(indice Voce sul sociale)
C.A.T.
Comitato Associazioni di Tutela |
Associazioni aderenti:
Aism Regionale
Alzheimer Marche
Anffas Jesi
Anglat Marche
Angsa Marche
Ass. Free Woman
Ass. Libera Mente
Ass. Paraplegici Marche
Centro H
Gruppo Solidarietà
Tribunale della salute Ancona
Uildm Ancona
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Ancona, 7 aprile 2004
Al Presidente della giunta regionale
All'Assessore alla sanità
All'Assessore ai servizi sociali
E p.c. - All'ANCI Marche
- Cgil-Cisl-Uil Marche
Oggetto: Politiche sanitarie e socio sanitarie nelle Marche. Scadenze ed
esigenze.
Questo Comitato intende richiamare all'indomani dell'approvazione dei Regolamenti
applicativi della legge 20/2002 alcuni problemi che rimangono insoluti e che
hanno forti ripercussioni sulla vita dei soggetti più deboli, in particolare
malati non autosufficienti.
- Purtroppo a nulla sono valse le ripetute richieste di modifica degli standard
assistenziali delle Residenze protette per anziani non autosufficienti
e soggetti affetti da forme dei demenza, così come di alcuni standard strutturali.
I Regolamenti, e lo riteniamo assai grave, non prevedono per un nucleo di 30
persone una presenza oraria settimanale minima del medico; la presenza infermieristica
non supera le 10 ore al giorno, la presenza di personale addetto all'assistenza
è largamente insufficiente (80-100 m/assistenza). Tali standard sono del tutto
inadeguati a rispondere ai bisogni di assistenza dei soggetti con gravi malattie
che verranno ospitati presso queste strutture. Standard che sono stati misurati
non sulle esigenze dei ricoverati ma sulla necessità di ridurre i costi delle
strutture. Si prevede nelle residenze per anziani non autosufficienti e malati
di Alzheimer un servizio igienico ogni 4 letti con un tempo di adeguamento di
5 anni. Ciò significa che da qui al 2009 le residenze protette potranno avere
al loro interno servizi igienici senza alcuna regolamentazione e che dal 2009
si ritiene accettabile per queste strutture 1 servizio igienico ogni 4 ospiti.
Si fa presente inoltre che la regolamentazione proposta dalla regione Marche
è addirittura inferiore agli standard previsti dalla normativa nazionale. Inoltre,
strutture (NAR) che avrebbero dovuto entro il 2003 adeguare alcuni standard,
secondo le indicazioni del precedente Piano sanitario possono rimandare l'adeguamento
di ulteriori 5 anni.
- Si ricorda inoltre come la previsione di 2500 posti letto di residenze protette
prevista dal Piano sanitario 2003-2006 sia di gran lunga inferiore al numero
di anziani malati non autosufficienti attualmente ricoverati all'interno delle
Case di riposo della regione marche. Ciò significa che per oltre 1000 malati
non cambierà nulla. In base a quale criterio persone in identiche condizioni
di salute avranno diritto a ricevere una determinata forma di assistenza e altri
no?
- Del tutto drammatica è la condizione delle persone affette da malattia di
Alzheimer. Il Piano sanitario include all'interno dei 1320 posti letto di residenze
sanitarie assistenziali (peraltro largamente insufficienti) per anziani anche
i "Nuclei speciali Alzheimer"; nulla viene detto sul complessivo dei posti letto
da realizzare e sugli standard assistenziali; nessuna indicazione viene data
dalla regione sulla realizzazione di Centri diurni. I 2500 posti di residenze
protette includono anche posti per soggetti "che presentano deficit cognitivi
senza rilevanti disturbi comportamentali". Senza l'attivazione dei Nuclei Alzhemeir
dove verranno ricoverati i soggetti con "rilevanti disturbi comportamentali"?
- continua ad essere indefinito lo standard assistenziale delle RSA anziani
(di fatto utilizzate per la gran parte con funzioni di lungodegenza ospedaliera).
Ad oggi ad esempio non è chiaro (parrebbe di no) se tutte le strutture classificate
come RSA abbiamo le stesse regole di funzionamento (tipologia di utenza,
standard assistenziali, definizione costo retta e partecipazione dell'utente);
ci si chiede su quali riferimenti normativi funzionino le strutture pubbliche
e private autorizzate come RSA. Sulla DGR 3240/92? Sulla L. 36/95? Sulla DGR
2200/2000 (che non fissa va ricordato lo standard assistenziale)? Si continuano,
inoltre ad autorizzare RSA disabili psichici prevedendo partecipazioni
al costo del servizio fino a 1000 € nonostante che nessuna norma regionale lo
preveda.
- con urgenza devono attivarsi i posti letto ospedalieri di riabilitazione e
lungodegenza (oltre 1400), così come indicato dal Piano sanitario (anche se
non si può non ricordare che nel conteggio dei posti letto ospedalieri sono
inseriti, del tutto scorrettamente, anche posti extraospedalieri addirittura
estensivi); senza la loro attivazione ai cittadini continueranno ad essere negate
prestazioni di cui hanno diritto e si continuerà a vicariare la loro mancanza
con l'utilizzo delle strutture extraospedaliere (vedi RSA anziani); che inadeguate
per la gestione di malati in post acuzie sottraggono poi posti per la funzione
loro assegnata (gestione di malati stabilizzati non curabili a domicilio).
- Ma più in generale se si vuole ridurre ospedalizzazione e istituzionalizzazione
è necessario il potenziamento delle cure domiciliari così come indicato
dallo stesso Piano sanitario (vedi p. 90, PSR).
In particolare devono al più presto essere definiti i costi delle strutture
sociosanitarie previste dal PSR e molte delle quali regolate dalle indicazioni
del Regolamento regionale n. 1/2004 (vedi Rsa anziani e Residenze Protette per
anziani, disabili, malattia mentale; Comunità socio riabilitativa residenziale
per disabili; le strutture diurne per anziani e disabili). Per queste e per
altre strutture che verranno autorizzate non è stato ancora definito l'ammontare
del costo retta e la ripartizione tra quota sanitaria e quota sociale. In particolare
riteniamo urgente definire a livello regionale le prestazioni che il servizio
sanitario deve garantire a completo carico del fondo sanitario e quelle che
prevedono la partecipazione (e con quale percentuale) del settore sociale; così
come vanno definite le modalità di contribuzione, quando prevista, degli utenti.
Pare del tutto impensabile che possano attivarsi queste strutture senza che
la regione abbia definito tali aspetti. Lasciare alla negoziazione locale tale
definizione può determinare solo ulteriori paralisi nella costruzione della
rete dei servizi. D'altra parte appare evidente che se oneri ulteriori verranno
"caricati" nella spesa sociale a carico dei Comuni, sono necessari finanziamenti
adeguati per sopportarli, perché è impensabile che ciò possa essere travasato
sugli utenti i sui loro familiari.
Su quest'ultimo punto ricordiamo le indicazioni - disattese in gran parte del
territorio marchigiano - del decreto legislativo 130-2000 nel quale si stabilisce
che le prestazioni "erogate a domicilio o in ambiente residenziale a ciclo diurno
o continuativo, rivolte a persone con handicap permanente grave di cui all'articolo
3 della legge 104/1992, nonché a soggetti ultrasessantacinquenni la cui non
autosufficienza fisica o psichica sia stata accertata dalle Aziende Unità Sanitarie"
verrà presa in considerazione la situazione economica del solo assistito
e non quella del nucleo familiare o dei parenti "tenuti agli alimenti".
Restando in attesa dell'incontro richiesto lo scorso 14 marzo agli assessori
alla sanità e ai servizi sociali, si inviano distinti saluti
Per il Comitato
Fabio Ragaini
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