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Gruppo Solidarietà, Via S. D'acquisto 7, 60030 Moie di Maiolati (AN), Tel. e fax 0731.703327. grusol@grusol.it

23 giugno 2003
- Commissario Straordinario ASL 5
- Direttore Sanitario ASL 5
- Presidente Conferenza dei sindaci AUSL 5
e p.c. - Assessore regionale alla sanità
- Direttore Dipartimento Servizi alla Persona
- Direttore Agenzia sanitaria Regionale

Oggetto: Funzionamento delle 3 Rsa presenti nel territorio della ASL 5 di Jesi.

Lo scorso 28 gennaio questa associazione si era rivolta alla Azienda sanitaria n. 5, riproponendo, temi non nuovi (ma mai affrontati e tantomeno risolti) quali, in particolare, quello dell'utilizzo delle 3 residenze sanitarie assistenziali presenti nel territorio dal 1992. La presente è per ribadire quanto più volte denunciato circa l'illegittimo utilizzo delle stesse in palese contrasto con l'autorizzazione ricevuta. In questi anni l'Azienda sanitaria nulla ha fatto per cercare di risolvere tale problema, continuando ad utilizzare le strutture per la fase di stabilizzazione o di riabilitazione post acuzie, dimettendo, con il solo criterio cronologico e ciò appare di una gravità estrema, i malati in qualsiasi condizione di non autosufficienza possano trovarsi.

L'informazione fornita dagli operatori agli ignari malati e familiari è che il ricovero in queste strutture è comunque temporaneo; che gli stessi debbono pensare a trovare situazioni idonee di accoglienza terminata la fase di stabilizzazione; nel foglio fatto firmare agli utenti e ai loro parenti il messaggio è chiaro "Il ricovero in RSA è limitato al periodo necessario alla stabilizzazione clinica del paziente ovvero al completamento del ciclo riabilitativo previsto (…)". L'azienda sa benissimo che si tratta di una interpretazione del tutto scorretta della normativa, volta esclusivamente ad utilizzare le strutture con una funzione lungodegenziale, ovvero con un ricovero comunque a termine.

Così scrivevamo lo scorso gennaio "Un primo aspetto riguarda l'informazione. (..) Ad esempio: - si informano i malati ed i loro familiari che il periodo di stabilizzazione deve essere fatto in strutture ospedaliere di lungodegenza (che hanno standard assistenziali ben diversi da quelli delle Rsa) e che dunque la funzione delle Rsa è ben diversa da quella della riabilitazione e lungodegenza post acuzie? - Che nelle RSA non è scritto da nessuna parte che la degenza è limitata a 3 mesi, ma solo che alla scadenza del terzo mese, dopo valutazione, scatta il pagamento della quota alberghiera e che comunque la degenza può anche essere permanente? - Che su indicazione del medico di reparto date condizioni assimilabili a quelle di un ricovero ospedaliero (che poi sono la maggior parte di quelli che superano i 90 giorni di ricovero), come indicato dalle note del direttore sanitario, la degenza può continuare ad essere a completo carico sanitario? - Le UVD informano gli utenti che le nostre Case di Riposo (tranne che per qualche decina di posti letto autorizzati che comunque rimangono sempre strutture del settore sociale) non hanno l'autorizzazione per accogliere soggetti non autosufficienti, compresi i malati con patologia psichiatrica? Che nelle stesse ci sono standard assistenziali di fatto incompatibili con la gestione di gran parte dei malati ricoverati molti dei quali in condizione di estrema gravità?". E' possibile che tutti gli utenti siano dimissibili?

L'Azienda, continua così - benedetta dalla regione marche che in modo del tutto pilatesco fa finta di non sapere, sostenuta dal silenzio delle amministrazioni comunali del territorio che in questo modo ritengono di adempiere alla verifica del raggiungimento dei risultati di salute - a negare alle persone ammalate gli interventi di cui hanno bisogno, informando in modo del tutto scorretto utenti e familiari circa il funzionamento delle strutture, rendendosi peraltro responsabile di dimissioni verso regimi (domiciliare o residenziale) del tutto incompatibili con le condizioni dei malati. Ma informare correttamente mette in crisi il sistema e allora meglio non dire; così il sistema è salvo; se poi questo confligge con le esigenze e i diritti di alcuni utenti ciò non può rappresentare un problema anche per chi ha il compito istituzionale di provvedere alla tutela della salute della popolazione residente
Distinti saluti

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