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- All'Assessore allo Sport Comune di jesi
E p.c. - Al Sindaco - Comune di Jesi
- Al Presidente Commissione Consiliare Sport

Lì 9 aprile 2001

Nel novembre 2000 ci siamo incontrati al fine di presentarLe l'attività da poco iniziata della sezione disabili della Marche Nuoto e per esprimere le difficoltà e i problemi che un'attività come questa comporta.
Purtroppo a distanza di diversi mesi dobbiamo constatare che alle belle parole e le promesse di quella sera non è seguito niente altro, neppure un semplice interessamento per conoscere questa nuova attività per la città di Jesi.
Colgo di nuovo l'occasione per ricordarLe, come più volte sottolineato in occasione dell'incontro, che i ragazzi disabili che si allenano in piscina stanno svolgendo un'attività sportiva agonistica come tutti gli altri iscritti alla società sportiva. Sono, quindi, utenti a tutti gli effetti di una società sportiva e dunque l'Assessorato allo Sport diventa il settore di riferimento.
Siamo convinti che far crescere le opportunità di fare sport per chi è più svantaggiato sia una responsabilità anche dell'Amministrazione Comunale che dovrebbe favorire, sostenere e promuovere la cultura dello sport nella comunità locale.

In occasione dell'incontro di novembre Lei si era impegnato a promuovere nella Consulta dello Sport l'attività sportiva per disabili. A tutt'oggi non abbiamo avuto, purtroppo, alcun riscontro. Possiamo solo constatare quanto poco sia stato investito in questo versante, considerato che la nostra esperienza di volontariato ha dimostrato, se ci si crede, che è possibile avviare una nuova iniziativa.

Vorrei ricordarle che questi "utenti" utilizzano una struttura completamente inadeguata per la presenza di barriere architettoniche che limita la possibilità per diversi di loro di potervi accedere autonomamente (bagni e spogliatoi e docce non a norma). Inadeguata anche per la capacità recettiva globale viste le dimensioni, per un territorio che serve un bacino di utenza così allargato (molte sono le richieste da parte dei comuni limitrofi) e questo è un limite non solo per i disabili che devono rimanere in lista di attesa, ma per tutta la cittadinanza. Ma interventi sulla struttura e quindi la possibilità di potenziare questo sport a Jesi, a quanto pare, non viene neppure preso in considerazione. Forse il nuoto è meno importante di altre discipline sportive (calcio, basket, scherma) per i quali ci risulta che ci sono degli impegni di spesa?

Le avevamo anche posto il problema della difficoltà per alcune famiglie di far fronte al trasporto dei propri figli per gli allenamenti settimanali. Lei si era impegnato a verificare con l'allora Assessore Cerioni la possibilità di utilizzare a tal fine i mezzi del Comune. Non si è preoccupato neppure di darci una risposta. In attesa delle Vostre risposte abbiamo - pur con molte difficoltà - cercato di organizzarci da soli a dimostrazione che non stiamo elemosinando niente e non chiediamo agevolazioni particolari nonostante si tratti di persone con notevoli difficoltà .

Personalmente ero uscita dall'incontro di quella sera con molta fiducia; mi sembrava che Lei avesse colto l'entità dei problemi e l'importanza e la necessità di favorire il diritto allo sport, finora negato a Jesi, a persone che non sempre possono scegliere da sole. Amareggia molto dover concludere che nella cultura anche degli amministratori è ancora troppo radicata la mentalità che un disabile è comunque un cittadino da assistere cui deve occuparsi o i servizi sociali o la sanità.
Per quanto ci riguarda il nostro impegno, sarà sempre di più rivolto a far si che le competenze e responsabilità di ogni settore non vengano meno al fine di favorire una vera cultura dell'integrazione così fortemente necessaria. Distinti saluti


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