
Disabili adulti (legge n.104/92) affetti da minorazioni fisiche,
psichiche e/o sensoriali con gradi diversi di autonomia e autosufficienza, che
non necessitano di assistenza sanitaria (medica o terapeutica) di tipo continuativo.
Per loro vengono predisposti soluzioni abitative e progetti individualizzati
considerando: le condizioni psicofisiche della persona; i bisogni in rapporto
all'età e al tipo di deficit; il livello di autonomia e autosufficienza; il
conseguente grado di intensità assistenziale.
Modalità di realizzazione del progetto
Il progetto, oltre a definire i requisiti minimi funzionali e strutturali,
affida al sistema dell'accreditamento la sua possibilità realizzativa e di sviluppo.
L'Accreditamento è un atto formale dell'Amministrazione comunale che
autorizza al funzionamento il gestore di una struttura residenziale dopo l'accertamento
del possesso di requisiti pre-determinati. Legata all'accreditamento, ma non
obbligatoriamente consequenziale, c'è l'altra fondamentale azione amministrativa:
il finanziamento, che determina la possibilità di accesso totale o parziale
ai finanziamenti dell'Amministrazione comunale secondo condizioni e modalità
pre-determinate dal piano cittadino di attuazione del progetto stesso. Una convenzione
regola i rapporti contrattuali.
Pertanto l'accreditamento e il finanziamento non sono necessariamente dipendenti:
può esserci un accreditamento senza il finanziamento dell'Amministrazione pubblica,
nel qual caso il gestore accede a risorse proprie oppure a risorse messe a disposizione
dagli utenti, ma non può esserci un finanziamento senza l'atto formale dell'accreditamento.
Individuazione degli indicatori
Le scelte relative alla definizione degli standard delle risorse strutturali
e delle risorse professionali sono state operate in coerenza con gli obiettivi
descritti dinanzi e cioè: la realizzazione di un servizio che pone la massima
attenzione allo sviluppo dell'autonomia personale, allo sviluppo di relazioni
interpersonali nel normale contesto esistenziale di ogni persona, utilizzando
pedagogie attive e lavoro di rete.
Strutture: standard e requisiti
1. deve trattarsi di una civile abitazione, ubicata in centro abitato, adeguatamente
servito da mezzi pubblici e da servizi commerciali e ricreativi e deve possedere:
a) condizione di stabilità in situazioni normali o eccezionali, in conformità
a quanto previsto dalle norme vigenti;
b) difesa dagli incendi, secondo le disposizioni generali e locali vigenti;
c) condizioni di sicurezza degli impianti;
d) attrezzature funzionali e sicure;
e) rispetto di tutte le norme contenute nei Regolamenti Locali di Igiene;
f) numero di stanze e cubatura adeguati;
g) spazi ed arredi personalizzati;
h) assenza di barriere in caso sia prevista la presenza di utenti disabili in
carrozzina;
i) gli arredi, le suppellettili e le finiture devono permettere buona funzionalità
d'uso, garanzia di sicurezza e buone condizioni di vivibilità.
Costituiscono valore aggiunto l'ampiezza dei locali, i conforts, alla qualità
degli arredi.
Figure professionali: standard e requisiti
In coerenza con gli obiettivi del progetto anche per le figure professionali
è stata operata una precisa scelta di campo: quello di privilegiare le
relazioni di tipo socio-educativo, pur nella consapevolezza di dover
garantire le integrazioni con le relazioni di tipo terapeutico-riabilitativo
dei servizi ASL.
Si tratta quindi di scelta di qualifiche professionali specifiche: assistente
sociale, educatore professionale, assistente domiciliare e dei servizi tutelari,
animatore socio-culturale.
Sono professioni "deboli" se poste in rapporto alle professioni sanitarie; per
questo occorrerebbe una attenta riflessione nella ridefinizione dei rapporti
interistituzionali e interprofessionali (ma questa è un'altra storia che dovrà
essere raccontata in un altro posto).
Oltre alla precisa individuazione delle figure professionali sono indicati:
i livelli diversificati di responsabilità;
il rapporto quantitativo operatori/utenti in ordine alla tipologia della struttura,
al grado di intensità assistenziale e alle caratteristiche di quel preciso gruppo
comunitario;
il rispetto dei contratti di lavoro.
Indicatori di processo: gli standard organizzativi
- La formazione del gruppo di ospiti
Ogni struttura dovrà indirizzarsi preferibilmente verso una utenza con caratteristiche
omogenee. Possono esserci deroghe se complessivamente sono compatibili con l'organizzazione
complessiva del gruppo.
- La preparazione e il graduale inserimento dell'utente
Ogni ammissione deve essere valutata dal servizio ASL per esaminare le condizioni
del candidato, accertarne l'idoneità all'inserimento in quella specifica struttura,
collaborare nel programma di graduale inserimento, sostenendo anche la famiglia
nel superamento di inopportuni sensi di colpa.
- L'adozione del libretto personale dell'utente
E' lo strumento operativo di organizzazione degli interventi personali dell'utente.
Documenta la sua storia e la sua evoluzione.
Il libretto dovrà contenere:
- i dati anamnestici sociali e sanitari;
- gli interventi sanitari e socio-sanitari fruiti sia all'interno che all'esterno
della comunità;
- le valutazioni periodiche del programma progetto individuale;
- l'evoluzione personale, le dinamiche e le problematiche individuali in rapporto
al gruppo.
- La definizione di un regolamento
Verificate le esigenze degli utenti, il regolamento riguarderà l'organizzazione
delle attività giornaliere. Nel rispetto del carattere familiare della vita
all'interno della comunità, sarà comunque un codice di riferimento per l'organizzazione
degli interventi.
- La programmazione degli interventi
Gli interventi che si possono distinguere in:
a) interventi rivolti al singolo utente;
b) interventi rivolti al gruppo.
- La verifica e il coordinamento con i servizi della ASL
La personalizzazione degli interventi
La programmazione degli interventi sul singolo utente si avvale, nella fase
preliminare, di ogni elemento conoscitivo desumibile dalla documentazione sul
caso fornita dal servizio USL e dai colloqui che gli operatori avranno con la
famiglia o con l'istituzione di provenienza.
Tali elementi conoscitivi verranno poi integrati ed arricchiti dalle informazioni
che scaturiscono dal rapporto personale e diretto degli operatori con l'utente.
Conseguentemente a ciò sarà formulata dall'équipe degli operatori una prima
ipotesi di piano d'intervento (parte integrante del più ampio progetto riabilitativo):
- Progetto individuale: stabilendo gli obiettivi, i tempi di attuazione
e le modalità di verifica.
- Programma di sviluppo di dinamiche positive di gruppo.
Si tratta della formazione di un gruppo di adulti che vivranno insieme
stabilmente. Occorre creare le condizioni per lo sviluppo di dinamiche positive
di integrazione tra i membri, favorendo corrette esperienze ai vari livelli
delle attività quotidiane.
In tale prospettiva la partecipazione attiva del disabile alla vita di gruppo
sarà uno degli obiettivi fondamentali da perseguire, evitando rapporti di dipendenza
massiccia e favorendo nel contempo l'autonomia personale dei membri.
- Coinvolgimento nella gestione della casa.
Le attività della vita quotidiana all'interno dell'abitazione (pulizia personale,
riassetto della casa, piccoli acquisti, preparazione dei pasti, etc.) dovranno
essere altrettanti momenti significativi per la crescita personale e di gruppo.
- Continuità delle relazioni umane che l'utente ha con il nucleo di provenienza.
Tali rapporti non solo vanno conservati, ma possibilmente potenziati, facilitando
al massimo le visite dei familiari alla comunità e dell'utente alla famiglia.
- Costante partecipazione alla vita di quartiere.
L'organizzazione della vita di gruppo dovrà essere proiettata verso la costante
partecipazione ad ogni attività della comunità di quartiere. Gli interventi
dovranno essere preceduti da una ricognizione delle strutture territoriali (sanitarie,
culturali, ricreative, sportive, lavorative, etc.) al fine di sondare le varie
possibilità di integrazione nel contesto sociale, sensibilizzando nel contempo
i cittadini per una piena collaborazione.
Tipologie delle strutture residenziali
Oltre ai requisiti minimi comuni a tutte le strutture vengono forniti ulteriori
indicatori in ordine alla tipologie delle strutture che vengono classificate
in relazione al grado di intensità assistenziale degli ospiti.
Comunità alloggio
La comunità alloggio è una struttura residenziale avente la tipologia edilizia
della casa di civile abitazione. Deve caratterizzarsi come un'abitazione che
faccia sentire a proprio agio ogni ospite, riservando ad ognuno un spazio personale
e spazi comuni per la vita di relazione. Soluzione residenziale alla quale si
ricorre quando sia impraticabile o improponibile l'ambiente familiare di appartenenza
e non sia necessario il ricorso a soluzioni residenziali particolarmente protette.
Gli utenti saranno adulti con minorazioni fisiche, psichiche e/o sensoriali
con discreta o parzialmente autonomia e autosufficienza. La capacità ricettiva
riguarderà un massimo di 8 ospiti stabili (più un posto per eventuali ospitalità
temporanee). La struttura sarà articolata in camere singole o doppie dotate
di suppellettili adeguate al numero degli ospiti della camera, di servizi igienici
in numero minimo di 1 ogni due camere, di una zona soggiorno, una zona pranzo
e un locale cucina. Qualora sia prevista la presenza di ospiti in carrozzina,
i servizi igienici dovranno essere proporzionalmente adeguati a norma della
Legge n.13/89.
Personale: Un assistente sociale o un educatore (con funzioni di responsabile),
più un numero di operatori per l'assistenza (assistenti domiciliari e animatori
socio-culturali) in quantità proporzionalmente necessaria ai bisogni accertati
degli ospiti. Sulla composizione dell'équipe deve esprimere parere preventivo
la ASL competente per territorio.
Residenza protetta
E' una struttura residenziale, modulare, ad alta intensità assistenziale,
per handicappati non autosufficienti e/o non autonomi. La struttura si intende
modulare in quanto si articola con possibilità di aggregazione di singoli moduli
fino ad un massimo di 4.
Offre una ospitalità stabile o temporanea; l'assistenza alle funzioni di base
dell'utente; la continuità dell'assistenza riabilitativa individualizzata da
attuare preferibilmente all'esterno; le attività di socializzazione e inserimento
sociale; la frequenza, ove possibile, di un centro diurno. Gli utenti saranno
adulti handicappati pluriminorati e/o non autosufficienti che non necessitano
di assistenza sanitaria di tipo continuativo. Ogni modulo, avrà una capacità
ricettiva fino ad un massimo di 6 ospiti stabili (oltre un posto per eventuali
ospitalità temporanee). Ogni modulo deve avere la seguente articolazione funzionale
di ambienti e spazi: camere da due posti; servizi igienici per ogni camera;
sala pranzo; ampia sala per attività comuni; locale adibito a cucina (se modulo
singolo); locali cucina, lavanderia/guardaroba e dispensa (se in presenza di
due o più moduli).
Le attività si riferiscono a quelle socio riabilitative ed assistenziali idonee
a soddisfare i principali bisogni degli utenti: attività educative indirizzate
all'autonomia personale, all'acquisizione e/o mantenimento delle capacità comportamentali,
cognitive ed affettivo-relazionale; attività di socializzazione; attività con
significato prevalentemente occupazionale.
Personale: Un educatore (con funzioni anche di responsabile) per ogni
singolo modulo più un numero di operatori per l'assistenza (assistenti domiciliari
e animatori socio-culturali) in quantità proporzionalmente necessaria ai bisogni
accertati degli ospiti. Per due o più moduli: un assistente sociale (con funzioni
di responsabile dell'intera struttura), oltre all'organico previsto per ogni
singolo modulo.
Sulla composizione dell'équipe deve esprimere parere preventivo la ASL competente
per territorio.
Procedura dell'accreditamento
E' istituito un Registro Comunale di tutte le strutture residenziali
esistenti nel territorio cittadino.
Tutti gli organismi pubblici e privati che intendono gestire un servizio di
comunità alloggio e/o residenze protette devono obbligatoriamente presentare
richiesta di iscrizione dimostrando di essere in possesso dei requisiti previsti
dalla normativa. Ciò consente non solo di conoscere nel modo più completo ed
esaustivo la dimensione dell'intervento nel territorio cittadino, ma - soprattutto
- di avere sufficienti garanzie circa le condizioni di sicurezza degli ospiti
e le modalità di gestione della vita comunitaria, vigilando inoltre sul mantenimento
degli standard di qualità previsti.
Vigilanza permanenza degli standard
Le funzioni di vigilanza sulle attività, sulla struttura e sul personale
sono esercitate dal Comune, avvalendosi - a seconda delle diverse competenze
- dei Servizi della Circoscrizione e della ASL nel cui territorio ha sede la
struttura. L'attività di vigilanza riguarda: la permanenza dei requisiti minimi;
gli aspetti igienico-sanitari degli ambienti, degli ospiti, del personale, degli
alimenti; la sicurezza degli impianti. In particolare, per gli aspetti organizzativi,
tecnici e di funzionamento, per la qualità del servizio reso, nonché per il
controllo della corretta attuazione dei programmi individuali d'intervento,
ci si avvale del servizio ASL che esercita la presa in carico degli handicappati
adulti. L'attività di vigilanza si esplica mediante visite periodiche ordinarie,
almeno semestrali, e straordinarie di tutte le strutture.
Realizzazioni
Nel periodo 1996-2000, sono state accreditate 30 residenze (248 posti).
Sono in fase di attesa di accreditamento altre 4 strutture.
La Manutenzione
Nel normale sistema produttivo dove si usano le macchine, si fa regolarmente
manutenzione, assistenza preventiva, revisione e controllo.
Le macchine generalmente sono meno difettose del sistema uomo!
Il sistema umano ha un grado di difettività molto alto: la manutenzione deve
essere ancora più accurata - ecco perché il momento della produzione deve alternarsi
al momento della manutenzione (riflessione, valutazione, rapporto con l'obiettivo,
costo benefici, condivisione degli obiettivi, ecc.).Per questo si sta lavorando
per adottare un buon sistema di manutenzione. Si sospende l'azione operativa
diretta per collaudare il prodotto del lavoro dei vari operatori, per verificare
il grado di raggiungimento degli obiettivi, per verificare l'orientamento strategico
e la validità delle metodologie d'intervento ed eventualmente per inventarne
di nuove.
Le risorse professionali costituiscono l'elemento strategico del progetto. Bellissime
e comode strutture non danno da sole qualità. E' nella qualità delle relazioni
quotidiane che gli operatori riusciranno a garantire sia a livello delle abilità
personali che a livello delle relazioni attivate, utilizzando l'intreccio reticolare
del contesto sociale, che si determina con forza il benessere degli utenti.
Naturalmente le risorse professionali, per produrre un'alta qualità del prodotto-servizio,
devono essere sorrette da processi organizzativi, che siano esplicite sequenze
di azioni condivise e orientate al raggiungimento del prodotto atteso.
Per sperimentare tutto questo, da ottobre è stato avviato il primo progetto
di formazione congiunta nel territorio della ASL Roma B di tutti gli operatori
(ASL, circoscrizioni, privato sociale e rappresentanti delle famiglie) che lavorano
nel settore dei disabili. Il progetto formativo - dal titolo significativo Narcisi
e rododendri. Dal compiacimento professionale al lavoro condiviso, si è posto
i seguenti obiettivi:
"acquisizione di categorie organizzative, di comprensione del funzionamento
del servizio e della domanda che ad essa afferisce;
costruzione di un modello culturale condiviso;
sviluppo dell'orientamento al cliente, unico efficace e competente fattore di
integrazione;
attivazione di un monitoraggio del processo attraverso la rilevazione della
soddisfazione del cliente" (Studio SPS -Roma).
Le risorse economiche
Attualmente il progetto è finanziato con risorse della legge n.104/92. Ma
certamente a breve risulteranno insufficienti e si corre il rischio di interrompere
lo sviluppo esponenziale che il progetto sta avendo.
Occorre attrezzarsi anche in questo senso e trovare una modalità di reperimento
di risorse finanziarie e di strutture. Molte persone sarebbero disposte a mettere
a disposizione tali beni: occorre trovare una modalità istituzionale che, garantendo
trasparenza e correttezza di destinazione, diventi il forziere del progetto
e gli dia lunga vita (una fondazione ?!?).
BIBLIOGRAFIA
(indice)
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- Trevisol Loris, Gambuzzi Loredana, La Comunità Albatros: il significare
e l'agire, Appunti, p. 17, n. 6/1998
- Zagaria Vincenza, Prestazioni di assistenza sociale agli handicappati
intellettivi gravi con autonomia molto limitata, Prospettive assistenziali,
p. 15, n. 115/1996
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