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- Assessore regionale alla sanità
- Presidente e componenti giunta regionale
- Direttore Agenzia sanitaria regionale
- Presidente componenti V Commissione Consiliare
- Capigruppo Consiglio regionale - Segreterie regionali CGIL-CISL-UIL

lì 12.9.2001


Oggetto: Autorizzazione e attivazione di strutture e standard assistenziali.


Intendiamo porre alla attenzione la particolare situazione di alcuni servizi residenziali sanitari extraospedalieri in un quadro normativo regionale giunto fino all'approvazione dei criteri di accreditamento. Quanto segue nasce dal verificare, in particolare, il crescente numero di autorizzazioni alla realizzazione dei servizi da parte della regione in una situazione in cui molti di questi servizi non hanno definiti aspetti essenziali per la loro costituzione.
Ci riferiamo in particolare alla rete dei servizi residenziali che il PSN ha definito: Residenze sanitarie terapeutiche, Residenze sanitarie riabilitative (estensive ed estensive), Residenze sanitarie assistenziali (anziani, demenze, handicap…); Nuclei di assistenza residenziale all'interno delle Case di Riposo.
E' evidente ed è questo il motivo per il quale sollecitiamo la vostra attenzione che questa situazione produce una situazione di totale indeterminatezza con sigle che si sovrappongono - in un quadro di mancanza di riferimenti - e ciò che è più grave con gravi ricadute sull'utenza. Ciò introduce pericolosi "fai da te" da parte delle Aziende sanitarie che al di la della classificazione delle strutture presenti tendono ad utilizzare le stesse (vedi le RSA derivanti dalla disattivazione ospedaliera del 1992) per funzioni assai diverse da quelle stabilite negli Atti di programmazione nazionale e regionale e generalmente in funzione di contenimento dei costi.

Si prenda ad esempio il caso dei NAR (Nuclei di assistenza residenziale), introdotti dal PSR: entro 4 mesi (febbraio 1999) la Giunta regionale avrebbe dovuto definire le forme di partecipazione alla spesa da parte del SSN. La delibera sul fabbisogno di strutture (2090/2000) non ha indicato la determinazione dei posti letto previsti, rimandando ad un successivo atto entro 60 giorni (dicembre 2000), tale definizione. Dunque dal 1998 si attivano strutture per le quali nessun Atto ha definito: standard di personale, costo retta e percentuale di quota a carico della sanità e dell'assistenza sociale ed infine la previsione di posti letto da realizzare nell'intero territorio regionale.

Situazione analoga vale per le altre strutture residenziali extraospedaliere. Per alcune di esse gli standard assistenziali cui si fa riferimento sono quelli riferite ad intese tra Regione marche e "Centri convenzionati" ex art. 26/833 che hanno riconvertito i loro posti letto in alcune delle strutture previste dal PSR.

Anche delle RSA anziani e demenze non è stato definito alcun standard assistenziale. Per le RSA anziani rimangono in vigore la Del. 3240/90 e la L. R. 36/1995; entrambe definiscono standard assistenziali tra di loro molto diversi; la legge 36 definisce anche standard strutturali ed organizzativi peraltro in contrasto con le norme inserite nel manuale di autorizzazione (del. 2200/2000); considerando che la legge "pesa" più di una delibera a quella ci si dovrebbe attenere; pare, come ci permettiamo di suggerire da tempo, urgente un rapido riordino del quadro normativo; che fissi oltre agli standard del personale, i costi sanitari e quelli alberghieri ed ogni altro aspetto riferito a queste strutture. Anche sugli standard assistenziali delle RSA demenze nessuna indicazione è stata mai data.

Stessa situazione riguarda le RST (residenze sanitarie terapeutiche), per le quali nessun standard assistenziale è stato fissato.

Tutto ciò come dicevamo in premessa appare assai grave; autorizziamo nuove strutture arriviamo fino all'accreditamento senza, almeno appare, rendersi conto che per la maggior parte di queste strutture non sono stati definiti elementi essenziali di funzionamento.
In questo quadro risulta abbastanza evidente una situazione in cui alcune strutture non risultano attivate (vedi RST o RSA demenze), altre (vedi RSA anziani, derivanti dalla disattivazione del 1992) assumono funzioni incompatibili con la classificazione ricevuta; altre ancora (vedi NAR), rimangono nella totale indefinizione.

Situazione che non può essere disgiunta da quella del sistema ospedaliero di riabilitazione lungodegenza (previsto dal PSR lo 0,65%, contro l'1% della programmazione nazionale), che vede nella nostra regione una situazione di forte arretramento con l'attivazione di 0,2-0,3 p.l. per 1000 abitanti. Ciò determina l'impossibilità di molti utenti di ricevere adeguati interventi riabilitativi o di continuità delle cure.

Nel sollecitare gli opportuni interventi normativi ci preme ribadire che ciò che ci spinge a sottoporre tali questioni ha l'unico obiettivo di porre in atto interventi e servizi a tutela della persone più in difficoltà.

Distinti saluti

Gruppo Solidarietà