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18 luglio 2004
- Presidente e componenti Conferenza dei sindaci ASL 5
- Direttore Zona sanitaria 5
- Coordinatore Ambito territoriale
e p.c. - Comitato Strutture assistenziali Ambito territoriale 9
- CGIL-CISL-UIL zona Jesi
- Assessori servizi sociali e sanità regione Marche

Oggetto: Riunione Tavolo Concertazione del 7 luglio 2004.

In riferimento ai contenuti della riunione in oggetto questa associazione comunica quanto segue:

a) Comunità per disabili di Morro D’Alba
Si conferma la pubblica iniziativa di protesta (insieme alle associazioni dei familiari del territorio, si veda anche lettera Anffas Jesi dello scorso 13 luglio), se non verrà sbloccata la situazione con una rapida apertura della struttura. Tale risposta pur essendo del tutto insufficiente al bisogno di residenzialità dell’Ambito territoriale rappresenta infatti un primo, seppur tardivo, tentativo di risposta, che dovrà essere, peraltro, velocemente ampliato. Giudichiamo, quindi, del tutto inaccettabile la posizione della Zona territoriale 5. Questa associazione nella riunione in oggetto ha volutamente evitato ogni discussione sulle motivazioni addotte dalla Zona a giustificazione del mancato impegno finanziario nella compartecipazione dei costi di gestione. Ma non possiamo che ribadire ancora una volta che non esiste alcuna norma - in qualsiasi momento siamo pronti ad un confronto su questo specifico punto - meno che mai regionale, che impedisce alla Zona di Jesi come ad ogni altra Zona territoriale di assumere oneri per interventi e prestazioni di natura sociosaniataria come quelli riguardanti una struttura residenziale per disabili gravi. La Zona territoriale di Jesi nella riunione del 7 u.s., ha di nuovo confermato che non vuole (che è ben diverso da non può) assumere alcuna compartecipazione ai costi di gestione (come peraltro accade per i Centri socio educativi). Le motivazioni addotte (accreditamento, fabbisogno, Nota Zuccatelli, ecc…..) sono tutte non sostenibili. Se tale atteggiamento produrrà ulteriore ritardo nell’attivazione della struttura, come non ci auguriamo, diventano ai nostri occhi del tutto evidenti le responsabilità della Zona territoriale. Vedremo anche come le stesse motivazioni saranno spiegate agli utenti ed ai loro familiari. Ci è chiara la competenza e la responsabilità comunale riguardo il percorso autorizzativo, così come sappiamo che alcun ostacolo può frapporsi ad un accordo tra le parti circa la definizione della ripartizione del costo retta. Siamo certi che ciò sia del tutto evidente anche a voi. Allora a parzialissima riparazione dei ritardi accumulati diventa necessaria la definizione di una rapida intesa con i Comuni dell’Ambito territoriale sulla definizione della compartecipazione ai costi di gestione della struttura; contestualmente, con la stessa urgenza, chiediamo ai Comuni e alla Zona di definire le modalità di completamento dell’offerta residenziale che anch’essa non può subire ulteriori ritardi. L’apertura della comunità di Morro D’Alba non è un punto di arrivo è solo un piccolissimo punto di partenza rispetto alle necessità del territorio.

b) Servizi sociosanitari per anziani ed adulti non autosufficienti
Ci sembra in primo luogo che il Tavolo tecnico e lo stesso Tavolo di concertazione nella prossima riunione non possano non affrontare alcune questioni di assoluta rilevanza contenute nella lettera del Comitato Strutture Assistenziali dello scorso 26 giugno. In particolare ci si riferisce al punto relativo ai servizi ADI all’interno delle strutture. Il riferimento all’alternatività tra servizio infermieristico e servizio riabilitativo pare assai grave. Chiediamo pertanto che tale aspetto venga chiarito dalla Zona sanitaria 5 insieme al contenzioso con le UVD sulla determinazione del monte ore assistenziale e sulla modalità di utilizzo del sistema RUG (vedi il riferimento al RUG 44). Riteniamo inoltre importante discutere sulle attuali modalità di ammissione presso le strutture assistenziali di anziani non autosufficienti che avrebbero i requisiti per essere accolti nelle residenze protette o nelle RSA. Quanto agli altri punti contenuti nella lettera del Comitato (situazione e responsabilità circa l’attuale risposta residenziale nel ns territorio) saranno oggetto di altra nota.

Sullo specifico dell’offerta residenziale e sulla sua organizzazione territoriale confermiamo quanto indicato nella nostra lettera dello scorso 10 giugno sulla diversa funzione delle strutture (lungodegenza, Residenza sanitaria assistenziale, Residenza protetta).
Anche in vista delle riunione del tavolo tecnico osserviamo che la valutazione della non autosufficienza (vedi la stima presentata alla riunione di Concertazione) deve avvenire nel rispetto delle indicazioni del Piano sanitario regionale, che sia il fabbisogno di RSA che di RP è largamente sottostimato dal PSR; che l’attivazione dei posti letto di lungodegenza non può considerarsi in alternativa a quelli delle RSA. Ribadiamo pertanto che l’attuale previsione regionale di posti di RSA, largamente sottostimata, non ha ragione di essere ridotta. Questi ultimi, quelli attivati e da attivarsi, devono soltanto tornare alla funzione assegnata dalla normativa vigente. Per fare questo è evidente che non possono continuare ad esercitare impropriamente una funzione lungodegenziale e dunque deve essere fortemente modificato il loro modello organizzativo. Importante potrebbe essere ad esempio ipotizzare la riorganizzazione di un modulo per la gestione delle demenze.
Ma il dato rilevabile all’interno delle strutture assistenziali (che andrebbe ulteriormente differenziato secondo le diverse tipologie), non deve farci dimenticare il bisogno dei nuclei familiari che si fanno carico di gravi situazioni di non autosufficienza e su queste andare ad una programmazione che investa anche la risposta domiciliare e diurna (così come diventa del tutto indispensabile provvedere a politiche abitative che tengano conto dei bisogni di queste persone). Ci pare - se non è già esistente - che questi ed altri aspetti possano venire affrontati da un apposito Gruppo Tecnico con compiti di programmazione complessiva in area anziani. In particolare sollecitiamo nuovamente sullo specifico dei servizi domiciliari la verifica sullo stato dei servizi domiciliari, ribadiamo la richiesta di attivazione del servizio di riabilitazione all’interno della prestazioni in ADI (oggi erogato solo in convenzione ex art. 26) e di quello di igiene alla persona.

c) Salute mentale
Richiediamo nuovamente chiarezza in merito alla autorizzazione e funzione della struttura Soteria; continuiamo a ritenere del tutto discutibile l’utilizzo della struttura Villa Jolanda per l’accoglienza di una supposta residenzialità protetta considerato che ad oggi la struttura si caratterizza per un profilo chiaramente istituzionalizzante e conseguentemente scarsamente riabilitativo. D’altra parte se esistono finanziamenti per la realizzazione di una Comunità protetta (190.000 €) e se nel contempo (vedi Decreto 23/Dp5 del 5-3-2004, del Direttore del Dipartimento Servizi alla persone e alla comunità), la nostra Zona Territoriale spende per ricoveri presso la struttura Villa Jolanda circa 2 miliardi all’anno; di questi certamente diversi si riferiscono a situazioni di cronicità (circa 200.000 L. al giorno), crediamo che non sia può dare per nulla per scontato che non si possa ricollocare nel territorio - attraverso una residenzialità protetta - soggetti ora ricoverati in detta Casa di Cura. D’altra parte, occorre ricordare, che la riorganizzazione di Villa Jolanda come spiegata in sede di concertazione dal dott. Mari è ancora tutta da attuare e dunque chiediamo su questo punto specifico una attenta valutazione e verifica. Se da un punto di vista tecnico si ritiene che l’attuale organizzazione della struttura sia inadeguata - tanto che il dott. Mari nel suo precedente incarico non inviava in detta struttura - occorre essere conseguenti nelle scelte.

Sullo specifico della situazione dei servizi handicap, sollecitiamo nuovamente a quattro anni dalla scadenza la riapertura di un tavolo tecnico per la ridefinizione e il rinnovo dell’Accordo di programma e la risposta, da parte della Zona 5, in merito al funzionamento delle Unità Multidisciplinari nel territorio come richiesto nella nostra nota dello scorso 3 aprile.
Riteniamo infine del tutto auspicabile per l’importanza dei temi oggetto della discussione, nelle prossime riunioni del Tavolo anche la presenza del sindaco di Jesi, Presidente della Conferenza dei sindaci, a conferma dell’impegno ai massimi livelli della Conferenza nella soluzione di problemi tanto urgenti
Cordiali saluti

Gruppo Solidarietà