(indice Voce sul sociale)
Gruppo Solidarietà - Introduzione, 26 febbraio 2003
Piano di zona e tutela dei soggetti deboli
nell'Ambito territoriale di Jesi
- La predisposizione del PdZ. Una occasione per riflettere sulla situazione
dei servizi rivolti alle fasce più deboli del nostro territorio.
- Non sappiamo a quale punto si è arrivati in merito alla elaborazione/predisposizione
del PdZ e dunque quali priorità si siano già identificate sia a riguardo degli
obiettivo del piano annuale che di quello triennale. Ribadiamo la necessità
che siano individuate le priorità. Che il Pdz indichi come voler dare attuazione
e traduzione alle indicazioni contenute all'art. 2, comma 3 della legge 328/2000
nel quale si stabilisce che i soggetti in condizioni di povertà o con limitato
reddito o con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie esigenze
per inabilità di ordine fisico e psichico, con difficoltà di inserimento nella
vita sociale attiva e nel mercato del lavoro, nonché i soggetti sottoposti a
provvedimenti dell'autorità giudiziaria che rendono necessari interventi assistenziali,
accedono prioritariamente ai servizi e alle prestazioni erogati dal sistema
integrato di interventi e servizi sociali.. Insomma andare a verificare
quali sono i servizi assolutamente indispensabili nel nostro territorio da realizzare.
- Dunque il primo punto ha come riferimento la programmazione dei servizi.
Chiediamo ai Comuni di dare una forte accelerazione riguardo la gestione
unitaria degli interventi e servizi sociali del territorio. Si trovi la
forma gestionale più idonea e si vada in quella direzione coniugando snellezza
tecnica e salvaguardia dell'indirizzo politico. O si creano le condizioni perché
il sistema dei servizi sociali sia un effettivo settore capace di programmazione
oppure diventa del tutto inutile continuare a ragionare su quello che si vuole
andare a costruire. La situazione del Comune di Jesi e della gestione associata
dei servizi per l'handicap ci offre una chiara indicazione circa la svolta da
dare. Dunque una prima chiara e urgente richiesta. Assicurare con rapidità
una unitaria gestione a livello di ambito territoriale del sistema dei servizi.
L'avvio dei necessari uffici di promozione sociale, senza la definizione puntuale
del governo dei servizi, rischia di evidenziare ancora di più la difficoltà
di un sistema di offrirsi come tale. Si rischia che l'immissione del necessario
personale, non produca non solo gli effetti sperati nei termini di ripristino
di una funzione afferente alle responsabilità comunali ma ulteriore occasione
di confusione nei rapporti Comuni/USL.
- Ribadiamo la necessità che per singoli ambiti di intervento ci si doti
di personale con compiti di programmazione. Riteniamo inoltre indifferibile
la definizione di accordi con la ASL 5 in tutti gli interventi e servizi nei
quali interagiscono figure professionali della ASL (handicap, minori, anziani,
….). Ricordiamo la particolare situazione del nostro territorio nel quale alla
titolarità degli interventi sociali da parte dei Comuni corrisponde una pressoché
totale assenza di figure sociali. Tutto ciò in assenza di accordi interistituzionali.
In questi anni non ci sembra di aver mai visto programmazione unitaria quanto
sopportazione reciproca. E infatti nei nostri servizi non siamo andati molto
lontani. In questo senso le associazioni desiderano partecipare al momento
della programmazione; ma si può partecipare solo se questa funzione viene esercitata.
La situazione del personale del Comune di Jesi (solo per handicap e minori).
Per tutti i servizi erogati all'interno dell'AT chiediamo che vengano approvati
Regolamenti di funzionamento unitari. Con chiarezza per ogni singolo servizio
dovranno essere definiti i criteri di accesso, le modalità di ammissione ed
eventualmente di dimissione, le attività svolte, i tempi di apertura, la partecipazione
degli utenti e dei loro familiari, i criteri per l'eventuale partecipazione
al costo, la definizione delle procedure per poter effettuare reclami, la predisposizione
di liste di attesa ed ogni altra informazione sul funzionamento degli stessi.
Adozione della Carta dei servizi sociali per tutti i servizi erogati.
- Handicap. Ferma restando la prospettiva che ogni servizio ed intervento
debba avere come riferimento la massima integrazione sociale e che - come già
detto - occorre potenziare una politica sociale (casa, trasporti, sport, lavoro,
….) attenta ai bisogni dei soggetti con maggiore difficoltà, si sottolineano
i seguenti punti.
- Servizi socio assistenziali. Garantire l'effettiva titolarità
della programmazione attraverso figure professionali stabili appartenenti ai
Comuni. Definire con chiarezza obiettivi, tipologia di utenza, ecc… di ogni
servizio, con una chiara distinzione tra interventi e servizi, nella prospettiva
della massima integrazione sociale. Urgentissimo è il rinnovo dell'accordo di
programma per i servizi extrascolastici scaduto il 31.12.2000, nel quale è assolutamente
necessario far assumere alla Azienda sanitaria oneri che gli competono in tutti
i servizi (domiciliari, diurni, residenziali) riguardanti persone con grave
disabilità. E' inoltre necessario armonizzare le norme contenute nei Regolamenti
dei Servizi, nell'Appalto e nella parte generale dell'accordo di programma scaduto
il 31.12.2000.
- Residenzialità. Avviare in tempi rapidissimi la prevista comunità
alloggio di Morro D'alba, prevedere la realizzazione di un'altra nel territorio
di Jesi per arrivare ai necessari complessivi 12-15 posti letto per tutto l'ambito
territoriale.
- Centri diurni. Così come stabilito dai regolamenti in vigore
prevedere che i Centri diurni ospitino soggetti che abbiano adempiuto l'obbligo
scolastico e per i quali non è possibile prevedere idonee forme di integrazione
lavorativa (e in questa prospettiva adeguino le attività interne). Evitare dunque
inserimenti di soggetti che potrebbero beneficiare di inserimenti in luoghi
di lavoro. Verifica della compatibilità tra programmazione individualizzata
e di struttura. Rivalutare l'adeguatezza degli ambienti in cui sono ubicati
i CD per verificarne l'appropriatezza (spazi, barriere architettoniche, ….).
- Servizi domiciliari. Evitare che in particolare gli interventi
di assistenza educativa per soggetti con deficit intellettivo si riducano a
badanza o intrattenimento, attraverso una verifica accurata della compatibilità
degli obiettivi del progetto educativo individualizzato con quello del servizio;
avviare sperimentazioni del servizio di aiuto personale (l. 104/92 e
162/98), per soggetti con esclusivo grave deficit motorio. Il servizio può essere
erogato direttamente dall'ente locale oppure con l'affidamento (autogestione)
all'utente del servizio attraverso l'erogazione di un contributo economico.
- Per quanto riguarda altri interventi, riteniamo che l'attività del CEM
(centro educazione motoria) debba essere ridefinita e riveduta; per gli utenti
dei Centri Diurni l'attività motoria deve essere ricondotta al proprio interno
e diventare in maniera chiara un servizio erogato dalla struttura, che mantiene
in carico l'utente anche nei periodi in cui lo stesso fruisce di altri interventi
(vedi CEM). Con chiarezza devono essere definiti gli obiettivi di altri interventi
presenti o con avvio previsto a breve (Centro agricolo, Terrecotte, Mostra mercato).
- Trasporto. Garantire la possibilità di accesso a servizi di
trasporto (taxi o mezzi attrezzati) anche per i soggetti incapaci di utilizzare
(impossibilità di salire) mezzi pubblici.
- Integrazione lavorativa. Avvio del SIL (Servizio di integrazione
lavorativa), già deliberato ed ora da rendere operativo. Ribadiamo la necessità
che sia definito un percorso finalizzato al lavoro (pieno o protetto). In assenza,
automaticamente anche soggetti che potrebbero essere avviati verso percorsi
lavorativi finiscono nella stragrande maggioranza verso circuiti assistenziali.
Ribadiamo la contrarietà a interventi che definiamo "ibridi" nei quali possono
convivere attività lavorative e attività educativo assistenziali. Ci riferiamo
in particolare a: Laboratorio Terrecotte e Mostra Mercato e alle attività connesse
con il Centro Agricolo.
- Attività sportiva e tempo libero. Garantire l'accessibilità
di tutte le strutture sportive sia per l'attività sportiva che come spettatori.
Sostenere l'inserimento all'interno delle società sportive attive nel territorio
anche di soggetti disabili per la pratica dell'attività sportiva sia a livello
amatoriale che agonistico.
Adulti e anziani non autosufficienti. In particolare l'obiettivo
da percorrere è quello di evitare o ritardare il ricorso alle strutture residenziali.
Ciò richiede un potenziamento dei servizi domiciliari e la creazione di servizi
diurni. Diventa pertanto necessaria l'attivazione di un compiuto servizio di
cure domiciliari che possa effettivamente proporsi come alternativa alla istituzionalizzazione.
Indispensabile è l'immediata erogazione degli interventi di igiene alla persona
all'interno dei servizi di cure a domicilio. Servizio che attualmente non viene
erogato dalla azienda sanitaria. Si chiede inoltre l'impegno perché all'interno
di tutto l'Ambito Territoriale venga attivato il Servizio di assistenza domiciliare.
Inoltre chiediamo:
- l'impegno perché l'ASL assuma parte degli oneri del costo retta per tutti
gli anziani cronici non autosufficienti impropriamente (in quanto non hanno
autorizzazione per ospitare malati non autosufficienti) ricoverati presso le
Case di riposo del territorio. Attualmente, ad eccezione dei posti letto convenzionati
a Jesi (quelli presso la Casa di Riposo di Cupramontana non sono stati autorizzati
dalla regione Marche) , solo per alcuni soggetti (con identiche condizioni di
salute) vengono riconosciuti costi sanitari all'interno della retta;
- avviare la procedura di valutazione della condizione di non autosufficienza
per tutti gli anziani che nel territorio della ASL 5 usufruiscono dei servizi
domiciliari e residenziali e contestuale cessazione del ricovero presso queste
strutture di soggetti malati e non autosufficienti compresi malati mentali;
- l'utilizzazione delle 3 RSA presenti nel territorio conformemente alla autorizzazione
ricevuta (accoglienza di malati non autosufficienti stabilizzati) e attivazione
da parte della Azienda sanitaria dei p.l. di Riabilitazione e lungodegenza;
chiarezza con la stessa ASL riguardo i posti letto classificati come RSA che
dovranno realizzarsi presso l'attuale ospedale Murri. Per ogni cambio di funzione
(gestione post acuzie) dovrà essere richiesta l'autorizzazione regionale, senza
subdole modifiche. Permanendo - in contrasto con le leggi vigenti - l'utilizzo
delle tre RSA con funzione di gestione della post acuzie si chiede di prevedere
che la degenza - come per le strutture che gestiscono la stessa tipologia di
utenza - sia a completo carico del fondo sanitario anche dopo il novantesimo
giorno di degenza.
- realizzazione di un Centro diurno per soggetti con malattia di Alzheimer o
altre forme di demenza a titolarità sanitaria
Per quanto riguarda le persone con patologia psichiatrica si sollecita:
- utilizzo da parte della ASL, come da autorizzazione ricevuta e come confermato
finalmente anche dalla lettera della regione Marche dello scorso 19.7., della
Comunità protetta per malati mentali di Via Tabano; sollecitazione alla costituzione
da parte della Asl di comunità a dimensione familiare al fine di ridurre e azzerare
i ricoveri presso la Casa di cura di Villa Jolanda;
- cessazione di ricoveri presso strutture assistenziali di soggetti con gravi
patologie psichiatriche che richiedono permanenti interventi educativi, terapeutici
e riabilitativi.
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