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Comunicato stampa

In riferimento all'ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Jesi lo scorso 26 ottobre in merito all'applicazione dei contenuti del decreto legislativo 130/2000 riguardante la contribuzione al costo dei servizi sociali o socio sanitari di soggetti con handicap in situazione di gravità e di anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti certificati dalle Aziende sanitarie e ai successivi articoli comparsi sulla stampa in merito alle competenze della Azienda sanitaria n. 5 e dei Comuni, non si può non constatare che nel balletto di responsabilità e nell'utilizzo a proprio vantaggio di pezzi di norme a rimetterci sono sempre le persone in maggiore stato di debolezza, spesso malati gravi e non autosufficienti non curabili a domicilio che a causa della carenza di servizi debbono mendicare ricoveri in strutture come le case di riposo del tutto inidonee ad accogliere persone malate e non autosufficienti. Ma siccome nessuno, a partire dalla regione Marche ha il coraggio di ammettere, che queste persone avrebbero diritto ad altri tipi di servizi che però fanno aumentare la spesa sanitaria che invece deve assolutamente ridursi, si continua allora a girare intorno alle questioni. Non si parte dal diritto, ma dalle risorse disponibili. Con una sola attenzione: non bisogna dirlo. E quando le risorse non sono sufficienti per tutelare i più deboli allora il diritto si nega, con la più semplice delle operazioni: si afferma che quel bisogno, che può assurgere a diritto non c'è e conseguentemente non c'è neanche il dovere di intervenire da parte dell'ente preposto a farlo.

Ora la battaglia tra gli enti (che è solo riferita agli oneri), può essere aperta con l'applicazione del D lgs 130/2000. Tale decreto infatti prevede che per particolari utenti dei servizi socio assistenziali la partecipazione al costo dello stesso deve essere riferito al solo reddito del richiedente la prestazione. Se applicato ciò determinerà che non si potrà ricorrere per coprire le spese ai parenti tenuti agli alimenti (ricordiamo che gli anziani non autosufficienti ospiti di queste strutture si trovano a pagare rette di 80.000-100.000 L. al giorno). I Comuni si troveranno perciò a dover pagare quota delle rette che prima venivano coperte dai familiari. A questo punto, forse, chiederanno alle Aziende sanitarie di coprire almeno parte dei costi retta (che non facevano prima perché si ricorreva ai familiari); cosa che nel nostro territorio l'ASL 5 non ha mai fatto se non per alcuni posti letto della Casa di Riposo (sui quali peraltro non c'è accordo tra ASL 5 e Istituzione - 50 sono per primi, 45 per i secondi) e che non vuole fare perché ciò comporterebbe un aggravio di spesa non una tantum ma a carattere permanente.

Ci preme comunque far notare che come nel caso del comunicato dell'Azienda sanitaria si fa riferimento a norme riguardanti oneri di finanziamento riguardanti servizi cosiddetti socio sanitari che quello stesso decreto prevede anche che le stesse assumano oneri per servizi che la stessa azienda non ha mai voluto assumere (vedi servizi per l'handicap, igiene alla persona all'interno del servizio ADI). Chiudiamo ricordando che lo scorso 10 settembre l'azienda sanitaria ha convocato una riunione con questa associazione, la regione Marche e il Comune di Jesi sui problemi dell'assistenza residenziale a malati non autosufficienti e malati psichici. Regione e Comune di Jesi non si sono visti, ne hanno comunicato nulla; a fine incontro si è deciso di stilare un comunicato da redarre a cura della ASL da inviare in particolare alla regione marche che ancora, nonostante ripetuti solleciti, attendiamo.

7.11.2001

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