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Politiche socio sanitarie nelle Marche. Incontro tra il Comitato
Associazioni Tutela e gli assessori regionali alla sanità e ai servizi sociali Una delegazione del Comitato Associazioni Tutela (CAT) ha incontrato in data odierna gli assessori alla sanità, Augusto Melappioni, e ai servizi sociali, Marcello Secchiaroli, della regione Marche. Il Comitato costituito da 12 associazioni, è sorto, con l'obiettivo di seguire l'evoluzione e l'applicazione della normativa socio sanitaria nelle Marche nella prospettiva della tutela dei soggetti deboli. Nell'incontro il Comitato ha chiesto agli assessori un percorso partecipato in particolare per quanto riguarda l'attuazione della normativa sociosanitaria. Queste le richieste formulate: a) Definizione dei costi e delle quote tra settore sanitario e sociale (e degli utenti) delle strutture sociosanitarie previste dal PSR, dalla legge regionale 20-2002 come regolate dal Regolamento regionale n. 1/2004 (Rsa anziani e Residenze Protette per anziani, disabili, malattia mentale; Comunità socio riabilitativa residenziale per disabili; le strutture diurne per anziani e disabili). Coinvolgimento del Comitato nella definizione di questi atti che hanno notevolissime ricadute sugli utenti. b) Richiamo ai Comuni all'applicazione del D. lgs 130-2000 nel quale si stabilisce che per le prestazioni rivolte a persone con handicap permanente grave, nonché a soggetti ultrasessantacinquenni la cui non autosufficienza fisica o psichica sia stata accertata dalle ASL verrà presa in considerazione la situazione economica del solo assistito e non quella del nucleo familiare o dei parenti "tenuti agli alimenti". c) Attivazione dei posti letto ospedalieri di riabilitazione e lungodegenza (oltre 1400), così come indicato dal Piano sanitario. d) Definizione dello standard assistenziale delle RSA anziani. Emanazione di precise indicazioni alle zone sanitarie per evitare subdoli cambi di funzioni (incoerenza tra classificazione e funzione. di fatto utilizzate per la gran parte con funzioni di lungodegenza ospedaliera). Effettiva attivazione dei p.l. secondo le indicazioni regionali. Aumento dei posti previsti largamente insufficienti. e) Emanazione di un atto che chiarisca inequivocabilmente il significato delle strutture classificate ed autorizzate come RSA disabili psichici. Le strutture così autorizzate devono essere - come da normativa regionale - a completo carico del Fondo sanitario. f) Emanazione di un atto che impedisca autorizzazioni di strutture classificate come RSA disabili all'interno di strutture assistenziali per anziani. Definizione di un modello coerente di residenzialità per disabili (dalla Comunità alloggio alla RSA). g) Definizione del numero di posti letto e dello standard assistenziale dei Nuclei speciali Alzheimer (ricompresi all'interno delle Rsa anziani) e dei Centri diurni Alzheimer. h) Modifica degli standard assistenziali delle Residenze protette per anziani non autosufficienti e soggetti affetti da forme di demenza, così come di alcuni standard strutturali. Tutti gli anziani non autosufficienti ospiti di strutture assistenziali che hanno i requisiti per essere accolti in strutture protette devono avere quegli standard. Per questo è necessario un aumento di almeno altri 1000 posti di Residenza protetta (senza riduzione dei posti di RSA). i) Potenziamento delle cure domiciliari così come indicato dallo stesso Piano sanitario con l'effettuazione in tutte le Zone territoriali degli interventi previsti dalle Linee guida sulle cure domiciliari. Utilizzo del Fondo ADI per il sostegno alla domiciliarità. Le spese per operatori sanitari all'interno delle strutture deve ricadere nel fondo dell'assistenza residenziale e non in quello dell'ADI. Gli assessori si sono impegnati nella definizione di un percorso partecipato e hanno assicurato l'avvio di un confronto sui punti indicati dal Comitato. Comitato Associazioni Tutela
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