(indice Voce sul sociale)
Gruppo Solidarietà, Via S. D'acquisto 7, 60030 Moie di
Maiolati (AN). Tel. e fax 0731.703327, grusol@grusol.it.
- Assessore regionale alla sanità
- Presidente e componenti giunta regionale
- Direttore Agenzia sanitaria regionale
- Presidente componenti V Commissione Consiliare
- Capigruppo Consiglio regionale - Segreterie regionali CGIL-CISL-UIL
lì 12.9.2001
Oggetto: Autorizzazione e attivazione di strutture e standard assistenziali.
Intendiamo porre alla attenzione la particolare situazione di alcuni servizi
residenziali sanitari extraospedalieri in un quadro normativo regionale giunto
fino all'approvazione dei criteri di accreditamento. Quanto segue nasce dal
verificare, in particolare, il crescente numero di autorizzazioni alla realizzazione
dei servizi da parte della regione in una situazione in cui molti di questi
servizi non hanno definiti aspetti essenziali per la loro costituzione.
Ci riferiamo in particolare alla rete dei servizi residenziali che il PSN ha
definito: Residenze sanitarie terapeutiche, Residenze sanitarie riabilitative
(estensive ed estensive), Residenze sanitarie assistenziali (anziani, demenze,
handicap…); Nuclei di assistenza residenziale all'interno delle Case di Riposo.
E' evidente ed è questo il motivo per il quale sollecitiamo la vostra attenzione
che questa situazione produce una situazione di totale indeterminatezza con
sigle che si sovrappongono - in un quadro di mancanza di riferimenti - e ciò
che è più grave con gravi ricadute sull'utenza. Ciò introduce pericolosi "fai
da te" da parte delle Aziende sanitarie che al di la della classificazione delle
strutture presenti tendono ad utilizzare le stesse (vedi le RSA derivanti dalla
disattivazione ospedaliera del 1992) per funzioni assai diverse da quelle stabilite
negli Atti di programmazione nazionale e regionale e generalmente in funzione
di contenimento dei costi.
Si prenda ad esempio il caso dei NAR (Nuclei di assistenza residenziale),
introdotti dal PSR: entro 4 mesi (febbraio 1999) la Giunta regionale avrebbe
dovuto definire le forme di partecipazione alla spesa da parte del SSN. La delibera
sul fabbisogno di strutture (2090/2000) non ha indicato la determinazione dei
posti letto previsti, rimandando ad un successivo atto entro 60 giorni (dicembre
2000), tale definizione. Dunque dal 1998 si attivano strutture per le quali
nessun Atto ha definito: standard di personale, costo retta e percentuale di
quota a carico della sanità e dell'assistenza sociale ed infine la previsione
di posti letto da realizzare nell'intero territorio regionale.
Situazione analoga vale per le altre strutture residenziali extraospedaliere.
Per alcune di esse gli standard assistenziali cui si fa riferimento sono quelli
riferite ad intese tra Regione marche e "Centri convenzionati" ex art. 26/833
che hanno riconvertito i loro posti letto in alcune delle strutture previste
dal PSR.
Anche delle RSA anziani e demenze non è stato definito alcun standard
assistenziale. Per le RSA anziani rimangono in vigore la Del. 3240/90 e la L.
R. 36/1995; entrambe definiscono standard assistenziali tra di loro molto diversi;
la legge 36 definisce anche standard strutturali ed organizzativi peraltro in
contrasto con le norme inserite nel manuale di autorizzazione (del. 2200/2000);
considerando che la legge "pesa" più di una delibera a quella ci si dovrebbe
attenere; pare, come ci permettiamo di suggerire da tempo, urgente un rapido
riordino del quadro normativo; che fissi oltre agli standard del personale,
i costi sanitari e quelli alberghieri ed ogni altro aspetto riferito a queste
strutture. Anche sugli standard assistenziali delle RSA demenze nessuna indicazione
è stata mai data.
Stessa situazione riguarda le RST (residenze sanitarie terapeutiche),
per le quali nessun standard assistenziale è stato fissato.
Tutto ciò come dicevamo in premessa appare assai grave; autorizziamo nuove strutture
arriviamo fino all'accreditamento senza, almeno appare, rendersi conto che per
la maggior parte di queste strutture non sono stati definiti elementi essenziali
di funzionamento.
In questo quadro risulta abbastanza evidente una situazione in cui alcune strutture
non risultano attivate (vedi RST o RSA demenze), altre (vedi RSA anziani, derivanti
dalla disattivazione del 1992) assumono funzioni incompatibili con la classificazione
ricevuta; altre ancora (vedi NAR), rimangono nella totale indefinizione.
Situazione che non può essere disgiunta da quella del sistema ospedaliero di
riabilitazione lungodegenza (previsto dal PSR lo 0,65%, contro l'1% della programmazione
nazionale), che vede nella nostra regione una situazione di forte arretramento
con l'attivazione di 0,2-0,3 p.l. per 1000 abitanti. Ciò determina l'impossibilità
di molti utenti di ricevere adeguati interventi riabilitativi o di continuità
delle cure.
Nel sollecitare gli opportuni interventi normativi ci preme ribadire che ciò
che ci spinge a sottoporre tali questioni ha l'unico obiettivo di porre in atto
interventi e servizi a tutela della persone più in difficoltà.
Distinti saluti
Gruppo Solidarietà
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