(indice Voce sul sociale)
C.A.T.
Comitato Associazioni di Tutela |
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Alzheimer Marche
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Anglat Marche
Angsa Marche
Ass. Free Woman
Ass. La Crisalide
Ass. La Meridiana
Ass. Libera Mente
Ass. Paraplegici Marche
Centro H
Gruppo Solidarietà
Tribunale della salute Ancona
Uildm Ancona
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Ancona, 18 maggio 2006
- Assessore alla salute Regione Marche
- Assessore Politiche sociali
- Dirigente Servizio Salute
- Dirigente Servizio Politiche sociali
e p.c. - Direttore generale ASUR Marche
- CGIL-CISL-UIL regionali
Oggetto: Applicazione normativa non autosufficienza. Attuazione
DGR 323-2005. Modifica convenzione.
A seguito della riunione dello scorso 10 maggio con gli assessori alla
salute ed alle politiche sociali e dopo la riunione tecnica del 16 maggio
in merito alla modifica della Convenzione (allegato C, DGR 323/2005) richiamando
la nostra precedente nota del 3 maggio si ribadiscono i seguenti aspetti:
a) Per quanto riguarda le Residenze protette deve essere
precisato, per evitare conclusioni fuorvianti, che tale definizione riguarda
solo le strutture che erogano 100-120 minuti di assistenza. Una Residenza
protetta si connota per quell’offerta assistenziale. Le strutture, per
2200 posti, che andranno ad erogare 50 minuti di assistenza non sono residenze
protette: possono essere strutture che hanno richiesto l’autorizzazione
e che diventeranno RP, ma ora non lo sono; lo standard assistenziale è
condizione essenziale per accogliere, curare, assistere, malati non autosufficienti.
Ciò deve essere chiarito in maniera inequivocabile. Sempre più spesso
si sente parlare di residenza protetta a media intensità, ecc…. le residenze
protette sono definite dal Regolamento 1-2004 e quelle sono. In questo
momento si è di fronte ad uno stato di transitorietà che deve essere velocemente
superato non solo e non tanto perché queste erano le indicazioni regionali,
ma perché le persone hanno, per vivere dignitosamente, bisogna di livelli
minimi assistenziali che non sono certamente 50 minuti giornalieri.
Sull’aspetto della quota a carico dell’utente ribadiamo quanto
affermato nell’ultima riunione tecnica e cioè che la DGR 323/2005 stabilisce
inequivocabilmente che la retta a carico dell’utente dal gennaio 2006
è pari a 33 euro. Considerato che tale indicazione non viene rispettata
chiediamo di nuovo che venga restituita agli utenti la somma eccedente
versata fino ad oggi e che venga fatta rispettare dalla regione Marche
la normativa da essa emanata. Non può essere interpretato diversamente
quanto stabilito dalla normativa regionale. La Nota del Direttore DSPC
del 2 novembre 2005 stabilisce “Ogni Direttore di Zona che ancora
non li avesse adottati è impegnato ad applicare, dal 1° gennaio 2006,
i “criteri tariffari” relativi alla compartecipazione alberghiera e ai
criteri di esenzione dalla compartecipazione alberghiera in RSA e alla
componente sanitaria e alberghiera delle RP di cui all’Allegato B della
D.G.R.M. n. 323/05”. L’allegato B specifica che “il valore
medio regionale di riferimento per la componente alberghiera in RP indicato
in 33 Euro. Tale indicazione prevede una fase di transizione sia rispetto
alle strutture (trattandosi di case di riposo che potranno richiedere
l’autorizzazione a RP) sia rispetto al valore economico, per cui per il
2005 è indicata in un intervallo di variazione tra un minimo e un massimo
che non superi il +/- 25%”. Ciò significa che la fase di transizione
è terminata al 31.12.05 e che dunque dopo tale fase la retta non può superare
i 33 euro.
Chiediamo pertanto anche ai sindacati regionali, sottoscrittori dell’accordo
con la regione, di far rispettare tali indicazioni.
Siamo pertanto del tutto contrari alla norma contenuta nell’art. 18 della
nuova convenzione che prevede anche per l’anno 2006 una variazione della
retta contenuta nel 25%. Che significa di fatto rette a carico degli utenti
superiori ai 40 euro giornalieri.
Risulta evidente che per le attuali RP (333 posti) i costi retta giornalieri
più alti dei 66 euro previsti sono determinati dalla gravità delle condizioni
dei malati ricoverati che richiedono maggiore assistenza sociosanitaria
e che, molto spesso, necessiterebbero di ricovero In RSA o nei nuclei
per stati vegetativi persistenti. E dunque la differenza non può essere
che a carico del servizio sanitario.
Ribadiamo inoltre la richiesta che venga specificato nella nuova delibera
che modificherà l’allegato C della DGR 323/2005, che la quota alberghiera
(di 33 euro) deve essere pagata, secondo la legislazione vigente, con
i soli redditi dell’utente come confermato anche dall’assessore Amagliani
in data 15 novembre
E’ evidente che se il reddito dell’utente non è sufficiente, tenuto ad
intervenire è il Comune di residenza
b) Per quanto riguarda l’aumento a 50 minuti dell’assistenza socio
sanitaria per i 2.200 utenti delle case di riposo, tali aumenti a quanto
risulta sono avvenuti in minima parte. Per quanto riguarda quelle strutture
che dichiarano di erogare già tale standard di assistenza con oneri a
carico delle stesse e non degli utenti, chiediamo alla regione di attivare
accurati strumenti di verifica. Pare infatti strano che enti assistenziali
a proprie spese aumentino l’assistenza senza chiedere oneri agli utenti
(paradossale poi risulterebbe l’aumento con oneri a carico dell’ente per
utenti non residenti nel proprio comune ospiti della struttura).
c) Criteri tariffari delle RSA anziani. Prendiamo atto,
della pur tradiva, modifica dei criteri tariffari, che recepiscono le
nostre indicazioni. Ribadiamo inoltre la richiesta di stabilire quali
prestazioni sono ricomprese all’interno della quota alberghiera. Chiediamo,
anche, che nel caso in cui le prestazioni normalmente ricomprese all’interno
di tale quota non vengono garantite, la retta dovrà essere decurtata della
cifra corrispondente. La variabile può essere che può essere del 25% in
meno. Ci sembra un minimo dovere di giustizia. Deve essere inoltre ribadito
che ai sensi della normativa vigente le RSA non sono strutture che hanno
il mandato di gestire la fase della post acuzie ma di rispondere alle
esigenze di quei malati che a causa della gravità delle condizioni, una
volta stabilizzata la malattia, non possono essere curati a domicilio.
E che tali strutture prevedono anche degenze permanenti.
Ribadiamo infine con forza la richiesta come già formulata nell’incontro
con gli assessori che vangano da subito trovate le risorse per garantire
ai cittadini marchigiani non autosufficienti non curabili a domicilio
una assistenza residenziale dignitosa. Oggi non è così ed è noto. Ricordiamo
la promessa del presidente Spacca, in occasione della Conferenza di Loreto,
a mantenere l’impegno di finanziare entro il 2007 interventi a favore
degli anziani non autosufficienti per 30 milioni di euro.
Cordiali saluti
il Comitato
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